In quattro anni di cose ne erano cambiate.
Simone era riuscito ad entrare al corso di laurea, aveva finito il percorso di studi e si era laureato, diventando così un fisioterapista a tutti gli effetti.
Aveva riacquistato la sua autonomia completamente, anche dal punto di vista economico. Quella che prima non aveva mai avuto.
Non aveva mai avuto perché la vita si era messa in mezzo sin da subito.
Era riuscito anche a soffrire di meno, grazie a Manuel.
Era riuscito a provare meno dolore durante l'anniversario della morte di Jacopo e della morte di una parte di sé.
Era riuscito a ritrovare la fiducia che gli era stata sottratta.
Tutto questo grazie a Manuel.
Perché Manuel era stato il suo punto fermo, il suo punto di forza quando gli sembrava di star cedendo.
Lo stesso Manuel a cui aveva risposto subito di sì quando gli aveva chiesto di andare a convivere, due anni prima.
Manuel che aveva imparato il codice Braille per lui.
Manuel che era diventato a tutti gli effetti un insegnante, superando anche il concorso.
Lo stesso Manuel con cui andava a "sentire le stelle", ogni qual volta ne aveva bisogno.
C'era un posto, sulla spiaggia di Ostia, che ormai era diventato un posto sicuro per loro.
Portavano un telo, si sdraiavano sulla sabbia con una coperta e ascoltavano le onde del mare, che facevano da sottofondo ad un'audiocassetta di astronomia. Simone si chiedeva ancora come Manuel fosse riuscito a trovare un mangiacassette. Credeva fossero fuori produzione, invece l'aveva sorpreso.Era sempre lo stesso Manuel che faceva svanire ogni suo dubbio. Specie quando avevano discusso del fatto che lui fosse una sfumatura di nero, mentre - secondo Simone - Manuel meritava qualcuno che fosse una sfumatura di ogni colore.
I momenti bui c'erano, i dubbi di Simone spesso prendevano il sopravvento e questo gli faceva mettere da parte l'amore che provava verso l'altro ragazzo.
Succedeva perché, nonostante tutti i progressi e l'autonomia riacquistata, continuava a sentirsi un peso, a volte.Non importava quanti passi in avanti facesse, quanta autonomia recuperasse, una parte di sé si sentiva sempre un peso. Tipo quando doveva fare qualcosa di nuovo o andare a qualche visita. Una parte di sé sapeva che erano cose per cui la maggior parte delle persone aveva paura, eppure lui si sentiva un peso.
Per quello ne discutevano parecchio, perché Manuel voleva fargli capire che a lui non interessava nulla, anche se Simone sosteneva di non potergli dare tutti i colori che il mondo poteva offrirgli, perché lui poteva dare solo il nero.
Quel nero in cui lui aveva imparato a vivere e in cui Manuel aveva imparato a vedere.
Nonostante quello, quei due anni di convivenza erano stati una continua scoperta.
Manuel aveva scoperto che Simone metteva delle etichette in Braille su ogni contenitore e scaffale della casa per capire cosa ci fosse e come trovare tutto quando era solo in casa. Manuel l'aveva aiutato in tutto quel processo quando si erano trasferiti. Aveva scoperto anche che la mattina, appena sveglio, dava il buongiorno a Jacopo toccando la testa di un dinosauro di gomma, che aveva messo sul comodino.
Così come Simone aveva scoperto che Manuel aveva una precisione quasi maniacale nel sistemare i libri negli scaffali. Che quando era nervoso fumava una sigaretta prima di andare a dormire e che la maggior parte delle volte c'entrava il padre.
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Trust Me
Fanfiction[ Simuel!AU | mini-long | 4 capitoli + 1 missing moment ] È una di quelle giornate particolari. Simone non sa bene come riesce a capirlo; lo percepisce e basta. È come una di quelle sensazioni che hai appena ti svegli la mattina. Né più né meno. ...