capitolo 2

11 0 0
                                    

Ritornato in hotel mi dirigo verso l'ascensore e trovo ad aspettarlo anche la ragazza carina di prima. Salgo e come mi aspettavo andiamo allo stesso piano. Provo a conversare con essa iniziando con un semplice buongiorno. Lei mi guarda con un sorrisetto da furbetta e mi squadra dall'alto in basso. Continuo con un: " Mi hai sentito?" e lei sbuffando mi urla in faccia un:" Non parlo con gli sfigati!". Mi deprimo visto il suo comportamento e aspetto in silenzio gli infiniti secondi che l'ascensore mi riserva prima di arrivare al quinto piano. Scende anche lei e la vedo entrare in camera sua, così mi faccio coraggio e le chiedo che cosa faccia in quell'arco di tempo che ci separa dal pranzo. Con mio sentito dispiacere sbuffa di nuovo e mi chiude la porta in faccia. In quel preciso istante la porta della mia camera si apre e ritorno alla realtà: che cosa sto facendo, sono fidanzato! Una parte di me si sente in dovere di raccontare i miei ultimi pensieri a Sophia, ma l'altra parte è conscia che Sophia mi lascerebbe e a questo punto oltre a una relazione rovinata, sarebbe rovinato anche il mio sogno di Los Angeles.

Sono passate ormai ore dal nostro ultimo incontro e io non faccio che ripensare a ciò che ho fatto e detto, questo non sono io! All'ora di cena Sophia mi informa che la sua migliore amica, Emma Radhartes, è per lavoro a Los Angeles e si vorrebbero incontrare una sera di queste. Io rifiuto subito l'invito ma dico a Sophia che non è un problema per me star da solo e lei è libera di andare. A primo impatto mi sembra che sia felice dopo quando ritorniamo in camera la vedo un po' giù di corda, atto confermato quando mi chiede:" Perché non vieni? Che sei troppo impegnato con la vicina? E' da quando siamo arrivati qui a Los Angeles che non fai altro che guardarla, pensi che non abbia visto?" O PORCA PALETTA ACCIDENTI                                                                         MI HA SCOPERTO
SONO MORTO
Penso qualche minuto a cosa dire e poi rispondo: "Guarda che ti stai sbagliando di grosso, e poi non voglio mettermi a litigare qui a Los Angeles". Passa qualche minuto e mi rilasso all'idea che abbia capito, ma poi salta fuori:" E allora cosa ci facevi alla sua porta prima?". Mi trova impreparato. Sto per andare nel panico. Vado nel panico. Mi manca l'aria. Inizio a farfugliare qualcosa di incomprensibile e poi esco. Scappo senza dire niente. Sono un codardo. Busso più e più volte alla stanza della ragazza e ad un certo punto mi appare davanti lei...

dream boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora