Capitolo 36: Un Trionfo Amaro

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La bandiera a scacchi sventolò, segnando la fine del Gran Premio d'Italia. Charles attraversò il traguardo in prima posizione, vincendo la gara in modo magistrale. L'adrenalina pulsava nelle sue vene, ma non riuscì a sorridere come avrebbe dovuto. Era il suo trionfo personale, ma non poteva goderne appieno a causa della tensione che pendeva tra lui e Sofia.

Scendendo dalla monoposto, Charles si guardò intorno, cercando uno sguardo familiare. I tifosi festeggiavano, gli ingegneri della squadra si congratulavano con lui, ma non vide Sofia da nessuna parte. Si sentì un groviglio di emozioni nel suo petto. Voleva condividere questo momento con lei, ma le cose erano diventate così complicate.

Mentre saliva sul podio, Charles poteva sentire gli occhi del mondo addosso a lui. La folla gridava il suo nome, ma lui sentiva il peso del silenzio di Sofia. Alzò il trofeo con una smorfia di gioia falsa dipinta sul viso, ma dentro di lui sapeva che c'era qualcosa che doveva affrontare.

Una volta sceso dal podio, Charles si avvicinò al suo team che lo stava aspettando con congratulazioni e brindisi. Ma la loro eccitazione sembrava lontana, come se fosse un eco distante rispetto a ciò che aveva condiviso con Sofia in passato.

Dopo le interviste e le fotografie di rito, Charles trovò un momento di solitudine e prese il suo telefono. Sentiva il bisogno di cercare Sofia, di parlare con lei, di chiarire le cose.

Digitò un messaggio, cercando le parole giuste. "Sofia, possiamo incontrarci? Ci sono cose che dobbiamo discutere."

L'attesa sembrò interminabile, ma alla fine arrivò una risposta. "Va bene, possiamo vederci al solito caffè tra un'ora."

Un brivido di emozione attraversò Charles. Aveva bisogno di risolvere le cose con Sofia, di chiarire la tensione che si era accumulata tra di loro. Si diresse verso il caffè, l'ansia e la speranza mescolate nel suo petto.

Quando arrivò, Sofia era lì, seduta in un angolo del caffè. Charles si avvicinò con cautela, gli occhi che incontravano i suoi. C'era una tensione nell'aria, un senso di incertezza su come iniziare questa conversazione.

"Sofia," iniziò Charles, la sua voce un sussurro pieno di emozione. "Devo scusarmi. Per tutto ciò che è successo, per come sono stato. Non volevo che le cose finissero così."

Sofia lo guardò intensamente, gli occhi rivelatori di un'intera gamma di emozioni. "Anche io ho fatto errori, Charles. E forse ho reagito in modo eccessivo."

Charles annuì, sentendo il peso delle parole nel suo petto. "Non volevo che le cose tra noi arrivassero a questo punto. Abbiamo attraversato così tanto insieme."

Sofia abbassò lo sguardo, una tristezza passeggera nei suoi occhi. "Lo so. E forse ho lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento."

Charles prese una boccata d'aria, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri. "Sofia, voglio chiarire le cose. Voglio che sappia che tutto ciò che ho detto in passato era solo rabbia e frustrazione. Non rappresentava ciò che provo davvero."

Sofia lo guardò attentamente, come se cercasse la sincerità nelle sue parole. "E cosa provi davvero, Charles?"

Charles prese una boccata d'aria profonda, gli occhi fissi su Sofia. "Provo ancora tanto per te, Sofia. Anche con tutte le difficoltà, non ho mai smesso di amarti."

Sofia sembrò farsi più piccola per un attimo, come se quelle parole l'avessero colpita inaspettatamente. "Charles, anch'io..."

Charles la interruppe dolcemente. "Non devi rispondermi ora. So che ci sono cose che dobbiamo discutere, che dobbiamo risolvere. Ma voglio che tu sappia che il mio amore per te è reale, e che sono disposto a lavorare su di noi."

Le lacrime si affacciarono negli occhi di Sofia, le sue labbra tremarono mentre cercava le parole. "Charles, ho ancora bisogno di tempo per elaborare tutto. Ma sono disposta a provarci."

Charles sorrise, un sorriso che trasmetteva speranza e rinnovata fiducia. Si avvicinò a Sofia e le prese delicatamente la mano. "Allora prenderemo tutto il tempo di cui hai bisogno. Siamo nella stessa squadra, ricorda?"

Sofia annuì con un sorriso tremulo. "Sì, siamo nella stessa squadra."

Si guardarono negli occhi, un'intesa silenziosa che sembrava riavvicinarli. Non avevano risolto tutto, ma sapevano che stavano iniziando a mettere le basi per un nuovo inizio.

Cuori in pista a MonteCarlo; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora