Capitolo 2- Ali di vendetta

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Raven si affrettò, volo veloce come un'aquila reale; ma non appena giunse a destinazione, una visione sconcertante e cupa si prospettò davanti ai suoi occhi. Quello che un tempo fu un campo di grano rigoglioso e pieno di vita, divenne una distesa grigia e nera come la cenere d'una colata piroclastica, si estendeva a perdita d'occhio per chilometri e chilometri. Prima limpido e ricco, ora desolato ed incenerito; il luogo dove Raven ed i suoi compagni si cibavano sparì come per opera di una magia oscura.

Non appena lui si avvicinò alle macerie di ciò che un tempo fu il possente mulino a vento, vide, lì nel mezzo, il corpo, o meglio, quello che ne rimase, del suo amico Jacques. Da quel momento in poi, il suo piumaggio divenne nero come la notte più profonda, come gli abissi più oscuri; così successe anche agli altri corvi.

In quegli istanti, Raven ebbe una visione nella sua mente, una visone dagli occhi del suo defunto amico Jacques, di cosa gli era capitato. Sentì fluire in sé il furore più puro, la vendetta più intensa, ma così intensa da rendere la sua anima secca come una gola assetata, quando un tempo fu invece pregna d'amore e di brio.

I suoi occhi divennero rossi, talmente intensi da far invidia alla cappa di un matador. L'odio più torbido ed autentico prese il controllo, offuscandolo e stizzendolo, martoriandolo e facendolo concentrare su un solo ed unico obiettivo; vendetta, pura ed amara vendetta.

"Vi ucciderò tutti, dal primo all'ultimo, non avreste dovuto far del male al mio amico".

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