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Ciao a tutti! Mi presento, io sono Y/n, abito a Vogar, in Islanda e sono canadese. Ho 16 anni e vivo con la mia famiglia. Mio papà è islandese mentre mia mamma è italiana. Io sono canadese essendo nata e cresciuta in Canada. A questo punto vi chiederete perché sono nata proprio in Canada, semplicemente mia mamma stava lì in vacanza con degli amici e mio padre essendo più piccolo di mia madre era lì con la famiglia. Si sono conosciuti, innamorati e sposati in Canada. Infatti hanno litigato con entrambe le famiglie per rimanere lì, alla fine sono scappati dall'aeroporto prima di prendere l'aereo per tornare nei rispettivi paesi dove abitavano. In Canada ho conosciuto il mio attuale fidanzato, Langa (e si è proprio lui, lo skater). Dopo 15 anni che vivevamo in Canada ci siamo trasferiti dove vivo ora con tutta la mia famiglia, mia madre, mio padre, mia sorella Mitsuki e mio fratello Reki. Io sono la sorella di mezzo, Reki ha 17 anni e Mits ne ha 15. Ogni mattina mi alzo alle 5 per andare a correre, purtroppo il mio corpo non mi piace per niente e sto provando a cambiare anche se non ho ancora ottenuto un minimo risultato. Langa mi ha sempre supportato in questo e io non lo ringrazierò mai abbastanza. Mia sorella Mits non ha mai visto di buon occhio Langa, dice che secondo lei si sta solo approfittando di me ma è ancora troppo piccola per capire certe cose così la lascio parlare e non la ascolto. Reki invece ha legato subito con Langa infatti sono ottimi amici. Come dicevo prima non mi piace il mio aspetto, mi vedo grassa, bassa, non mi piacciono i miei capelli, il mio naso e anche i miei occhi. Infatti tendo sempre a vestirmi con vestiti larghi ma che comunque rispettino il mio stile. Ora parliamo invece del mio carattere, sono una persona molto ingenua, o almeno così dice Langa , ma non lo dice con cattiveria. Sono molto organizzata e precisa e non sopporto le cose fatte all'ultimo minuto, devo avere tutto sempre sotto controllo. Delle altre mie qualità possiamo dire che sono molto efficiente (e non deficiente, credo...), sono molto socievole e precisa ma un mio difetto è quello di non capire il sarcasmo. Inoltre tengo tanto alla mia immagine, infatti ho un mio stile preciso e se anche una singola cosa stona nel mio outfit io non esco di casa.

Oggi é una classica giornata invernale, le strade piene di neve e la temperatura a -15°. Io sto camminando per andare a scuola (ora direte: ma come, non ci vai in macchina? No, la nostra famiglia non possiede molto denaro ma ci accontentiamo, infondo stiamo bene così! E se ve lo state chiedendo, i soldi per i miei vestiti non li spendiamo, mia zia é sarta.). Dicevamo, mentre camminavo sulla strada innevata mi imbattei o meglio, inciampai rovinosamente, su una pallina di pelo bianca con due occhi azzurri come il cielo d'inverno. Mi guardai intorno per vedere se c'era un padrone e credo proprio di averlo trovato. C'era un esemplare di essere umano disteso sulla neve a faccia in giù che sembrava non respirare. Allarmata, corsi a verificare il suo stato di salute e dal viso dedussi si trattasse di un ventenne o poco più. Pensavo fosse svenuto così cominciai a prenderlo schiaffoni sulla faccia. Ma dopo circa 10 menate sentii ce stava tirando porconi così capii che si era svegliato e mi sbrigai a scusarmi e giustificarmi.

?: Tranquilla anzi, grazie per avermi "rianimato". Ora gliela faccio pagare amaramente a quella palla di pelo. 

Solamente dopo capii a chi si riferiva, in effetti c'era una certa somiglianza tra il cane e il padrone. Corsi dal cane e lo presi in braccio.

Y/n: Ma che razza di padrone sei! Non gli puoi fare del male!

?: Hai completamente ragione, hai posto in casa?

Y/n: COME?

?: Tu rispondi...

Y/n: Si, certo che ho posto. Ora mi spieghi perchè?

Mi girai verso lo strano soggetto che avevo incontrato ma mi ritrovai a parlare con il vuoto. Era sparito... Guardai il cane e notai che attaccato al suo collare c'era un biglietto.

tu credi nell'infinito? 3xx xxx xx0

Pensai subito che quello fosse il suo numero di telefono e mi ripromisi mentalmente di chiamarlo per restituirgli il doggo. Poi come se venissi fulminata mi ricordai che dovevo andare a scuola. Cominciai a correre nella direzione dell'istituto e, quando finalmente arrivai a destinazione realizzai che era appena finita la seconda ora e che mi sarei dovuta giustificare, così mi sedetti a pensare. Quando finalmente giunsi alla conclusione che potevo fingere la morte di mio padre, cominciai a sentire molte voci provenire dall'entrata, mi girai e vidi una folla di studenti uscire. Erano passate tutte le cinque ore mentre io ero seduta sul moretto fuori scuola. Sconsolata tornai a casa con il cane, preparandomi per la ramanzina che avrei dovuto subire. E dato che non so minimamente mentire, mi decisi a confessare la verità. 

- gli occhi dell'inverno - Gojo Satoru x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora