8. Lampone (Geto)

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Il bagno profuma di lampone quando entro in doccia. Sono consapevole della presenza di Gojo all'ingresso eppure non mi sento al sicuro. Controllo ogni angolo per verificare di essere solo.

Apro l'acqua e chiudo gli occhi sotto il getto caldo. Cerco di rilassare i muscoli ma quella sensazione di esser spiato non mi lascia.

«Gojo ci sei?» la mia voce riecheggia tra le pareti.

«Hai bisogno? Tutto ok?» la sua invece giunge smorzata dalla porta chiusa.

«Tutto ok» sto diventando paranoico, mi metto a fissare una piccola crepa di una piastrella che un tempo doveva esser stata azzurra, ora è di un colore incerto tra il bianco carta igienica e l'acqua dello scarico dei cessi. Cosa vuole quella presenza da noi? È arrabbiata, si percepisce, ma fino ad ora è fuggita quando abbiamo cercato lo scontro. Ci sta studiando? Cerca di capire i nostri punti deboli?

Metto un asciugamano intorno alla vita e un altro in testa. Mi avvicino allo specchio strofinando i capelli, sono cresciuti ancora. Non ho voglia di tagliarli, posso farmi la coda. Però in combattimento potrebbero essere un problema se li impigliassi. Forse dovrei fare uno sforzo e provare a sistemarli da solo, l'idea di andare dal parrucchiere mi disgusta. Non mi piace che degli estranei mi sfiorino i capelli.

Recupero i pantaloni e la biancheria e mentre saltello per infilarmi prima una gamba e poi l'altra noto con la coda dell'occhio un'ombra nella doccia dov'ero poco fa.

«Gojo!» urlo mentre mi posiziono in attacco verso la Presenza ma questa svanisce prima che riesca e metterla a fuoco.

Lui entra come una furia nel bagno e quasi scivola sulle piastrelle bagnate. Mi guarda con gli occhi spalancati, i terribili occhiali dove sono finiti? Non posso affrontare quelle iridi e rimanere sano di mente.

«Dov'è?» chiede guardando ogni angolo dell'orrendo bagno dell'istituto.

«Svanita nel momento stesso in cui ti ho chiamato» raccolgo la maglietta che ho fatto cadere nella fretta, ora è umida. Devo prenderne un'altra in camera.

Gojo mi osserva con attenzione, controlla ogni mia mossa. Sono in imbarazzo.

«Che c'è?» gli chiedo scocciato.

«Sono belli i tuoi capelli» allunga la mano e passa le dita tra le ciocche umide, mi si azzera la salivazione di colpo «falli crescere, stai bene coi capelli lunghi. Ti donano»

Non so cosa rispondere, bruscamente mi scosto ancora confuso dal batticuore che mi rimbomba nei timpani. Raccolgo le mie cose sparpagliate nel bagno e mi avvio nuovamente verso la camera per cercare una maglietta asciutta. Provo ad ignorarlo.

Lo sento saltellare dietro di me e canticchiare. Di colpo silenzio.

Mi volto di colpo temendo che la Presenza l'abbia aggredito, mi sento uno stupido per aver abbassato la guardia dopo aver suggerito di coprirci le spalle a vicenda, invece picchio la mia fronte contro il suo mento. Inalo il profumo di lamponi dello shampoo e salto all'indietro stordito massaggiandomi la fronte. Alzo gli occhi su di lui: ride divertito mentre si massaggia il mento.

«Ti va un tè?» esordisce «Passiamo in camera tua e poi andiamo nelle cucine»

Annuisco e lui continua «intanto studiamo un piano per catturare la Presenza»

Annuisco nuovamente mentre disperatamente cerco di calmare il batticuore. Credo che i lamponi siano appena diventati il mio frutto preferito.



L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora