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"Spetta agli Alfa il senso di protezione, hanno loro l'esclusiva, ma io Beta anomalo sentivo la necessità di proteggerti".

Quando tutto ebbe inizio.
Quando la cosa che più odiava si trasformò nella miccia che accese la sua ossessione.
Lui che per rispondere ai falsi sorrisi si costringeva ad alzare gli angoli della bocca cercando di sembrare anche solo in lontananza sincero, sorrise involontariamente al nuovo cliente della zona.
Fin dalla prima volta gli aveva risparmiato la sua solita fatica, sorrideva con così tanta facilità da sorprendersi da solo quando si rese conto di ciò che aveva appena fatto.
Ogni mercoledì, puntuale arrivava la sua chiamata, lo stesso ordine di pollo piccante, come sempre il nostro fattorino aveva detto che la consegna l'avrebbe sempre fatta lui, il suo tono e il suo sguardo tagliente non avevano lasciato spazio per lamentele o altro, tutto sommato per i suoi colleghi era un giro in meno da fare, ma anche se fosse stato un problema tale richiesta nessuno si sarebbe fatto avanti per obiettare, non con lui.
L'aspetto riesce a nascondere anche il lato più oscuro di una persona, il Beta in questione usava questo fatto a suo vantaggio, lentamente si sarebbe vendicato per tutti i soprusi del passato con l' aggiunta di interessi.
Jimin faceva le consegne a domicilio, durante il suo lavoro sfoggiava la sua chioma corvina, ed proprio nel suo ambiente neutro che conobbe la sua ossessione.
Happy Spice era la ditta per la quale lavorava come fattorino, specializzata in pollo fritto piccante, non era il lavoro dei suoi sogni, tornava a casa che puzzava di fritto ma pure in quello aveva trovato un lato positivo.
Girovagando per le varie consegne poteva conoscere diversa gente, imbattersi in qualcuno da una botta e via, trovare qualcuno da spennare o qualcuno da punire.
Quindi tutto sommato anche se si sentiva un aletta di pollo unta una volta rientrato non poteva lamentarsi più di tanto, ancora meno da quando incrociò il suo sguardo.
Per i Beta era difficile avere un vero e proprio imprinting, o almeno non era così chiaro come tra Alfa e Omega, eppure quando lo vide sentì un brivido sotto pelle, quando sorrise poi sentì un  piccolo black-out su tutto il corpo.

-Taehyung, che bello quando dovevano lasciare il nome per le consegne, solitamente lasciavano quello vero, i più simpatici o che si credevano tali davano nominativi assurdi.-
Pensò Jimin la prima volta che lo vide.

Quel nome gli si addiceva, era più alto di lui, capelli corvini come i suoi ma leggermente mossi, pelle ambrata e un fisico tonico, sicuramente si allenava.
Ad ogni consegna il Beta si allenava due minuti prima di suonare il campanello per prepararsi a sorridere, per la prima volta aveva difficoltà a togliersi il sorriso dalle labbra, soprattutto dopo aver udito la sua voce roca quando gli aveva consegnato la sua borsetta contenente il suo ordine.
Da quel giorno quel ragazzo sembrava aver preso pianta stabile nella testa di Jimin, non gli bastava più vederlo una volta a settimana per una misera manciata di minuti, voleva di più, doveva usare ogni mezzo per insinuarsi nella sua vita.

Ne necessitava, perché la sua immagine, quella di lui in pantaloncini corti, che esponevano le sue lunghe gambe toniche e affusolate, le sue canottiere che mettevano in mostra il suo collo e le spalle larghe, le sue mani grandi e le sue dita lunghe lo stava facendo impazzire.

Soprattutto perché accompagnava docce molto lunghe e gemiti difficili da mutare, anche la bolletta dell' acqua ne stava risentendo.

Beta (Vmin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora