Richiedimelo domani

L'esame

"Per esercitare la professione più difficile e piena di responsabilità– quella di genitori– non occorre superare alcun esame."
David Grossman

Gli ultimi giorni sono stati davvero impegnativi. Tra le vendite delle opere e l'evento da organizzare, io e Federico abbiamo passato la maggior parte delle nostre giornate in Galleria. Giorgio ogni tanto compariva per chiedere aggiornamenti, ma per adesso la sua collaborazione non si è resa necessaria. Per fortuna aggiungerei! Infatti, quando arriva il suo ex amico, Federico cambia atteggiamento e diventa scontroso e silenzioso.
Io e Giorgio invece continuiamo a bisticciare, ma io l'ho capito che è il suo modo di flirtare e fingo di stare al gioco, in fondo mi diverte.

In tutto questo casino, devo anche preparare l'esame per martedì. La sera però non riesco proprio a studiare. Così i giorni passano e la data dell'esame si avvicina.
Federico in ufficio nota la mia tensione e così gli racconto della mia ansia di non riuscire a fare neanche questa volta l'esame.
Mi descrive un po' il suo periodo all'università, anche lui ha studiato economia e anche lui ha avuto qualche problema con degli esami.

Secondo Fede l'unico rimedio per riuscire a prepara un esame che si odia, è studiare in compagnia.
- Purtroppo nessuno dei miei amici, ha scelto questo esame! - Esclamo - mannaggia a me, ma cosa mi è venuto in mente quando l'ho aggiunto nel mio piano di studi! -
- Se vuoi posso aiutarti io, qualcosa mi ricordo e ciò che non so, lo leggerò nel libro! - Propone.
Accetto, senza pensarci troppo. Ho davvero necessità di passare questo esame , quindi salto i convenevoli e propongo di vederci nel weekend. Federico mi suggerisce di incontrarci il giorno dopo, anche se è sabato, in Galleria: "Così staremo tranquilli, ho sempre odiato studiare nei bar, sono sempre troppo rumorosi- ammette.
Annuisco e mi offro di portare due pizze insieme ai libri.
- Affare fatto! - 

Ho sempre amato studiare in gruppo. Insieme a Giulia e Seba passavamo interi pomeriggi in università e tra una risata e una battuta studiavamo pure. Ogni tanto invece ci vedevamo a casa mia, Giulia portava le sue crostate, iniziavamo a studiare e poi spettegolavamo tutto il tempo. Quando però eravamo sotto data, super concentrati ci chiudevamo in biblioteca e restavamo fino a sera inoltrata. Molto spesso io e Giulia facevamo l'esame e poi passavamo gli appunti a Seba, che lo dava all'appello successivo. Lui tutto soddisfatto poi ci restituiva i fogli e sventolava il suo libretto con un nuovo 22.

L'indomani suona alla mia porta Anita. Non le funziona la connessione a casa e mi chiede se può restare da me perché deve fare delle ricerche per i suoi prossimi articoli. Le dico che può rimanere quanto vuole, anzi di aspettarmi per la cena.

Appena arrivo in ufficio, vedo Federico che parla al telefono con tono scontroso.
Quando mi vede, mi fa cenno di aspettare. Lo guardo interrogativa, cosa vuol dire?
Chiude la telefonata, viene verso di me ed esordisce: - cattive notizie, non possiamo stare qui oggi perché fra un'oretta arriveranno degli operai a montare delle installazioni e faranno molto rumore, quindi non riusciremo a studiare!-
- Ah non lo sapevo- ammetto.
- Neanche io, me l'hanno appena comunicato da Firenze. Cambiamenti delle ultime ore e come sempre non vengo tenuto al corrente.-
- Se tu devi restare, non preoccuparti. Studierò da sola.- 
- Non ci pensare, una promessa è una promessa, chiamo Sergio, verrà lui. Me lo deve! -

Dopo 10 minuti siamo fuori: - Dove andiamo ora? Non conosco bene questa zona, non so se ci sono dei posti tranquilli dove andare a studiare- mi guardo intorno alla ricerca non so bene di cosa.
- Non molto lontano da qui, c'è...casa mia. Se vuoi...possiamo andare lì- propone Federico quasi timoroso.
Non so cosa fare, da una parte sarebbe una soluzione perfetta, ma dall'altra, non vorrei avesse un'impressione sbagliata di me. Ci penso qualche secondo: - Ok!- esclamo alla fine.
Siamo nel 2023 perché dovrebbe essere sbagliato?