Capitolo 13 - Clockwork

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"Compiti finiti!" Sospiro posando la cartella accanto al letto. "Era ora! Erano davvero tantissimi."

I professori non hanno mai avuto pietà per me, purtroppo. Cercano sempre di privarci di avere del tempo libero, i compiti a casa non servono a nulla.

"Non lamentarti, quelle espressioni le ho dovute fare io da solo." Dice Jeffrey incrociando le braccia, quasi offeso da ciò. Matematica non è mai stato il mio forte, così ha deciso di darmi una mano. O meglio, l'ho praticamente costretto.

"Dettagli irrilevanti." Dico strizzando l'occhio mentre sistemo tutti i libri sulla libreria.

Sento le braccia di Jeffrey cingermi i fianchi e le sue soffici labbra posarsi sul mio collo dolcemente. Mi volto verso di lui, incontrando gli occhi del ragazzo che amo.

"Sai, volevo parlarti di una cosa..." Inizio accarezzandogli le braccia. Tra poco sarà estate e posso bearmi di un Jeffrey senza felpa.

"Tutto ciò che vuoi, piccola." Dice lui con voce sensuale, lasciandosi coccolare da me.

"Ecco, sai. Pensavo... Perché non ufficializziamo la cosa?"

"Quale cosa?" Chiede confuso.

"Oh dai, non far finta di non capire. Intendo, noi due, sai..."

Cala un silenzio imbarazzante senza che nessuno dei due dica nulla, finché non decide Jeffrey di aprire bocca.

"Intendi, fidanzati? Avere una data, appuntamenti e cose così? Questa roba non mi piace, non è da me. Ma sappi che io già ti consideravo la mia ragazza." Parla come se fosse la cosa più ovvia del mondo ed io sorrido divertita.

"Davvero? Wow." Ridacchio. "Tranquillo, appuntamenti e tutto il resto sono l'ultima cosa a cui penso." Lo rassicuro. "Piuttosto, pensavo a qualcosa tipo... Sai, dirlo ai miei genitori. Sono stanca di nascondere tutto, vorrei che entrassi dalla porta d'ingresso, d'ora in avanti."

Lui sembra quasi sorpreso dalle mie parole e mi blocca subito con un semplice "Ci penseremo, ok?"

Decido di non insistere oltre. So che non ama ritrovarsi sotto pressione, perciò lo rispetto.

"In ogni caso, andiamo?" Domando nervosamente, quasi sussurrando. "Me l'avevi promesso."

Jeffrey distoglie lo sguardo dai miei occhi, diventando improvvisamente rigido. "A patto che tu facessi tutti i tuoi compiti. Matematica l'ho fatta io, non tu." Cerca di aggrapparsi alla prima scusa che gli è balzata in mente.

"Ma tu hai promesso", mostro il mio dito più piccolo, "con la stretta dei nostri mignoli."

Per me è sempre stato un rituale sacro, se facevi una promessa con il mignolo non potevi spezzarla.
Quando ero bambina capitava litigassi con Emily per questo, lei non manteneva mai le promesse, anche le più stupide.

"Non te ne andrai mai, vero? Promettimi che non mi lascerai mai da sola." Dissi ad Emily dopo l'ennesimo litigio, porgendole il mignolo.

Lei mi guardò con un'espressione triste e adorabile allo stesso tempo. "Prometto!"

Ma non è riuscita a mantenere quella promessa...

"Ehi Jane, tutto bene?" Jeffrey mi risveglia dai miei pensieri, preoccupato dal mio sguardo perso nel vuoto. "Ho detto che va bene. Verrò con te."

Subito sgrano gli occhi, non credendo a quello che ho sentito. "Davvero?" Pensavo di non riuscire a convincerlo, di dover mettere il broncio e invece è stato più semplice di quanto pensassi. "Non voglio che tu ti senta obbligato però, non fare niente contro il tuo volere."

KILL ME || La mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora