le mie lenzuola sanno come ti chiami,
anche il tavolino su cui lancio le chiavi
e la pezza per gli occhiali;
i muri conoscono a memoria gli audio in cui parlavi
di cose inutili, dei tuoi dubbi e sanno che mi chiamavi
il pomeriggio, dopo scuola, appena tornavi.
se potessero parlare mi direbbero "stupida, l'amavi"
avrebbero ragione, ma mi fermavo in dettagli formali;
alla fine abbiamo perso gli aspetti normali
del nostro rapporto, ogni volta che mi lasciavi
con un vuoto un po' più grande e tornavi
per riempirlo. Ormai
il mio cuscino sa come ti chiami.
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raccolta d'illusioni
Poetryciò che può nascere dalla mente di una povera (dis)illusa.