CAPITOLO 1

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Mi sveglio, come ogni giorno da quando ho iniziato ad andare in quella specie di posto, la scuola. Sono le 7:00 e sono in ritardo, ah sì quasi dimenticavo, mi chiamo Lauren Galano ho 21 anni e vado al liceo, sono ancora all'ultimo anno, perché sono stata bocciata da una massa di deficienti, che non sanno fare il proprio lavoro..si..professori. Tornado a noi, ho un tatuaggio sul braccio -XXVII- ovvero il giorno del mio compleanno e un piercing al lato del naso. Sono di statura media e sono in forma, la mia pelle è molto chiara, ho i capelli neri, che a mia opinione sono una favola, e infine ciò che amo di più di me stessa, i miei occhi...un misto tra verde, grigio e azzurro, ed a essere onesta sono anche motivo di molte mie conquiste. Ad ogni modo, mi alzo dal letto e vado a fare una doccia. Mi trucco in modo leggero e passando la matita nel contorno occhi per farli risaltare ancor di più, rifinendo poi il tutto con mascara e eye-liner. Quando esco dal bagno, mi viene la pelle d'oca a causa della finestra rimasta aperta dalla sera prima, la chiudo e mi dirigo all'armadio. Prendo un paio di jeans neri strappati, molto strappati, una maglia nera, del mio gruppo preferito -The 1975- e le mie amate Vans anch'esse del medesimo colore. Scendo al piano di sotto e trovo il solito biglietto di buongiorno dei miei. "Amore, noi siamo già usciti, ci vediamo più tardi, ti ho lasciato il caffè sui fornelli e dei soldi nel piatto delle chiavi all'entrata, buona giornata e non combinare altri casini a scuola, ti vogliamo bene, mamma, papà, Chris e Taylor". Finisco di leggere e sul mio volto si stampa un sorriso, sono davvero la famiglia migliore che potesse capitarmi, mi hanno accettato anche dopo aver fatto coming out qualche anno fa, anche se, non sono molto d'accordo riguardo la mia abitudine sul portarmi a casa quasi tutti i giorni ragazze differenti. Verso il caffè nella tazza e comincio a berlo cercando la mia amatissima giacca in pelle nera, quando la trovo poso la tazza sul tavolo dirigendomi all'entrata, prendendo poi i soldi che mamma mi ha lasciato e le chiavi della macchina. Si, ho una macchina tutta mia, una Mustang nera, con i vetri oscurati. Sorrido ed esco di casa, sorpasso il giardino passando dal vialetto e salgo sul mio gioiellino. Prendo i Ray-Ban round dal cruscotto e me li metto, mi do un'ultima occhiata dallo specchietto e parto. Arrivo alle 7:40 nel parcheggio della Miami Lion High School e scendo, come tutti prendo il mio zaino nero, ormai malandato dopo tutti questi anni e mi dirigo all'entrata. Saluto vari amici e varie ragazze attraversando il cortile e successivamente il corridoio, fino ad arrivare al mio armadietto. Mentre prendo i libri, una ragazza si posiziona affianco a me e inizia a parlare a proposito del fatto che è tanto che mi conosce e che vorrebbe qualcosa in più.. «Mi stai ascoltando?» «No, scusa, stavo cercando di capire come evitare questo continuo brusio proveniente dalla tua bocca, è insopportabile!!» rispondo acida. «Scusami, è solo che..» Non la lascio finire e mi butto sulle sue labbra, la mia mano corre sul suo sedere e lo stringe, poi mi stacco e le lascio qualche bacio sul collo, arrivando fino al suo orecchio, le mordo il lobo e nel mentre le sussurro «fatti trovare alla quarta ora nel bagno dell'ala ovest, sii puntuale, non mi piacciono i ritardatari!». Mi stacco di colpo facendole l'occhiolino, fortunatamente sono riuscita a tapparle la bocca, quindi mi dirigo verso la classe di biologia..che palle! Mi siedo e l'ora passa lentamente, suona la campana ed uscendo, una rossa, mi trascina in bagno, ovviamente la faccio venire subito, talmente è bagnata, ma purtroppo quando ho finito è ormai tardi per entrare in classe, pertanto mi dirigo nell'ala ovest e esco nel cortile interno, mi siedo sul solito muretto, che frequento ormai da anni e mi accendo una sigaretta. Finché fumo mi perdo tra i miei pensieri, fino a quando non noto una ragazza correre, ed entrare nell'edificio dalla porta giusto a qualche metro da me. Rido per la scena e finisco di fumare, facendo gli ultimi tiri. Getto il mozzicone tra i sassi del cortile e mi incammino lentamente verso l'aula di psicologia, che avrei avuto tra 20 minuti. Una volta dentro l'istituto, da lontano rivedo la ragazza che prima stava correndo, questa volta è ferma, sembra spaesata, quindi mi avvicino. Quando le tocco una spalla, sussulta per lo spavento voltandosi. Subito mi accorgo di non averla mai vista, ma prima che possa fare o dire qualsiasi cosa, si mette a correre lungo il corridoio «guarda che non mordo!» le grido «lo so, tu fai di peggio!» la sento rispondermi in lontananza. Una volta arrivata davanti all'aula nella quale tra poco avrò lezione, mi metto a sedere per terra e aspetto. I minuti passano e finalmente suona la campana, il pavimento è scomodo, mi alzo ed una volta nella stanza vado a sedere vicino alla finestra nell'ultima fila. La prof entra ed inizia con la lezione, mentre io mi metto a pensare all'incontro con quella sconosciuta, penso a lei per tutta l'ora, fino a quando sento la campanella suonare, segno che devo uscire per andare a scopare la tipa dell'armadietto. Mi avvio velocemente nei bagni e quando entro, la tipa mi assale. Prende a baciarmi con foga e io la poggio sui lavandini, posizionandomi tra le sue gambe. Scendo a baciarle il collo e nel mentre le alzo la maglietta, lei geme «cerca di fare silenzio, o ci scoprono!» sussurro «ti prego...non ce la faccio più...è dalla prima ora che ti penso..» rido scostandole il reggiseno per baciarle il seno, trattiene un gemito, continuo a baciarla e nel frattempo apro la lampo dei jeans infilando una mano sulle sue mutandine, geme di nuovo, ma questa volta più forte e io cerco di farla tacere baciandola, «ti piace, vero?» dico soddisfatta mentre la mia mano entra esperta nella sua intimità iniziando a muoverla sempre più forte «ahh...si...così...ti prego...più forte.....ahh» e dopo qualche minuto, con un'ultima spinta viene sulle mie mani, nello stesso istante, una porta dei bagni dietro di noi si apre ed è così che la vedo.

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