CAP 9. La pratica quotidiana

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Il terzo esercizio proposto da Alberto fu chiamato "Navigare tra le Emozioni".
Mi trovai seduto in una stanza tranquilla, illuminata solo da una candela. Mi invitò a chiudere gli occhi e a fare un respiro profondo. "Immagina un oceano", disse con voce calma. "Ogni onda è un'emozione, e tu sei una piccola barca che naviga in mezzo a esse."

All'inizio, l'oceano era calmo. Ma ben presto, sotto la guida di Alberto, le onde cominciarono a formarsi. La gioia, la tristezza, la rabbia, l'amore, la gelosia... ogni emozione diventava un'onda che cercava di rovesciare la mia barca. Ero spaventato, ma pronto a restare lì in quel momento, guidandomi attraverso la tempesta.

"Ogni emozione", spiegò Alberto, "ha un suo posto. Non dobbiamo lottare contro di essa, né respingerla. Dobbiamo solo osservarla, accettarla e lasciarla andare." Con il tempo, imparai a navigare tra le mie emozioni, riconoscendole per quello che erano e accettandole senza giudizio. E quando finalmente riaprì gli occhi, sentii un senso di pace e di comprensione che non avevo mai provato prima.

Il quarto esercizio era "Osservare senza Giudizio". Alberto mi guidò in un giardino vicino. C'era un albero, e sotto di esso, un piccolo stagno con dei pesci. Mi chiese di osservare il giardino, l'albero, lo stagno e i pesci, ma con un'importante distinzione: dovevo osservare tutto senza giudizio. Dovevo vedere senza categorizzare, senza etichettare, senza confrontare.

All'inizio fu difficile. Il mio mente continuava a vagare, cercando di dare un nome a tutto ciò che vedevo, cercando di classificare e giudicare. Ma la mia guida insistette: "Osserva senza parole. Senza pensieri. Semplicemente osserva."

E così, lentamente, imparai a vedere il mondo in un modo completamente nuovo. Ogni foglia, ogni pietra, ogni pesce nello stagno diventò un mistero, una meraviglia. Non c'erano più "belle" foglie o "brutte" foglie, "grossi" pesci o "piccoli" pesci. C'era solo l'esistenza pura e semplice.

"Questo", disse Alberto con un sorriso, "è il modo in cui il mondo realmente è. Senza etichette, senza giudizi. Puro, semplice e meraviglioso."

Entrambi questi esercizi rivelarono aspetti di me stesso e del mondo che prima non avevo mai considerato. Mi fecero comprendere quanto spesso viviamo intrappolati nei nostri pregiudizi, nelle nostre aspettative e nei nostri giudizi, e quanto liberatorio può essere lasciare andare tutto ciò e semplicemente "essere" nel momento presente. Furono passi essenziali nel mio viaggio di crescita e consapevolezza. 

Ogni esercizio mi avvicina a me, alla nuova vita. Sempre più libero di concedermi al momento presente.


Dopo aver sperimentato la potenza del "Navigare tra le Emozioni" e "Osservare senza Giudizio", Alberto aveva in serbo per me altri esercizi profondi. Uno di questi era la "Dieta del Silenzio". Per un mese intero, non dovevo parlare. Potevo comunicare solo attraverso azioni o scrittura. La sola idea mi sembrava strana, quasi punitiva. Eppure, Alberto insisteva sul fatto che avrebbe rafforzato la mia consapevolezza.

Nei primi giorni, la frustrazione cresceva in me. Mi rendevo conto di quanto spesso parlassi senza riflettere, di quanto le parole uscissero dalla mia bocca senza un vero intento dietro di esse. Ogni volta che volevo dire qualcosa, dovevo fermarmi e riflettere: "È veramente necessario esprimerlo?". Questo mi portò a scrivere più di quanto avessi fatto in anni, e ogni parola scritta aveva un peso, un significato.

Molte persone intorno a me erano perplesse, alcune frustrate dalla mia scelta. Ma il vero cambiamento avveniva dentro di me. Imparai l'arte dell'ascolto. Ascoltavo attivamente, profondamente, senza pensare a cosa avrei detto dopo. Questo mi permise di comprendere le persone e il mondo attorno a me a un livello molto più profondo.

Un altro esercizio fu la "Camminata Lenta". Un giorno, Alberto mi portò in una delle piazze più affollate della città. Mi indicò due punti, uno all'inizio e uno alla fine della piazza, e mi disse di camminare da un punto all'altro alla velocità più lenta possibile. Mentre il mondo si muoveva freneticamente attorno a me, io dovevo muovermi in lento contrasto con tutto ciò.

All'inizio mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, stranamente esposto e vulnerabile. Ogni passo era un'eternità, e potevo sentire ogni muscolo del mio corpo muoversi. La tentazione di accelerare, di fondersi con la folla, era forte, ma la voce di Alberto nella mia testa mi ricordava di restare presente.

L'effetto fu stupefacente. Non solo divenni "iperconsapevole" del mio corpo, ma anche delle persone attorno a me. Le loro espressioni, i loro movimenti, i loro sguardi. Molti erano sorpresi, altri divertiti, e alcuni persino infastiditi. Ma mentre procedevo, immergendomi in quella lentezza, una profonda calma mi invase.

Tutti gli esercizi, benché diversi nella pratica, avevano un obiettivo comune: rafforzare la mia presenza nel momento presente. E, in effetti, furono rivelatori. Era come se, attraverso queste pratiche, avessi iniziato a vedere il mondo con occhi nuovi, liberi dai veli delle abitudini e delle distrazioni. E Alberto, con la sua saggezza, era lì ad accompagnarmi passo dopo passo in questo meraviglioso viaggio di scoperta interiore.

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