CAPITOLO 1

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è difficile lasciar andare ciò che più ci rappresenta,

ma a volte è l'unico modo per ricominciare

3 anni dopo

Chiara! Siamo pronti scendi!» urla mia madre dal piano di sotto

«Ok...» le rispondo io con un filo di voce.

Riguardo per l'ultima volta quella che un tempo era la mia cameretta ma che ora non ha più nulla di mio, è tutta spoglia e priva di personalità, sembra una stanza qualunque, non più la mia.

«Ciao...» dico guardando con gli occhi lucidi per l'ultima volta l'ambiente che mi circonda, poi scendo le scale e raggiungo la mia famiglia.

Arriviamo in stazione a Termini dopo una quindicina diminuti, prendo le mie valigie e prima di entrare mi fermo ad osservarequell'immensa stazione.

Ho paura di varcare quella porta perché significherebbe lasciare un pezzo della mia vita, un pezzo di me e io non voglio farlo, perché questo è tutto ciò che mi rappresenta, tutto quello che mi fa sentire a casa.

Ma alla fine lo faccio, entro all'interno della stazione e, cercando di trattenere le lacrime raggiungo il binario dove c'è il nostro treno, perché in fondo non ho scelta, sono obbligata a seguire la mia famiglia.

Intanto che attendo gli altri, guardo Michele, il mionipotino, che sorride e con i suoi dolci occhioni blu osserva con ammirazionel'immensa stazione

Un ciuffo castano gli ricade sul volto, ma lui è talmente preso a guardare ciò che lo circonda che neanche se ne accorge, allora mi abbasso di fronte a lui, gli sposto i capelli dal viso e con un debole sorriso gli chiedo «Pronto per questa nuova avventura?» e, in risposta, lui mi regala uno dei suoi abbracci affettuosi e poi corre verso i miei genitori per andare a fare colazione.

Mentre sono seduta su una panchina ad aspettare che gli altri tornino dal bar sento qualcuno chiamarmi «Chiara!» mi giro e vedo Valerio che mi viene incontro a braccia aperte, «Vale!» dico io con un filo di voce per la sorpresa, non mi sarei mai aspettata di trovarlo lì, soprattutto ad un orario così presto della mattina.

Appena miraggiunge lo abbraccio forte come non avevo mai fatto e rimaniamo così per untempo interminabile

Non lo volevo lasciare, non volevo lasciare la persona che c'era sempre stata per me nei momenti più belli e in quelli più brutti,avrei voluto scomparire in quell'abbraccio e rimanere in quelle braccia che mifacevano sentire a casa per sempre.

Io e Vale siamo migliori amici da praticamente tutta la vita, ci siamo conosciuti quando eravamo all'asilo perché eravamo nella stessa classe e da lì non ci siamo più lasciati. Abbiamo frequentato la scuola insieme fino alla fine delle medie, poi però alle superiori abbiamo scelto due indirizzi diversi, ma essendo nello stesso istituto passavamo sempre tutto il tempo insieme.

È molto alto, un "ragazzone", come lo chiamo io, di un metro e novanta, moro e con due iridi color carbone che ti ammaliano; infatti, tutte le ragazze cadono a suoi piedi, non esiste una ragazza in tutta Roma che non lo veneri e, sinceramente, non le biasimo.

Siamo l'opposto l'uno dell'altra, io sono molto estroversa, lui super timido, io mi faccio influenzare molto dal giudizio degli altri, lui invece si fa scivolare sempre tutto addosso, io sono molto testarda e voglio che si faccia sempre quello che dico io e lui invece si adegua, ma nonostante questo non riusciamo a stare l'uno senza l'altra e ci sosteniamo sempre a vicenda.

Dopo esserci staccati da quel lungo abbraccio, Valeriomi prende il viso fra le mani e guardandomi con gli occhi lucidi mi dice: «Ki,per qualsiasi cosa, lo sai, ci sono e, mi raccomando, non combinare casini cometuo solito, fai la brava.»

mi stampa un bacio sulla guancia poi aggiunge: «Ah, e, ricordati che ti voglio bene, più di quando immagini».

Quando ha pronunciato quelle parole l'ho guardato con un sorriso pieno di malinconia e poi gli ho detto «Anche io ti voglio bene Vale. Stasera poi ti chiamo.» lui ha annuito, e anche io a mia volta gli ho dato un dolce bacio sulla guancia, poi ci siamo salutati e lui se ne è andato.

Passiamo le tre ore successive in treno, Michele guarda i cartoni sul tablet, mia madre lavora e mio padre legge un libro, io, invece, con la musica nelle orecchie osservo il paesaggio che ci scorre davanti ripensando malinconica a tutto quello che ho lasciato a Roma, la mia città, e a tutti i bei momenti che ho trascorso lì.

Ora mi aspetta una casa nuova, una città nuova, una vita nuova: un nuovo inizio.

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ciao amici🩷!

come vi è sembrato questo primo capitolo?

vi sono piaciuti i nuovi personaggi che sono stati presentati?

per qualsiasi consiglio o domanda scrivetemi su ig (nome in bio)

-Eli🩷

love in stormy eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora