Me lo dai, me lo dai, me lo dai, sì o no?

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 Spiaggia deserta, due palme a un metro dal mare, un'amaca nel mezzo e Manuel disteso sopra quest'ultima. Solo silenzio a circondarlo; silenzio e il rumore delle onde del mare che, pigre, si infrangono sopra la sabbia cristallina.

Direbbe quasi che è un sogno, Manuel.

All'improvviso da lontano, sente arrivare una canzone.

"Così stanco da non dormire

Le due di notte non c'è niente da fare"

Wow – pensa – Manuel, su quest'isola c'è anche della buona musica

Sorride sereno perché quella canzone gli piace così tanto che l'ha scelta come suoneria per il suo cellulare.

Cazzo, il cellulare.

In un attimo spalanca gli occhi e cerca di capire dove realmente è.

Era un sogno, Manuel.

Prende il cellulare e vede che la chiamata che lo ha svegliato arriva da Sergio, il suo capo.

"Ah Sè, ma che ore so'?", chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

"Le 5, Manuel".

"Le 5? E perché me stai a chiamà?"

"Eh, indovina."

"Nun me dì che c'è già gente appostata davanti al palazzetto?"

"Se vuoi non te lo dico, ma è proprio così. Quindi, doccia fredda così ti risvegli muscoli e cervello, un litro di caffè e vai sul posto. Ti voglio lì entro mezz'ora."

"Seh, vado."

Manuel appoggia i piedi nudi a terra, si strofina entrambi le mani sulla faccia per cercare di svegliarsi del tutto. Prende un grosso respiro prima di decidersi di alzarsi e di buttarsi sotto la doccia.

In un quarto d'ora è fuori di casa, diretto verso il Palazzetto dello Sport di Roma. In una situazione normale gli ci vorrebbero più di venti minuti per arrivare alla sua destinazione, ma sa che a quell'ora del mattino troverà poco traffico.

Si mette alla guida e maledice il giorno in cui aveva dato la disponibilità per essere chiamato a fare il servizio notturno per quel concerto. Aveva letto il nome dell'artista, sapeva che era un esordiente della musica italiana; se non ricordava male era stato anche all'ultimo Sanremo; quindi, secondo la sua esperienza nel campo della sicurezza degli eventi, gli era parso improbabile che ci sarebbe stata gente a fare nottata.

La prossima volta te informi meglio – gli rimbrotta la sua coscienza.

Manuel si era ritrovato a fare quel lavoro subito dopo aver finito le superiori. Aveva fatto il liceo scientifico, ma i risultati erano stati molto scarsi. Aveva capito che le materie scientifiche non facevano per lui e aveva deciso di iniziare l'Università, studiando Filosofia.

Per pagarsi gli studi, però, aveva bisogno anche di lavorare; e dopo aver pensato di ritornare nei brutti giri che avevano caratterizzato il suo quarto anno di superiori e aver scartato l'idea, si era buttato nel mondo della sicurezza agli eventi. Quando aveva trovato quel lavoro, tramite un amico di infanzia di sua madre, aveva iniziato anche a fare un po' di palestra. In casa, ovviamente, ché i soldi che guadagnava gli servivano per pagare le tasse universitarie e per aiutare sua madre con le bollette.

In poco tempo, il suo fisico mingherlino si era trasformato e aveva messo un po' di massa nella parte superiore del corpo; certo non incuteva paura quando lo si incontrava, ma avrebbe saputo venire a capo di una rissa in qualsiasi situazione.

Manuel parcheggia la macchina; si assicura tre volte di averla chiusa e si avvia verso l'ingresso del palazzetto destinato al parterre. Nota subito che le persone che si sono accampate fuori dai cancelli sono cinque.

Voglio quello che proteggi sotto il seno sinistroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora