Tori infuocati. Ma che ca....

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Eric POV

Ok, la situazione stava degenerando.

A partire dal fatto che Percy Jackson aveva portato un ciclope con se al campo, e che questo ciclope in miniatura fosse stato riconosciuto come figlio di Poseidone.

Si chiamava.... com'è che si chiamava?

"Hai visto Tyson? E' piccolo per essere un ciclope, no?" Disse Sol Santos sedendosi vicino a me.

Ah, ecco come si chiamava il ciclope.

"Sì, l'ho visto. In un corpo a corpo contro Giada secondo te vincerebbe il ciclope o lei?"

Sol ci pensò sù. "Forse Tyson. E comunque ha un nome, non lo devi chiamare ciclope." mi guardò negli occhi. "Non crederti superiore solo perchè tu sei umano e lui no. Sono sicurissima che anche lui prova emozioni umane e che ha dei sentimenti."

Sbuffai. "Non lo stavo pensando. Solo che un ciclope figlio di Poseidone è una novità."

"Sei razzista." "Non sono razzista!" "Il fatto che tu ti riferisca ad un' altra specie simile alla tua ma con qualche modifica rifiutandoti di chiamarla per nome proprio ti rende razzista "

Alzai le mani. "Ok, ok! Tyson..." cercai approvazione nel suo sguardo.

Non appena la trovai continuai. "Mi sembra piccolo per i soliti ciclopi. Tutto qui."

Lei sembrò soddisfatta.

"Bene, bravo Eric. Ora puoi avere il tuo premio" disse tirando fuori un sacchetto.

"Non trattarmi come un can-" iniziai a protestare, ma appena mi resi conto che in quel sacchetto c'erano dei dolcetti rubati dalla mensa cambiai idea.

"Sai che c'è? Se mi porti ogni volta cibo rubato dalla mensa puoi trattarmi come ti pare"

Lei rise. "Bravo ragazzo ". Disse scompigliandomi i capelli.

Io la guardai male. "Non espanderti troppo" la avvisai.

Lei sbuffò. "Ma hai detto tu.." poi però si fermò, concentrata a guardare qualcosa alle mie spalle.

La cosa mi diede abbastanza fastidio, perché odio quando parlo con una persona e improvvisamente c'è qualcosa più importante di me.

"Ehy Luce!" Dissi, ma lei continuava a guardare dietro di me.

"Luce?" Le sventolai una mano davanti agli occhi.

Lei mi diede uno schiaffo sulla mano e mi prese per i capelli facendomi girare dalla parte opposta.

"Ahia! Cretina!" Le urlai.

Però qualche secondo dopo mi accorsi che c'era qualcosa di strano da quella parte del campo.

"Sono io o c'è una grande cosa nera che si muove?" Chiese Sol.

"Normalmente ti direi che sei tu, ma stavolta la vedo anch'io." Diedi un occhiata veloce al sacco coi dolcetti.

"Sicura che quello era zucchero a velo?" Lei mi tappò la bocca con la mano.

"Non vedo bene. Abbassati". La guardai confuso, ma feci ciò che mi chiese.

Mi piegai le ginocchia scettico e aspettai.

Lei si mise dietro di me e si mise seduta sulle mie spalle, facendomi quasi perdere l'equilibrio.

"Ma che cazzo fai!!" Le urlai, mentre mi alzavo e tentavo di riprendere stabilità sulla gambe provando contemporaneamente a non fare cadere lei tenendola sulle caviglie.

Lei mi mise le braccia intorno al collo per tenersi in equilibrio, cosa che mi provocò una strana sensazione allo stomaco che sparì tre secondi dopo.

"Non lamentarti, sto cercando di capire cos'è quella cosa."

The Poisoned CampDove le storie prendono vita. Scoprilo ora