Capitolo 7

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Eccoci, di nuovo a scuola: o perlomeno in autobus.
Peter prende l'autobus da casa mia, poiché avevamo dormito insieme, e si siede accanto a me lasciandomi il posto vicino al finestrino.

P: Prego Madame.

O: Molto gentile monsieur.

Guardo il panorama dal finestrino.

P: A cosa stai pensando? Non dirmi che è ancora lui perché io... Non lo sopporterei, anche solo se ti tormenta i pensieri posso dargli una sistemata.

O: Hey, calmo. Ricorda la tua promessa.

P: Si, certo.

Entrati in classe senza esitare si butta nel banco vicino a me e in quell'attimo vedo John in fondo alla classe che mi guarda e riesco a scorgere delusione nei suoi occhi.

Della lezione non ho ascoltato una parola, ero ancora preoccupata e pensierosa.

Nell'ora buca accompagno Peter dai suoi amici, ma loro lo ignorano come se non lo conoscessero.

P: Ragazzi, che vi prende? Perché fate così? Olivia per favore potresti lasciarci? Grazie.

Ovviamente mi sono solo allontanata, volevo sapere cosa stava succedendo.

Gli amici: Noi vorremmo sapere che succede a te... Stai sempre dietro a quell'idiota di Olivia e non ci presti più attenzione, dove è finito il Peter che si prendeva gioco delle persone?

P: Le cose sono cambiate, ho fatto una promessa.

J: Oh, e quale sarebbe questa promessa? La tua dolce amata cosa ti ha chiesto?

Non ci credo, John si era preso i suoi amici per vendetta e loro lo assecondano...Vogliono un leader.

P: Ancora tu? Non ti levi mai dai piedi? DEVI LASCIARCI STARE, HAI CAPITO?

John ride.

J: Ragazzi, sapete cosa fare.

Quelli che erano gli amici di Peter lo tradiscono per John e bloccano il loro ex capo al muro.

J: Ora scoprirai come ci si sente ad essere il bullizzato e non il bullo.

P: Sentitemi, non c'è bisogno di arrivare a tanto, possiamo parlare.

J: Ormai è troppo tardi per parlare...

John tira un forte pugno a Peter facendogli sanguinare il naso.

Corro verso di loro impedendogli un altro colpo.

P: OLIVIA VAI VIA!!!!!

J: Oh ecco che arriva la principessa a salvare il cavaliere, il colmo, non è vero?

O: John basta, come puoi diventare così?

John sbuffa, poi mi tira per i capelli tenendomi stretta a sé.

J: Ecco Peter, come farai adesso che non puoi salvarla, dovrai restare a guardare.

P: Ti prego, picchiami o fammi quello che vuoi, ma lei lasciala stare.

Dice con tono... Disperato.

J: Mi dispiace Peter, ma ormai non c'è più niente che tu possa fare.

Lo spingo ma lui tiene la presa sui miei capelli, poi chiede a uno dei suoi amici di bloccarmi le mani dietro alla schiena e così fa...

J: Ora ti farò soffrire come ho sofferto io.

Toglie la presa dai capelli, si aggancia alla mia gola e mi bacia.

Peter urlava insulti, ma dopo nemmeno mezzo secondo gli hanno tappato la bocca.

Io cercavo di spostarmi, ma in qualunque modo provassi, sarebbero comunque riusciti mantenere la presa.

Non appena John si stacca da me scoppio a piangere e mi giro verso Peter.

O: Mi dispiace...

Riesco a sussurrare solo questo, poi John mi spinge facendomi cadere.
Ci mette poco a colpire Peter nello stomaco per un paio di volte per poi andarsene soddisfatto.

Peter di scatto viene verso di me nonostante il dolore, mi alza da terra e mi abbraccia accarezzandomi e dicendomi che è tutto finito.
Io continuo a piangere tra le sue braccia, un po' dispiaciuta per Peter e un po' per John... Come poteva essere diventato così, ero stata io la causa di quel cambiamento?
Per quella giornata non siamo più tornati a scuola, ci siamo rintanati in casa di Peter, dove non c'era nessuno.

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