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jisung's pov

fin da quando sono piccolo, ho sempre sentito il bisogno di essere accettato, amato e apprezzato da chi mi circonda. un bisogno viscerale, una necessità che mi spinge all'azione e tutto ciò che faccio ha sempre come scopo ultimo, quello di ottenere il consenso degli altri.

non so bene da cosa sia scaturita questa necessità, probabilmente colpa dell'infanzia che sono stato costretto ad affrontare e del modo in cui i miei genitori mi hanno sempre fatto sentire, convincendomi di non essere una persona meritevole di amore, affetto, gentilezza.

ed è proprio questo il motivo per cui, una volta finite le elementari, decisi che sarei cambiato, che sarei diventato una nuova persona, una versione migliore di me, una persona per cui valeva la pena avvicinarsi, qualcuno di interessante, divertente.

avevo passato tutti gli anni precedenti a vivere la mia vita passivamente, lasciando che fossero i miei genitori e le loro richieste a guidare le mie azioni, ascoltando quello che mi dicevano e convincendomi che avessero ragione. ma era giunto il momento di mettere un punto a quella situazione, non potevo continuare a vivere così, dovevo diventare padrone delle mie azioni, della mia vita o me ne sarei pentito per il resto della mia esistenza.

avevo passato tutto quel tempo credendo di dover essere sottomesso, che non fossi abbastanza e che nessuno mi avrebbe mai voluto e per questo non mi ero mai avvicinato agli altri, non avevo mai fatto il primo passo. 

l'unico amico che avevo era jeongin, un bambino più piccolo di un anno che dopo avermi visto da solo in cortile durante il suo primo e mio secondo anno di elementari, aveva deciso di approcciarmi, rivelandosi un ottimo amico. ma non potevo fare affidamento sulla sua amicizia per il resto della mia vita, chi mi avrebbe assicurato che non si sarebbe stufato di me o che non ci saremmo persi di vista finite le elementari? dovevo assolutamente rendermi apprezzabile, diventare qualcuno su cui gli altri potevano fare affidamento e che volessero vicino.

cominciai con il sistemare il mio guardaroba, riempendolo di vestiti colorati e che mi avrebbero fatto sembrare carino e non un triste e solitario bambino. mi sforzai poi di sorridere e ridere più spesso, mi esercitai per tutta l'estate a fare battute parlando con i miei peluche seduti ordinatamente sul mio letto, fingendo che fossero i miei nuovi compagni di classe. comprai tanto di quel materiale scolastico da poter aprire la mia personale cartoleria, nella speranza che qualcuno si sarebbe rivolto a me nel caso avesse avuto bisogno di una matita o una penna. mi feci tagliare e tingere i capelli di un colore stravagante, un arancione che fece arrabbiare da morire i miei genitori ma che a me diede una botta di euforia perchè finalmente avevo preso una decisione da solo, senza la loro supervisione.

quando finalmente mancarono pochi giorni prima dell'inizio della scuola, ero una persona totalmente diversa. ero rinato, ero diventato una versione migliore di me, più sicuro, probabilmente simpatico.

jeongin per poco non svenne quando mi vide per la prima volta, dopo essere tornato dalle vacanze. ''cosa ne hai fatto del mio sung'' mi aveva detto, scuotendomi per le spalle e io avevo riso come non avevo mai fatto, mostrando tutti i miei denti, senza nascondere il sorriso dietro alla mano.

non avevo più niente di cui vergognarmi, il nuovo jisung non si imbarazzava, non si nascondeva, il nuovo jisung era sicuro di se stesso e aveva una grossa e rumorosa risata.

quando finalmente arrivò l'ultimo giorno di vacanza, decisi di andare a fare la spesa a un minimarket, riempendo il mio cestello di uova, farina, zucchero, burro e cioccolato fondente. poi tornai a casa e aspettai che i miei genitori uscissero per andare a qualche stupida cena di lavoro e cominciai a cucinare dei brownies. 

repay me [minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora