1. Il Matto

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Y/N schiacciò con fare sonnacchioso la sveglia che stava trillando da quasi dieci minuti. "Mi alzo, cazzo" mugugnò, rotolando verso il bordo della cabina letto.
Strisció verso il bagno. Non aveva nemmeno la forza di stiracchiarsi; la notte precedente era stata un vero incubo. Accese la doccia, impostó il programma di base e lasciò che il gettò di acqua calda le sciogliesse i muscoli delle spalle.

"Buooongiorno Night City! Alla lotteria delle vittime di oggi è stato estratto un bel trenta!"

Y/N sogghignò, svaccandosi sul divano davanti al notiziario del mattino. Sì, lo sapeva benissimo chi era morto - qualcuno sicuramente per colpa sua. Affondò le bacchette nella scatola di ramen istantaneo e lasciò che il presentatore elencasse tutte le nuove imprese della malavita.
'Un giorno diranno anche il tuo nome' le ripeteva sempre Ieiri, il suo bisturi personale. Y/N fece uno scongiuro.
'A proposito di Ieiri' pensò, alzando le braccia. Con un colpo secco aprì gli impianti di combattimento installati negli avambracci: no, sembravano funzionare alla perfezione. Nessuno scatto, nessun rumore sospetto.

Cos'era allora quella cosa che si doveva ricordare...?

Portò una mano a grattarsi la nuca. La sera prima si era ripromessa di andare subito da Ieiri... Ma per quale motivo?
Boh, prima o poi le sarebbe tornato in mente. Si vestì in fretta con la sua solita divisa - giubbino da moto, shorts e occhiali da sole - e uscì a godersi il sole della California.

'Il sole. Come no'.
I tetti dei palazzi del vicinato erano praticamente invisibili ad occhio nudo. Il cielo quasi non si vedeva, coperto dalla foresta di torri; il caldo dello smog, però, le scottava lo stesso la pelle.
"Y/N! Hey, Y/N!"
Una voce familiare richiamò la sua attenzione. Era Yuji, il suo partner. Alzò una mano per salutarlo.
"Hey, choom. Dormito bene?" gli chiese, sedendosi con lui sugli sgabelli di un baracchino da street food. Sicuramente Yuji aveva fame, e vista l'ora non aveva ancora fatto colazione.
"Benissimo" Si gongolò lui, ordinando due porzioni di spiedini. "Sono stato da Yuko".
"Heh. Me l'aspettavo".
Yuko era una deliziosa ragazza che aveva affittato il negozio esoterico sopra la clinica di Ieiri. Andavi da lei se avevi bisogno di farti predire il futuro, per farti leggere i tarocchi, o se volevi comprare qualche incantesimo o cristallo; Y/N non ci aveva mai capito granché, ma le piaceva l'atmosfera strana che aleggiava in quel negozio. E poi Yuko aveva un gatto, e i gatti erano pochissimi, ormai. Le piaceva andare a coccolarlo ogni tanto.
"Allora, quand'é che te la sposi?"
Yuji si stiracchiò sullo sgabello, alzando il bavero del giaccone. "Non é così semplice".
"Per il lavoro?"
"...Anche. E poi a mio nonno non piace. È ancora sotto shock per la storia di mia madre, é difficile per lui accettare qualcuno di nuovo in famiglia".
La ragazza annuì, e ordinò una birra. "Vuoi che ci parli io? Mi adora".
Yuji scoppiò a ridere. "No, per favore. Poi mi devo beccare due ore di ramanzina sul perché non mi sono messo con te". Scrollò le spalle. "Evidentemente i miei gusti personali sono meno importanti, per lui".
Y/N sorseggiò la sua birra, pensosa. É vero, loro due erano davvero molto amici, ma nessuno dei due era il tipo dell'altro. E poi Yuji era innamoratissimo della sua bella, perché negare l'evidenza?
"Beh" tagliò corto lei, con un tono allegro. "Quando vorrai sposarla dimmelo, vi rapisco stile Giulietta e Romeo e vi sposo a Pacifica".
Le risate del compagno bastarono a risollevare l'atmosfera. Finirono le loro consumazioni in fretta e chiamarono le moto, pronti per una nuova giornata di lavoro.

La Nazaré di Yuji sfrecciava davanti a lei fra le vie di Night City. La ragazza faceva del suo meglio per tenere il passo, anche se sapeva benissimo che la sua Kusanagi non avrebbe raggiunto la potenza dell'altra.
Si ripromise di rifarsi il parco macchine quando l'avrebbero pagata per la prossima missione - se lo diceva sempre, ma alla fine non cambiava mai la sua adorata moto.
"Ti va di dirmi dove stiamo andando?" chiese al compagno, attivando l'interfono. Vide Yuji alzare un braccio davanti a lei.
"Giriamo di qua" le rispose "al locale delle Mox".
Y/N sbatté le palpebre da dietro la visiera del casco. "Andiamo dalle puttane?"
"Y/N, cazzo". Lo vide scuotere la testa. "Ci han dato un incarico, cosa te ne frega?"
'Speriamo paghino bene' borbottò fra sé e sé.
Spostò il peso a sinistra e superò un'auto incolonnata nel traffico, sgusciando di nuovo in corsia quando vide una limousine arrivare in senso opposto.



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