Capitolo 12

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Il canto degli uccellini danno il buongiorno a Deva. Le sue labbra si curvano in un piccolo sorriso prima di aprire gli occhi, contenta del buon sonno che aveva avuto. La stanza era già illuminata grazie al sole  che splendeva nel cielo.
Voleva stiracchiarsi, con tutto che se ne rendeva conto dì essere bloccata, tenuta stretta da due braccia che l'avevano completamente inghiottita e attaccata a un altro corpo. Ridacchia sottilmente, pensando che Esme l'avesse presa di nuovo tra le braccia. Succedeva spesso quando le due dormivano insieme e la sua migliore amica sognava Jacob.
Improvvisamente le viene in mente di farle uno scherzo ma la sua completa lucidità torna quando con la coda dell'occhio si rende conto che le braccia che aveva attorno a lei non erano braccia femminile. Così come il petto a cui è incollata con la schiena non sembrava affatto quello di una donna. Non
sentiva la morbidezza dei seni, ma la durezza di alcuni pettorali. Si mise una mano dietro la schiena e iniziò a palpeggiare spaventata, dietro il suo sedere c'era qualcosa...qualcosa di forte...Solo nel secondo a venire strabuzzò gli occhi, scioccata di aver toccato il corpo di Liam. Perché era sicura che si trattava di lui. Ricorda benissimo di essere andata a dormire, condividendo il letto con il ragazzo.

Ma perché la stava abbracciando?
Liam la stava tenendo in modo stretto come se fosse un orsacchiotto.

Deva cerca di riprendere fiato e pensa a una strategia per scappare da qui, riuscendo solamente a rotolare leggermente, girandosi verso di lui. Dormiva profondamente, la sua testa era sepolta nel cuscino e le ciocche dei suoi capelli erano sparse ovunque. Aveva le labbra socchiuse e respira in modo lento, quasi troppo lentamente, segno che aveva un sonno tranquillo.
Deva si morde il labbro in modo nervoso, domandandosi di come sono arrivati in questa posizione. Solo ora si rende conto che la sua testa è appoggiata sul braccio di Liam, capendo che in un certo senso anche lei aveva acconsentito a questa avvicinanza mentre dormiva. Probabilmente, inconsapevolmente, si erano intrecciati l'uno con l'altro.

L'altro braccio di Liam era ancora sul fianco di Deva, ma con una leggera pressione la ragazza si sente spostare, venendo incollata nuovamente al petto di Liam.
Un piccolo sbuffo esce dalla bocca di Deva. La sua faccia tocca leggermente la guancia di Liam che adesso ha un leggero cenno di barba, solleticandola.

Per un momento Deva si perde nel guardarlo ma poi la parte razionale che c'è in lei le ricorda che non può restare in questa posizione all'infinito, nonostante, stranamente sta bene. Le braccia di Liam erano calorose e per quando avrebbe voluto rimanere in quel posto caldo doveva allontanarsi sul serio. Quel intruso che prima aveva sentito premere, stava continuando a farlo, ma questa volta per via della posizione, lo sentiva pulsare tra le sue gambe.
Socchiude gli occhi e si morde la lingua.
Allo stesso tempo, sentiva qualcos'altro... un dolore sgradevole tra le cosce, la febbre muscolare. I motivi per allontanarsi erano tanti ma il suo problema principale era un altro, doveva assolutamente andare in bagno.

<<Liam>> sussurra a bassa voce.

<<Liam!>> ripete più forte quando capisce che se solo avesse sussurrato nuovamente lui non l'avrebbe sentita.

<<Mmh>> borbotta, senza muoversi né aprire gli occhi.

<<Puoi...lasciarmi andare, per favore?!>> balbetta. Non aveva idea del perché si sentisse impacciata. Avrebbe dovuto essere...arrabbiata, ma non riusciva nemmeno a mentire a se stessa. Tra le sue braccia si sentiva bene.

Questa volta un sorriso pigro si allarga sulle sue labbra di Liam, ancora senza aprire gli occhi. La stringe più forte, come per controllare il territorio. La sua mano cade sul fondoschiena e lo stringe nel palmo della mano.

<<Hmm!>> questa volta geme, con la tipica voce mattutina rauca e Deva inizia a sudare all'istante. Rimane senza fiato e cerca di scappare dalla sua mano, ma quello che riesce a fare e spegnersi più forte verso di lui.

Amami per finta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora