3. La Papessa

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NdA

Ciao edgerunners!
Tutto bene? Eccomi qui di venerdì con il capitolo settimanale!
Grazie che continuate a leggere e a votare... e soprattutto che mi avete seguito in questa nuova storia.
Il secondo capitolo è stato frenetico, anche troppo, ma purtroppo l'azione si  doveva consumare proprio in quel tempo narrativo. Non avevo alternative.
Ora possiamo prendercela un po' più con calma e ficcarci a piedi uniti nella nostra simpatica introspezione che mi piace tanto ahahahaha
Buona lettura e un bacione

Mako

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Uscirono dall'edificio con relativa facilità.
In quel momento la maggior parte della sicurezza si era concentrata all'ultimo piano, e il Trauma Team era già arrivato - probabilmente per cercare il cadavere di Ryomen. Sgattaiolarono dall'uscita di servizio, usando il pass che si erano procurati da Maki e Mai, e finalmente arrivarono nel parcheggio dei dipendenti.

Ryomen storse la bocca. Le auto erano estremamente dozzinali rispetto a quelle degli ospiti dell'hotel; sembravano tutti pezzi tirati fuori da qualche discarica e riassemblati dai nomadi prima di essere venduti. Beh, probabilmente quella era proprio la realtá, ora che ci pensava.
Yuji sembrò notare il suo sguardo critico.
"Che schifo i poveri, vero?" lo provocò. Y/N sorrise: si vedeva lontano un miglio quanto fosse contento di potersi rivalere su uno di quei cazzo di corporativi, una volta tanto.
Ma quel dannato Arasaka non l'aveva nemmeno degnato di un'occhiata. Anzi, stava alzando la mano per chiamare la sua Outlaw, giusto per rimettere bene in chiaro i ruoli.
La ragazza trasalì, e gli bloccò la mano.
"Ti ricordo che sei morto, cazzo" sibilò. "E i morti non chiamano le auto". Si premette un dito alla tempia, come per intimargli di usare la testa.
Lui si scrollò dalla presa, un'aria schifata dipinta in volto. Non voleva assolutamente darle ragione, ma effettivamente non aveva altra scelta che salire su quel cesso ambulante che stava arrivando in quel momento.
"Cosa..." mormorò, mentre i due gli facevano cenno di seguirlo in fretta.
"É un Taxi Delamain" spiegò lei, salendo davanti nel posto passeggero. "Ovviamente rubato e riprogrammato. Ma la guida automatica é utile quando devi avere le mani libere per sparare".
Ryomen si lasciò andare a un sospiro di esasperazione.
"Fantastico" commentò sarcastico. "Sono in mano a due disperati che non hanno nemmeno i vetri antiproiettile".
"Ti ricordo che puoi sempre scendere" rispose secco Yuji, mettendo in moto. Ignorò la gomitata dell'amica. "Hey, Del. Portaci da Ieiri".

"Hey, corp. Passaci quello zaino".
Ryomen ignorò l'epiteto e lo allungò alla ragazza, che tirò fuori quelli che dovevano essere i loro abiti civili. In pochi secondi si spogliarono e si cambiarono, una sincronia quasi perfetta.
L'uomo non volle dare alla ragazza la soddisfazione di sentirsi guardata, e sprofondò nei suoi pensieri.
Finalmente aveva un attimo di tempo per riflettere. Appoggió la testa sullo schienale del sedile e chiuse gli occhi.
Gli sembrava tutto un enorme disastro, al momento. Tentò il metodo di scomposizione dei problemi che utilizzava suo padre quando ancora dirigeva l'Azienda.
Qualcuno aveva rubato il chip. E questo era il primo problema.
Qualcun altro, probabilmente proprio il ladro, lo voleva morto. Secondo problema.
E, infine, Uraume aveva interrotto la comunicazione. Terzo e ultimo problema.
'Cominciamo dal fondo' si disse, aggrottando le sopracciglia.
Uraume non poteva semplicemente smettere di rispondergli dal nulla. Era praticamente una sua proprietà. Che diavolo poteva essere successo?
Di sicuro non era morto, gli sarebbe arrivata la comunicazione. Ma allora...
Cercò di ragionare lucidamente, mettendo da parte la rabbia. Solo lui poteva volontariamente recidere il contratto con il ninja. Lui e -
'No'.
Riaprí gli occhi. La consapevolezza lo aveva improvvisamente colpito come uno schiaffo in pieno viso.
"Non é possibile" sussurrò.

"Hm? Hai detto qualcosa?"
Y/N abbassò il volume della musica scadente che quel povero taxi stava sparando dalle casse. Sistemò lo specchietto retrovisore, ma l'uomo lì dietro non la stava guardando.
Sbuffò. Gli avevano appena salvato la pelle, ma quel cazzo di corporativo continuava a mantenere le distanze. Improvvisamente le fu ben chiaro perché Yuji fosse tanto seccato.
Si rigettò seduta, incrociando le braccia.
"Bella riconoscenza" mormorò, roteando gli occhi. Sentì l'amico ridacchiare.
Sí, in fondo cosa le importava? L'avevano salvato per garantirsi la seconda parte del pagamento, non di certo per pura filantropia. Eppure essere completamente ignorata, beh... Le dava un bel fastidio.
'Soprattutto da un manzo del genere' rifletté, squadrandolo un attimo dallo specchietto.
Che spreco. Tutti quei muscoli su un dirigente aziendale. A che cosa gli servivano?
Passò lo sguardo da lui a Yuji. Sebbene anche lui vantasse un fisico niente male, era decisamente più basso e magro. Beh, e anche più giovane.
Si sfregò le mani sulle cosce scoperte. Non aveva ancora ben realizzato che quella sera aveva rischiato di non esserci più... Meglio berci su e tentare di non pensarci.

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