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La vita scolastica di entrambi era ormai giunta al termine, nessuno dei due aveva intenzione di continuare con l'università, ma il loro obbiettivo era quello di  iniziare a lavorare e mettere da parte dei soldi per andare finalmente a vivere assieme.

Si erano diplomati entrambi con voti alti, festeggiando con le famiglie di entrambi in una fusione bella e caotica, come tanto piaceva a loro.

Per il diciannovesimo compleanno di Taehyung, i genitori gli regalarono una macchina con cui potesse girare e andare a lavorare in autonomia.

Taehyung ne era stato felicissimo,iniziando a trattarla come un gioiellino.

Lavorava come stagista in una casa di moda, aveva iniziato da poco, portando del caffè ai capi, sperando che in futuro l'avrebbero promosso e capito visto il suo vero potenziale da fotografo.

Jeongguk invece, aveva trovato un lavoro come aiutante di un uomo che faceva grafici di ogni genere, tabelloni pubblicitari e altre cose varie.

Erano felici nella loro semplicità.

Quella sera dovevano festeggiare il loro quinto anno di fidanzamento, volevano andare fuori a cena e divertirsi, passare una serata di versa ma comunque felice come spesso facevano stando nel loro appartamento con il loro cagnolino che adottato, lo trattavano proprio come un loro figlio, parte integrante della famiglia.

Taehyung era andato a prendere Jeongguk, come al suo solito, perché io minore usava raramente la propria macchina,preferiva stare seduto accanto al ragazzo che amava, dicendogli di stare attento ai segnali o eventuali dossi.

“Ggukie, quindi dove andiamo?”aveva domandato Taehyung tutto emozionato.

Il fidanzato aveva organizzato tutto, sì, tranne il tragitto da casa al ristorante.
“Sai il nuovo ristorante che ha aperto in centro?” aveva chiesto il moro, stringendo la coscia morbida del fidanzato e accarezzandola un poco dopo aver visto lo sguardo felice del suo amore annuire energicamente.

“Davvero Ggukie?!” aveva detto spalancando appena gli occhi, come faceva quando era sorpreso di qualcosa.

In quel ristorante bisognava prenotare minimo due mesi prima per una serata lì e mangiare bene.

Jeongguk aveva ridacchiato annuendo felice, per la felicità del suo amato, guardandolo con due occhi innamorati.

Taehyung aveva voltato lo sguardo verso di lui, solo per qualche secondo, senza prestare minima attenzione alla strada.

Un errore che avrebbe pagato molto caro e soprattutto presto; nemmeno il tempo di rendersene conto, il volante stava sballando e un camion gli era andato addosso, in uno scontro che non lasciava tanto spazio all'immaginazione.

Un frontale con un camion almeno il quadruplo della loro macchina bianca.

Taehyung vide subito nero,come se si fosse addormentato in un sonno profondo, all'improvviso, senza poter nemmeno scegliere quello.

Jeongguk invece, si sentiva paralizzato mentre guardava la scena, la loro macchina era distrutta, messa all'incontrario, il camion sembrava quasi indenne all'urto.

Sentiva le lacrime scendere mentre guardava il suo amore inerme, con gli occhi chiusi ed il volto diventato sin da subito pallido.

Tutta la vita gli passò avanti, per qualche secondo, pensando alle peggio cose.
Vedeva del sangue uscire da qualche ferita che era presente sulla faccia del ragazzo.

Cercò di urlare, senza riuscirci.
Come se i polmoni fossero bruciati e non avesse più la forza nemmeno di parlare.

In mente aveva solo il nome di lui.

Taehyung, Taehyung, Taehyung.

Quel nome che era l'unico che sapeva avrebbe sempre amato, quei sospiri pieni di felicità assieme.

In continuazione, come se fosse una preghiera, fino al sentire in lontananza il suono di un autoambulanza.

Se l'avesse perso, non sarebbe nemmeno riuscito a vivere un secondo senza di lui.

Era impossibile vivere senza l'ossigeno.

Vero?

Si era poi svegliato in una stanza bianca, senza anima,che puzzava d'ospedale.

Un dolore lancinante al petto, che non era dovuto ad un dolore fisico quanto più spirituale;le loro anime erano collegate e finché Jeongguk avesse provato dolore, significava che Taehyung c'era ancora, come se stesse prendendo un po' del suo dolore.

O almeno è quello che sperava.

Aprì gli occhi, guardandosi attorno, i suoi genitori seduti su delle poltroncine, pregando a qualche Dio mentre lui pensava solamente a degli occhi scuri e pieni di vita.

“T-Taehyung?” aveva chiesto.
La prima cosa, il primo pensiero.
Sembrava non parlasse da tempo, la voce ormai rauca, faceva male solo parlare.

“Amore.. Sei sveglio?” il viso della madre si era subito rilassato appena, vedendo il figlio sveglio.
“Taehyung..dov'è lui?”aveva continuato a chiedere, sarebbe scoppiato di rabbia e di pianto da lì a breve se nessuno gli avesse detto niente del suo amore.

“É in terapia intensiva, Jeongguk..in coma” aveva pronunciato le ultime parole con un tono triste, il padre, come se avesse paura di dirglielo.

Jeongguk era rimasto impassibile mentre nel suo cuore e nella sua mente un uragano di emozioni si era scagliato contro di lui, con una violenza spaventosa.

“Da..Quanto?”rispose solamente.
“Tu hai dormito solo un giorno, i medici per Taehyung hanno detto che..” parlava ma Jeongguk non ascoltava.

O meglio.

Voleva solo sentire se Taehyung si fosse svegliato un giorno.

O non avrebbe nemmeno osato immaginare una vita senza lui.

L'avrebbe aspettato per una vita, se ce ne fosse stato bisogno.

Secoli al sul fianco, finché non fosse morto, con un macigno sul petto.

“Lui è difficile si svegli..” aveva finito la madre, dando il colpo di grazia al figlio, che chiuse gli occhi, mentre il suo intero corpo tremava internamente.

No no no no.

❀White Roses|jjk;kth✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora