Lèvres de cigarette

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Avevo solo 16 anni e la giornata stava volgendo al termine, scendendo i gradini della scuola finalmente libero da quel senso di oppressione. Andrew ovviamente sgattaiolava sempre prima di me senza neanche aspettarmi, così corsi per raggiungerlo mentre un ghigno gli circondava le labbra come suo solito.

"Potevi aspettarmi, invece di correre subito fuori" dissi leggermente stizzito. 

Andrew si voltò lentamente verso di me e sospirò.

"Lo sai che non riesco ad aspettare e dentro non posso fumare Tobias"

Chiusi gli occhi, mentre Il sole di mezzogiorno caldo accarezzava ogni lembo della mia pelle, finché un leggero tintinnio non mi distrasse notando che Andrew pescava qualcosa fuori dalla sua giacca. Posò le sue labbra sulla sigaretta appena estratta come se fosse il cuscino del suo letto, una rassicurazione, mentre con l'accendino si accingeva ad accenderla, impadronendosi ed esalando con un respiro l'essenza del tabacco infervorato e quasi rallentato in ogni suo gesto. Si avvicinò tendendo con la mano la sigaretta, e perplesso non capí cosa volesse dirmi.

"Fatti un tiro, e capirai quanto é rilassante Tob"

Guardai la sigaretta con tentazione mentre il filtro bruciava poco a poco, e la presi maldestro. Non sapevo neanche come si facesse ma avevo notato e osservato tutte le volte in cui l'aveva fatto Andrew. Porsi la sigaretta sulle labbra e imitai lo stesso esatto movimento, mentre i polmoni bruciavano e una sensazione sgradevolmente amara mi soffocava; dovetti subito tossire per togliermi di dosso l'odore nauseante.

"È la prima volta, ci farai l'abitudine, non ti preoccupare" mentre mi dava una pacca sulla spalla, divertito. 

Andrew non sapeva che quella sarebbe stata la prima e ultima volta che avrei provato una cosa del genere. Ancora disgustato, salutai in fretta per andarmene e dare aria ai miei polmoni. Feci una doccia, l'odore si era impregnato nei miei capelli, nei miei vestiti. 

Ormai era arrivato il 5° anno, gli esami erano alle porte ed ero molto preoccupato. Rincontrai Andrew, più sgualcito di prima come se il tempo l'avesse dilaniato, sempre con la sigaretta tra le mani, e mi domandai se dietro quel suo consumo eccessivo ci fosse la necessità di sopprimere qualcosa, ma non lo chiesi e non salutai; oramai non parlavamo da anni e non era cambiato nulla. All'entrata della scuola altre persone fumavano e potei percepirlo, e con il disgusto e la nausea che mi asfissiavano, non aspettai oltre per entrare in classe e liberarmene. La lezione mi distrasse abbastanza da non pensarci e focalizzarmi sulla materia finché l'insegnante non annunciò l'arrivo di una nuova ragazza nella nostra classe. Una volta spiegatole a che punto eravamo nel programma, non potei che osservarla: capelli biondi fieno ondulati come le foglie d'autunno e uno spruzzo di lentiggini che si riunivano tra loro come costellazioni incorniciavano il viso, gli zigomi che risaltavano gli occhi celesti e le sue labbra non troppo carnose definivano un naso dritto leggermente alla francese. La professoressa scelse si affiancarla a me per aiutarla con aritmetica dato che l'argomento mi era particolarmente piacevole, e senza troppi giri di parole le mostrai come svolgere l'esercizio mentre lei ascoltava in silenzio e lo replicò facendo qualche errore ma abbastanza soddisfatto del risultato. Le altre lezioni seguirono normalmente fino alla fine della giornata scolastica. Uscii e respirai a pieni polmoni l'aria fresca di quel mattino, la ragazza mi seguì.

"Ehi scusa, ti volevo ringraziare per l'aiuto con gli esercizi" disse lei con timidezza quasi avesse paura di essere calpestata.

"Figurati, se hai bisogno di aiuto basta chiedere". 

Sembrava nervosa o stizzita, non ne capii il motivo. Feci per andarmene quando lei si parò davanti a me.

"Scusa è che qua non conosco nessuno...e volevo fare amicizia con qualcuno, io sono Elizabeth"

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 07 ⏰

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