Finalmente loro

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Axel POV

Quel giorno avevo pianto 

Ma non erano lacrime di tristezza, bensì di gioia.

Ero stato svegliato dalle urla di mio fratello Luca, che avevano destato l'intera cabina di Efesto.

Aveva corso a destra e sinistra, strattonandoli tutti uno ad uno e ci aveva detto di correre fuori a vedere.

Charles si era alzato borbottando e aveva scompigliato dolcemente i capelli di Luca, dicendogli: "Sì sì nanetto, ma adesso è presto. Veniamo fra poco. Torna a dormire, ti servono energie" e si era ributtato sulla branda.

Io invece, contagiato dall' entusiasmo di mio fratello mi ero alzato, e così avevano fatto anche Jake ed Agata, seguendo Luca fuori dalla cabina 9.

Ci precipitammo fuori di corsa a vedere cos'è che aveva scatenato tanta euforia da parte di Luca e rimanemmo di stucco.

Da fuori la foresta che circondava il Campo Mezzosangue si sentivano rumori di zoccoli veloci che raggiungevano sempre più velocemente i limiti del campo.

Ciò che ci lasciò più di stucco era il fatto che eravamo salvi.

Le ultime settimane erano state tragiche, continuavano ad attaccarci mostri e due semidei erano morti, tra i quali un figlio di Ermes e un figlio di Demetra.

Senza il vello eravamo persi, non avevamo speranze di vita.

Eve era stata tante volte a controllare l'albero di Thalia, e così tutti i figli di Demetra avevano dato più contributo possibile a rinforzare il pino ma non solo: anche le difese che ne conseguivano 

Ma non era bastato.

Il pino peggiorava sempre di più, e sul terreno intorno all albero c'erano delle linee nere a forma di radici, segno del veleno che si propagava sotto il terreno.

Quando uscii trovai Cassie, ancora in pigiama, svegliata probabilmente da Silena che correva felice ai margini del bosco.

Chirone era tornato, e con lui Percy Annabeth Grover Tyson  Clarisse e..... il Vello d'oro.

Olivia scoppiò a piangere e si lanciò tra le braccia della sorella che, ancora un po' stordita, ricambiò con affetto.

Eric e Giada si fiondarono su Clarisse, sollevandola in aria come un eroina, e poi si aggiunse anche il resto della cabina di Ares, che batteva i piedi e alzavano le voci invocando il nome della sorella: "Clarisse! Clarisse! Clarisse! Clarisse!"

Anche Sol si era unita e applaude a felice, con gli occhi caleidoscopici che sembravano girare per via della luce.

In un attimo l'intero campo era accorso, anche Charlie, sebbene lo fece borbottando qualcosa sul fatto che dormire fa bene , ma si vedeva che era felicissimo.

Luca correva di qua e di là, seguito da Ashley che lo osservava sorridendo.

Giada faceva finta di avere qualcosa in un occhio, ma in realtà stava piangendo.

Siccome chiunque glielo chiedesse poteva beccarsi un pugno in un occhio, stetti zitto.

Angi era così stordita che fece un passo e rischiò di cadere in ginocchio.

Nate, che ultimamente le stava sempre vicino (cosa normale visto che stavano insieme) la acchiappò al volo prima che potesse anche solo sfiorare terra.

I nostri sguardi si incontrano per un secondo.

C'era qualcosa che non me la raccontava giusta nella sua espressione, quasi colpevole e disperata.

Certo, forse era perché si sentiva in colpa, visto che la sua relazione con Angelica era falsa (me l'ha detto Cassie).

Però c'era qualcos'altro.

Nei suoi occhi c'erano quelle pagliuzze nere che vedevo sempre in tante persone.

Persone che nascono una cosa che li tormenta, che sanno che gli fa male ma al momento sembra la cosa giusta. Le pupille dilatate. Il volto pallido.

Di solito quelli che ho elencato sopra sono i sintomi di un cannato.

Ma che il milionario playboy Nathaniel Ivanov si stesse drogando era da escludere.

Credo.

A volte le persone nascondono i lati più importanti del loro io, finendo per fare cose tremende.

Mi ripromisi di parlarne più tardi con Cassie, che ora posso finalmente definire la mia ragazza.

Quando rimisero giù Clarisse,Eric si fiondò su Sol e le fece fare un giro in aria.

Immagino che per uno con tutti quei muscoli e di quell' età non sia difficile sollevare una quattordicenne magra come Sol.

Ridevano entrambi e se volete la mia, sembravano un principe e una principessa Disney.

Certo, quella principessa era capace di farti saltare la testa con la sua mazza sulla quale aveva attaccato degli smile anche solo se le parlavi di prima mattina e lei era di cattivo umore.

E quel principe era capace di strappare in due una poltrona di pelle a mano nude, quindi non so quanta resistenza in più avrebbe incontrato su un petto se avesse avuto anche una spada a disposizione.

Però nella loro intimità si trattavano con gentilezza.

Erano tutte e due persone fragili dentro.

O almeno Eric.

Di Sol non sono ancora convinto.



The Poisoned CampDove le storie prendono vita. Scoprilo ora