30. QUEM DI DILIGUNT, ADULESCENS MORITUR

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Silanna passeggiava nervosa nella stanza. Per quanto impegno avessero profuso lei e le sue ancelle, Aidan non aveva ancora ripreso conoscenza.

I cuscini colorati su cui l'avevano adagiato facevano risaltare il chiarore delle sue ciocche scomposte e rendevano ancor più evidente il colorito cereo. Dopo inutili tentativi di utilizzare la magia della Luce, la regina aveva congedato sia le fanciulle che i Maestri chiamati in suo aiuto.

Era rimasta da sola a vegliarlo e, per tutto quel tempo, non aveva fatto altro che annaspare in pensieri confusi. Oscillava tra la spasmodica ricerca di una soluzione e l'angoscioso pensiero di Adwen. Se fosse accaduto qualcosa ad Aidan e lei ne fosse stata la diretta responsabile, le avrebbe spezzato il cuore per sempre.

Continuò a recitare invocazioni al suo Daimon senza più badare alle parole. Era divorata dai sensi di colpa. Aveva implorato Aidan perché una piccola parte di lei sperava che quella magia l'avrebbe condotta in qualche modo a Edhel, e aveva avuto ragione. L'aveva visto, l'aveva toccato e aveva parlato con lui. Per l'ultima volta.

Una fitta triste e dolce allo stesso tempo le rallentò il battito del cuore. Si portò una mano alle labbra e strinse le palpebre per non cedere alla commozione al pensiero di quel momento.

L'ultima volta.

Quella consapevolezza non poteva che rendere ancor più prezioso quel ricordo, più raro, più amato.

Era stata egoista, certo. Lo era stata prima, quando aveva chiesto all'arciere di compiere quello sforzo. Lo era stata dopo perché di propria volontà non avrebbe mai lasciato Edhel, a dispetto di Aidan e della sofferenza che gli avrebbe potuto infliggere. Una parte di lei, però, credeva ancora di aver avuto diritto a quell'istante di felicità.

In fondo, lui sapeva a quali pericoli sarebbe andato incontro, nel momento in cui ha accettato!

Silanna si fermò di colpo al centro della stanza.

Il suo sguardo si fissò sul giovane re. Si ripeté l'ultimo pensiero che la sua ragione aveva elaborato con assoluta spontaneità e si accorse del proprio errore. No, Aidan non aveva la più pallida idea dei pericoli cui stava andando incontro.

Ah, Edhel... sei stato sventato come sempre!

Ma come poteva rimproverarlo davvero? Era già stato tanto che avesse avuto la lucidità, in punto di morte, di trasferire i propri Arcani al gemello. Di certo non poteva biasimarlo se, in una simile circostanza, tutto il resto gli era sfuggito.

Un attimo dopo elaborò l'idea che forse neanche Edhel conosceva i rischi. La conoscenza magica del suo amato, in vita, era stata tanta vasta quanto caotica. Era più probabile che ignorasse certi dettagli, altrimenti nemmeno lui avrebbe osato tanto.

E se Edhel li ignorava, è possibile che li ignori anche Adwen. Ma Aegis? Aegis lo sa per certo!

Scosse il capo per scacciare quella tesi e guardò il viso di Aidan una volta ancora, sconsolata.

Se solo Aegis fosse qui!

I suoi Maestri della Luce erano molto sapienti, ma il problema che aveva dinnanzi era di tutt'altra natura, esulava dalle loro conoscenze. Proveniva in maniera diretta dai Quattro Sacri Daimon. Solo Aegis avrebbe potuto capirla e consigliarla, ma come poteva presentarsi a lui, dopo tutto quel tempo e dopo ciò che era accaduto? Come gli avrebbe spiegato la sua nuova posizione e condizione?

No, impossibile. Non posso farlo.

Se anche avesse deciso altrimenti e fosse contravvenuta una volta ancora alle leggi del suo stesso regno, non aveva abbastanza tempo. Doveva agire in fretta o Aidan sarebbe morto.

Il re di ghiaccio (Arthalion's Chronicles #3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora