Capitolo 4 - La Caverna

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Le urla di Valmir si attutirono qualche istante dopo, chiudendosi con un lungo e straziante grido di disperazione. Ad accompagnarlo raccapriccianti scricchiolii come di ossa che venivano fatte a pezzi e suoni ovattati di carne fatta a brandelli.

«Oh, Creatore...» sussurrò Malo. «È morto?»

«Cosa ne possiamo sapere?» rispose duro Mannier.

Alexis poteva percepire la tensione dei suoi compagni in quella galleria buia. Solo la sinistra fiamma della torcia portava un po' di luce in quel cammino. Che la luce di questa torcia ci guidi nelle tenebre di questa caverna come la Luce della Redenzione ci guida tutti i giorni attraverso l'oscurità e la corruzione che l'Oscuro Signore getta sul mondo e le nostre vite.

Stalattiti, stalagmiti e colonne riempivano quella galleria di una cacofonia umida di acqua gocciolante. Le voci ammalianti nella sua testa lo chiamavano come se fosse uno spirito slegato dal corpo, accompagnato dagli angeli verso i Giardini Celesti.

Il segreto dei Belem... continuava a pensare Alexis. Così posso tornare a casa... ma sapeva che quel pensiero andava contro ogni cosa in cui lui credeva. Era peccaminoso e blasfemo lasciarsi attrarre da un essere maligno che poteva leggergli nell'animo. L'Oscuro Signore tesseva sempre trame fitte e accurate per indurre nel peccato gli esseri umani. E quelle voci erano sicuramente demoni al suo servizio.

Il segreto dei Belem ripeterono le voci mentre si facevano più austere e tonanti. Le percepiva tutte e tre distintamente nella propria testa, come se a permetterlo fosse un incantesimo. Il segreto dei Belem è nel sangue, Alexis della Contrada Fiorita. È sotto la pelle, nelle ossa e nella psiche. Essi popolano queste sabbie da tempi che né tu, né la tua gente può ricordare. Tengono chiuse le porte di colui che da tempi troppo remoti dorme un sonno come la morte. E tutto ciò li ha temprati.

Quelle parole fecero venire i brividi ad Alexis e una nuova ondata di freddo lo travolse, tanto che i suoi compagni se ne accorsero. Una tempesta si alzerà e i pilastri che reggono le fondamenta del Sud verranno spezzati. Il suo sarcofago infranto e la sua tomba eterna violata. Le brame della regina immortale anche la morte faranno cessare. Shuddarath, Uno dei Sette, sarà destato e inizierà la sua cerca. Ira e vendetta caleranno sul mondo come una tempesta di sabbia e miasmi, spianando la strada al ritorno della tenebra più nera...

«Cosa significa tutto ciò?»

«Con chi stai parlando?» fece Mannier perplesso.

Alexis solo in quel momento si rese conto di aver parlato ad alta voce e non più nei pensieri come faceva prima. «Non le sentite le voci?» chiese quasi intimidito. Era sicuro che l'avrebbero preso per pazzo.

Tutti scossero il capo. L'espressione di Bukur, invece, diventava sempre più sinistra e sospettosa man mano che il tempo passava. Alexis continuava a non fidarsi, nonostante il suo aiuto facesse comodo.

Entrarono in una vasta camera immersa negli echi infiniti dell'acqua che colava, scorreva e gocciolava. La torica illuminava pietre levigate, altre stalattiti gocciolanti, complessi di stalagmiti e colonne. Antichi graffiti sulle pareti raffiguravano uomini a caccia, animali del deserto, strani serpenti a tre teste, scorpioni giganti e draghi.

Gruppi di candele accese erano posizionati nelle zone più asciutte e delle torce brillavano di una vividissima fiamma arancione appese alle pareti della caverna, tanto da rendere superflua la torcia dalla fiamma bluastra che Alexis impugnava.

Lo stato di meraviglia che per un attimo distrasse tutto il gruppo di uomini, venne cancellato dal riecheggiare di una voce imperiosa e distorta come se fossero molteplici. «Ti avevo detto di venire solo!»

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