Capitolo 1

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L'ora di letteratura, una barba, si parla solo di amore per ragazze che non ricambiano... Di solito tendo a isolarmi cercando di non darlo a vedere, magari facendo qualche disegnino ai margini del libro, ma ogni volta John richiama la mia attenzione dandomi una gomitata.
Almeno per questa volta non è seduto vicino a me a rompermi le scatole.

John è un caro amico che conosco dai tempi dell'asilo, per di più abitiamo nello stesso quartiere quindi il nostro incontro era inevitabile...solo che a volte è un po' troppo rigido. Lui conosce le mie frustrazioni, ma non gli ho mai raccontato tutto; lui sa che adoro disegnare, ma non gli ho mai mostrato un mio singolo disegno.
Questa volta, però, a distrarmi è un passo veloce e sicuro che attraversa l'aula: era quello Sronzo di Peter.

J: Ma che problemi ha?

John lo segue con lo sguardo, guardandolo con aria di sfida. In realtà poco mi importa di Peter, anche perché è suo solito presentarsi in ritardo alle lezioni.

O: Non lo so, ma spero oggi non sia di cattivo umore.

Peter è il ragazzo che prende a pugni chiunque gli passi davanti, senza contegno o autocontrollo; fortunatanente a me non è mai capitato di trovarmi in mezzo a una sua sfuriata. Cercavo sempre di stargli alla larga. Si è fermato in mezzo alla classe e io non faccio altro che osservarlo: ha occhi verdi smeraldo e capelli castani, è muscoloso e fa parte del club di basket.
Indossa una semplice maglietta bianca e dei jeans che gli avvolgevano le gambe lunghe. Non è tra le persone che preferisco, ma non mi fa né caldo né freddo.

Tutte le ragazze della scuola lo trovano attraente

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Tutte le ragazze della scuola lo trovano attraente. Personalmente penso che sia un bel ragazzo ma tengo molto conto del carattere, e il suo è terribile.

La prof fa per fermarlo e poi con le braccia incrociate lo squadra dall'alto verso il basso.

Prof: Eccoti qui, ti va di dirmi il motivo di questo ritardo di mezz'ora?

Capisco la prof, è stanca del comportamento irrispettoso dello studente.

Peter: No, non mi va.

Le sue solite risposte del cazzo. Non essendo in grado di dare nessuna spiegazione valida, continua a camminare per dirigersi al primo banco libero a sua disposizione.
La prof si arrende e indica a Peter che l'unico posto disponibile è quello vicino a me, ma ci rendiamo conto?
Credo che lui non mi abbia mai notata, anche se andiamo a scuola insieme da tre anni.
Di solito vicino a me c'è John, ma gli avevano proposto di sedersi altrove.
ARRIVA. SI STA PER SEDERE eeeeeeeeeee... SI È SEDUTO.
Io non lo voglio vicino, non voglio finire nei guai. Lo ho guardando nell'atto di sedersi e lui con un sorrisetto compiaciuto, mi guarda negli occhi.

P: E tu saresti?

A quella domanda capisco che le mie supposizioni sono esatte, anche se mi fa un po' arrabbiare il fatto che non sappia io chi sia.
Lo guardo e arrossisco nel vederlo fissarmi, però non mi smuovo e continuo.

O: Ma scherzi? Frequentiamo la stessa scuola da anni ormai.

Il suo sguardo smeraldo mi travolge, guardandomi dritto nelle pupille, poi riprende a parlare.

P: Si, in realtà ti prendevo in giro. Tu sei Olivia Lee. Abiti a due fermate di autobus e il tuo migliore amico è John Arrow.

Mi sono sentita confusa per... CHE COSA HA DETTO?!?!
Cercando di mantenere l'autocontrollo, serrando i denti, gli chiedo:

O: C-come fai a sapere tutto questo?

Lui con un sorrisetto, stavolta insolente, sposta lo sguardo verso la lavagna cercando di capire di quale materia stavamo parlando; prende il suo zaino e tira fuori un quaderno e una penna con sopra stampata la scritta "New York" E poi riprende a guardarmi.

P: Non è nemmeno la metà di quello che so di te.

È pazzo?! Perché sa tutte queste cose su di me, è uno stalker?
Non mi ha più rivolto parola.

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