Capitolo 4

29 3 1
                                    

Ok, ho capito come fuggire via.

O: Prof, posso andare in bagno? È urgente.

La prof non ha opposto resistenza, ma Peter sì: mi ha stretto il braccio mentre ero già in piedi e mi ha sorriso con sicurezza.

P: Attenta, io ti controllo sempre.

Poi mi ha lasciato il braccio.
Mi sono diretta verso il bagno, sconvolta, e ho pianto, non sapevo più come reagire.
Mancava ancora mezz'ora a questa lezione infinita, ma non potevo rimanere lì anche se lo spetavo.
Torno in classe e Peter mi segue con lo sguardo fino a che non mi siedo.

P: Finito di piangere?

Come fa a sapere anche questo? Avevo nascosto gli occhi gonfi e le guance arrossate lavando i il viso con l'acqua fredda, lui mi nasconde qualcosa.

O: Non riesci proprio a lasciarmi stare? Per colpa tua John non viene a scuola da giorni e sono costretta ad avere te come compagno.

Solo a sentire il nome di John, l'espressione di Peter era diventata pura irritazione. Cerca di nascondere il suo sentimento di avversità con l'indifferenza.

P: Non sono problemi miei se quel deficiente non si presenta più a scuola, è una sua decisione.

Finalmente suona la campanella e lui mi segue in giardino, io lo guardo con disprezzo e lui con gli occhi in due fessure mi osserva, poi mi mette una mano sul fianco e io cerco di dargli uno schiaffo, ma lui mi afferra per il polso e mi trascina per i corridoi correndo; noto con mia sorpresa le facce di disprezzo e gelosia delle studentesse nei miei confronti.

P: Ora tu vieni con me.

Mi porta in uno sgabuzzino e chiude la porta.

O: Questo è rapimento.

Occupato a chiudere la porta mi risponde distrattamente, ma trasmette comunque una certa sicurezza.

P: Allora perché non hai urlato?

E sorride. Sorride. Quel maledetto sorriso.
Mi guarda dall'alto al basso e sussurra.

P: sei bellissima, ma saresti cento volte più bella senza vestiti.

Non capivo a pieno i suoi modi così burberi, ma lo ignoro. Lui però mi poggia velocemente una mano sul didietro.
Cerco di spostarmi ma lui mi tira per la felpa, azzerando lo spazio tra i nostri corpi.

P: Ovviamente siamo a scuola e non posso farti vedere nuda da qualcuno che non sia io, perciò ho un ottimo compromesso.

Ho risposto con la prima cosa che mi era venuta in mente.

O: Chi ti dice che io voglio stare con te?

Con una risata ironica Peter afferra i lembi della mia felpa e la tira così forte da strapparla.

O: MA SEI IMPAZZITO PER CASO?

Mi guarda con soddisfazione.

P: Ecco, molto meglio.
Ora indossa questa.

Mi propone una maglietta bianca e corta da femmina... Da dove l'avrà presa?
Non potevo rifiutare, sarei rimasta in reggiseno.
Mentre

P: Sembri una dea.

Tornata in giardino mi rimaneva attaccato e non mi levava lo sguardo da dosso.

O: Chiudi la bocca, stai sbavando.

P: Ti senti osservata... Tranquilla per i prossimi minuti chiuderò gli occhi.

Non mi ha lasciato il tempo di rispondere che mi ha baciata.
Non riuscivo a muovere un muscolo.

P: Vedi? So che ti stai godendo le mie labbra.

Con mia sorpresa, vedo comparire John.

O: John, io...

Appena Peter si gira John gli dà un pugno facendogli sanguinare il naso.

Ecco ci risiamo.

Il Cinema dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora