4.

57 11 10
                                    

"Ci si modella costantemente per amalgamarsi all' ambiente circostante, ci si trasforma per compiacere. Ma i più furbi lo fanno per pugnalare alle spalle".

Aveva provato ogni combinazione possibile, ma il bellissimo Taehyung sembrava non possedere nessun tipo di social, probabilmente usava uno pseudonimo, chiunque possedeva un profilo, magari trascurato, ma comunque c'era, pure lui ne gestiva uno, molto irrealistico, nessuno poteva collegarlo alla sua persona, troppo insospettabile, forse.

"Psiche", si celava sotto quel nome, caricava immagini di frasi famose o meno, molto spesso era lui stesso a crearle, la cosa che le accomunava era che tutte celavano delle frecciatine molto velate verso la società, per gli intuitivi  non erano poi così tanto velate.

"Dicono che il terzo sia il numero perfetto. Allora nel terzo gradino si sta decisamente meglio".

Queste frasi ricevevano diversi mi piace, Jimin non si illudeva, molti non avrebbero mai capito cosa volessero veramente dire quelle parole, erano i Beta quelli considerate al terzo posto, ovviamente dopo Omega al secondo posto e sul podio gli indiscussi Alfa.
L'ultimo post era stato condiviso mezz'ora dopo essersi cambiato dal suo rientro, aveva passato le prime luci dell'alba a seguire uno dei classici ragazzi, qualche ora prima in discoteca si era permesso di allungare le sue luride mani su di lui, aveva osato usare il potere Alfa per costringerlo ad appartarsi con lui nei bagni.
Non poteva immaginare che era solo un test, Jimin aveva imparato con il tempo a non subirne più l'effetto, per questo doveva ringraziare gli anni di percosse subite dai suoi zii e dalle merde che vennero dopo di loro, persone non era un termine che poteva utilizzare per quegli gli scarti umani, solo dopo tutto il dolore aveva potuto capire come non cadere sotto l'influenza paralizzante che tanto odiava.
Nei vari luoghi che frequentava in tranquillità non utilizzava camuffarsi, il travestimento lo teneva ben nascosto in macchina da occhi indiscreti, sapeva benissimo che poteva tornargli utile in ogni occasione, anche la più insospettabile.
E come non poteva non averla con sé quando metteva piede in uno dei locali più caotici e peccaminosi, era il suo luogo preferito, quello dove scaricare lo stress accumulato punendo coloro che venivano venerati dalla società, gli Alfa, erano rari quelli che potevano definirsi discreti.
Dopo aver appurato le intenzioni di quel ragazzo decise che era il momento di entrare in scena, finse di aver bevuto troppo, di avere qualche giramento di testa, di avere l'assoluto bisogno di vomitare, fu proprio quando iniziò a fingere i conati di vomito che l'Alfa schifato mollò la presa, era un classico, loro volevano scopare non ricevere un vomito gratuito.
La cosa più riprovevole era il fatto che scegliessero esclusivamente i Beta in certi momenti, erano molto rare le possibilità che rimanessero incinti, quindi si prendevano anche la libertà di non usare le dovute protezioni, senza però avere il consenso dalla parte opposta di ciò, perché in quegli atti violenti e fugaci solo uno dei due aveva il potere e il piacere, e non erano sicuramente i Beta ad avere tali privilegi.
Jimin ghignò dopo aver visto fuggire indispettito e schifato il povero Alfa, come sempre le sue doti di attore erano sorprendenti.
Rimasto solo si ricompose, si guardò allo specchio, era giunto il momento di sfogarsi.
Ormai il locale stava chiudendo e lentamente si stava svuotando, il momento perfetto per rimettere in riga qualcuno stava giungendo.
Uscì dal locale completamente calmo, si avviò nei parcheggi giungendo fino alla sua macchina, l'aprì e ci salì dentro, sotto il sedile ben nascosto trovò il sacchetto di cui aveva bisogno.
Indossò la sua amata parrucca bionda e la posizionò accertandosi che coprisse completamente i suoi capelli veri, insieme ad essa mise anche la sua mascherina nera.
Ci volle una mezz'ora di attesa prima di veder giungere la sua preda, ghignò quando la fortuna volle , ovviamente la sua, che il povero Alfa si trovasse completamente da solo e sbronzo.
Dopo aver indossato il tutto allungò la mano sul sedile del passeggero, al di sotto di esso, più precisamente conficcata all'interno dell'imbottitura estrasse una mazza di legno, ora era pronto.
Scese dalla macchina facendo il meno rumore possibile, quel posto era decisamente poco illuminato, lo scenario perfetto per la giusta vendetta.
La sua preda stava andando verso una zona ancora più scura, nella parte del parcheggio dove le macchine ormai non erano più presenti.
Trascinò la mazza a terra lungo il suolo ghiaioso, voleva che lo udisse, e fu proprio quel rumore a far voltare l'Alfa che sgranò gli occhi quando si trovò la sua figura a poca distanza, non fece ora a pronunciare nemmeno un sillaba che la mazza si sollevò da terra e fece un grande impatto con la sua testa gettandolo a terra con violenza.
Ghignava mentre l'arma colpiva vari punti di quel corpo piegato al suolo, aveva già perso sangue dal naso dal primo colpo, si stava lamentando ad ogni singola percossa, nessuno lo avrebbe udito, erano solo loro due, e il suo aggressore non si sarebbe fermato prima di essersi assicurato che non avesse più fiato per far uscire nemmeno un flebile lamento.
La mazza era quasi completamente ricoperta di sangue, la puli sui vestiti dell' Alfa, soddisfatto gli diede le spalle e come se niente fosse tornò verso la sua macchina. 
Dal baule estrasse un kit di pulizia disinfettando la sua mazza, rientrò in auto e rimise tutto al suo posto.
Non lo aveva ucciso, per certi la morte era una cosa fin troppo clemente.
Dopo essersi vendicato era rientrato in casa, una doccia rilassante e la giusta ricerca, nessuno avrebbe mai pensato che dietro un post pubblicato quella mattina si nascondesse un' alba impegnativa.


Beta (Vmin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora