Racconto Noir

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«Quindi è morto sul serio?» sbotta Cody all'improvviso; è pallido e visibilmente sudato, la sua agitazione è palese.

«Non c'è battito!» ribadisce nuovamente Esteban; la stizza nella sua voce risulta evidente nonostante la pronunciata cadenza spagnola nel suo inglese.

«Dobbiamo chiamare la polizia!» esclama sempre più ansiosamente, quasi urlando.

«Per fare cosa? - si intromette Anna dopo aver aspirato una lunga boccata di fumo - Se, come tu stesso hai ipotizzato, la causa della sua morte è un veleno, non c'è modo di scoprire chi di noi tre sia l'assassino dal momento che ognuno di noi ha versato un bicchiere al nostro freddo amico! Per la polizia saremmo tutti e tre colpevoli e in men che non si dica ti troveresti dietro le sbarre; è questo che vuoi, piccolo Cody?». La donna, dette queste parole, inala un'altra poderosa boccata di fumo e la sbuffa verso l'uomo facendolo tossire. Il silenzio e l'oscurità tornano a calare nella stanza.

«Cosa facciamo, allora?» chiede infine Cody, sempre più disperatamente; sembra che inizierà a piangere da un momento all'altro

«Cerca qualche indizio!» risponde Anna rivolta a Esteban. Il ragazzo si fa prestare l'accendino, unica fonte di luce nell'intera villa, dalla donna e, alla flebile e tremolante luce della fiamma, esamina il corpo. Dopo alcuni istanti nota che dalla tasca destra dei suoi pantaloni fuoriesce un pezzo di carta; lo estrae e lo getta sul tavolo posizionandovi sopra l'accendino per esaminarlo.

«Sembrerebbe un biglietto aereo! - fa notare Esteban; poi, acuendo la vista, aggiunge: - Da Barcellona a Sydney, il tredici Aprile di sei anni fa».

«Cosa? - sbotta Anna sorpresa - Quel biglietto è mio! È sparito dalla mia collezione alcuni mesi fa, cosa diavolo ci fa addosso a quest'uomo?».

«Forse lo aveva addosso perché l'assassina sei tu!» esclama Cody agitato allontanandosi rapidamente dalla donna.

«Non saltiamo a conclusione affrettate; - interviene il ragazzo spagnolo - anche io ero presente alla partenza di quel volo. Lo ricordo perfettamente: era una domenica ed ero stato chiamato d'urgenza all'aeroporto per un guasto informatico ai computer di bordo».

«Ora che ci penso, a quei tempi, facevo lo steward su quella tratta» dice Cody con voce tremolante.

«Quindi, in qualche modo, siamo tutti legati a quel volo? Interessante!» esclama la donna accendendosi un'altra sigaretta.

«Ehi, guardate qui! - interviene Esteban picchiettando col dito sul biglietto - C'è una scritta, ma non si capisce niente; e poi il biglietto è tutto spiegazzato, come se fosse stato in un luogo molto umido!».

«Il numero era il mio. - confessa Cody - La bellezza russa di questa donna mi aveva folgorato al punto da spingermi a fare un gesto impulsivo, ma questo non ha importanza ora. Parlando d'altro, se cerchiamo un posto umido in questa villa direi che la sauna è la risposta più ovvia».

«Ottimo lavoro, fifone! - lo stuzzica l'altro - Andiamo!».

I tre si incamminano negli stretti corridoi e tra le immense sale della villa; le pareti in sasso rendono l'atmosfera gelida, mentre la poca luce della luna che penetra attraverso le nubi rende il tutto ancor più raccapricciante. Camminando a tentoni e guidati unicamente dalla flebile luce dell'accendino, raggiungono la sauna.

«Cercate ovunque, qualsiasi cosa può essere un indizio» ordina la donna; i tre si mettono all'opera, ma l'oscurità rende la ricerca assai faticosa. Solo dopo diversi minuti Cody richiama l'attenzione degli altri:

«Questo non mi sembra esattamente al suo posto» esclama indicando qualcosa di nero e rotondo posato sulle pietre della sauna.

«Di che cosa si tratta?» chiede la donna; al buio la sua cadenza russa sembra più accentuata.

Da carnefici a vittimeWhere stories live. Discover now