11. Punizione (Gojo)

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Mi sento bene. Non percepisco pressione allo sterno, niente stomaco in subbuglio, ansie e sensi di colpa che mi soffocano. Quand'è stata l'ultima volta in cui mi sono svegliato così sereno? Ispiro un profumo ambrato, dolce e rasserenante. Mi accoccolo meglio contro questo corpo caldo e rassicurante.

Corpo?

Spalanco gli occhi e fisso una nuca. Vero, sono in camera di Geto. Non sto abbracciando il cuscino ma lui. E non mi dispiace affatto. Lo stringo ancora più forte. Com'è possibile che un ragazzo abbia tutto questo potere su di me? Geto si lamenta nel sonno. Gli accarezzo i capelli, sono morbidi, speriamo non li tagli mai. 

«Cosa stai facendo?»

Oh! È sveglio «Ti coccolo» le parole escono sincere, con lui viene spontaneo dire sempre quello che penso. Senza filtri.

Purtroppo il suo corpo fugge via dal mio abbraccio. Si siede sul letto e mi fissa corrucciato. Ha le guance e le orecchie rosse. L'ho imbarazzato? Mi piace l'idea di avergli fatto provare quest'emozione. Voglio stuzzicarlo ancora. Mi siedo davanti a lui e riprendo a giocare coi suoi capelli, faccio girare una ciocca tra le dita e lo fisso dritto negli occhi. Socchiude le labbra e mi guarda stupito e confuso. Il basso ventre prende fuoco e voglio di più. Mi piego verso di lui avvicinando i nostri visi e... salta via come una cavalletta dal letto.

«Dobbiamo....dobbiamo andare» ha la voce roca e incerta «il prof ci aspetta»

Ah! Vero. La punizione. Mi alzo e dondolando vado verso la porta.

«Vado a vestirmi. Ci vediamo in corridoio» esco e torno sui miei passi «Aspettami! Non andare senza di me!»

Geto annuisce e mi sbatte la porta in faccia.

Ahi! Temo di aver esagerato questa volta. Speriamo di non aver rovinato quest'amicizia sul nascere.

Mi sono vestito in tre secondi netti e saltello sul posto aspettando che Geto esca dalla sua camera. Sono nervoso. Mi terrà il muso? Non vorrà più parlarmi?

«Sei già qui?» esce  e mi sorride.

Sorride.

Allora va tutto bene, vero? Siamo ancora amici? Glielo chiedo e faccio finta di nulla?

«Che punizione ci darà? Spero tu non debba ancora giocare coi calabroni» si incammina lungo il corridoio.

Rimango a fissare la sua schiena per qualche secondo prima di trotterellargli dietro. Finge che non sia successo nulla? O forse è accaduto solo nella mia testa.

«Speriamo non ci faccia pulire i bagni per un mese» inorridisco all'idea. Ovviamente ho già dovuto farlo una volta. Anche spazzare l'intero cortile dalle foglie autunnali senza usare i poteri. Pulire la cucina per una settimana. Differenziare la spazzatura delle aule...

«Bleah» commenta Geto prima di fermarsi davanti alla porta dell'ufficio del prof.; ispiriamo e espiriamo in sincronia. Poi entrambi sogghigniamo dopo aver sbuffato insieme. Alla fine Geto bussa.

«Avanti» la voce del prof.

Entriamo. Lui è in piedi dando le spalle alla finestra e sorseggia una tazza di caffè.

«Bene, bene. Ecco qui la nuova coppia dell'anno»

Deglutisco. E se come punizione decidesse di dividerci? Di farci seguire corsi separati e nemmeno condividere il dormitorio? Inizio a sudare freddo. Ho faticato tanto per avvicinarmi a lui, non voglio perderlo. Non portatemelo via. 

«Visto che avete tanta energia da bruciare» continua «ho pensato di farvi fare un lavoretto giù in città. Da qualche giorno rileviamo un'aurea maligna. Leggera, deve essere una Maledizione di poco conto. Esorcizzatela»

«Eh? Davvero?» quasi non credo alle mie orecchie. Questa non è una punizione! Al primo anno di corso non ci fanno lavorare come Stregoni, dobbiamo solo studiare, studiare e studiare!

Il prof ride «Se non vuoi farla Gojo posso sempre scegliere una delle solite punizioni»

Geto mi incenerisce con lo sguardo.

«No! No! Prof va benissimo!»   

«Bene. Stamattina farete lezione come al solito, l'esorcismo lo compirete nel pomeriggio»



L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora