CAPITOLO 1 - Tra la vita e la morte

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Quando la vita sembra aver imboccato il verso giusto e le cose di colpo appaiono sistemarsi in un modo tanto gradito da darti l’impressione di aver vinto una sorta di lotteria cosmica, è proprio in quel cruciale momento che bisogna avere l’accortezza di guardarsi bene alle spalle. Perché non si sa mai che altro al contempo sfugga di mano alla vita stessa, per prendere direzioni dolorose, che porterebbero anche i più educati ad inveire malamente contro tutto e tutti. Fu proprio quello che successe a Clara, il giorno in cui Marisol si presentò da lei per dirle che stava per morire. Nessuno avrebbe mai sospettato un evento tanto drammatico, tanto meno Clara. Questo perché Marisol era giovane quanto l’amica e a guardarla bene, si poteva essere catturati dai suoi occhi vispi, dalla carnagione rosata, o dalla chioma ribelle, che sempre si ostinava a tenere a bada con ogni sorta di accessorio per capelli. Ma nient’altro. Nessuno avrebbe potuto avere un tale funesto sentore, nessuno avrebbe potuto sospettare che Marisol fosse malata. Purtroppo però non era uno stupido scherzo, come Clara aveva pensato inizialmente. Marisol combatteva da tempo e la sua malattia oramai la stava portando alla fine dei suoi giorni. La ragazza aveva preferito tenere quell’informazione per sé perché, come aveva spiegato, avrebbe odiato essere compatita.
Clara, che fino a qualche momento prima, aveva pensato di aver concluso la più bella giornata della sua vita, era stata costretta a ricredersi, ancora una volta.
<<Marisol, io…>> cercò le parole giuste, in un marasma di emozioni bloccate. L’incredulità ancora le sovrastava.
<<Marisol, io non so che dire>> fu sincera, alla fine.
L’amica stringeva un fazzoletto di carta tra le mani e per un attimo non sembrò prestare attenzione a nient’altro. Il suo viso, di solito espressivo, in quel frangente era divenuto un ritratto in bianco e nero.
<<Non c’è bisogno che tu dica qualcosa>> prese a dire. <<Volevo solo che tu sapessi, visto che non manca molto>>.
<<È assurdo. Dovevi dirmelo prima!>>
<<Avrebbe fatto qualche differenza per te?>>
Clara pensò che la risposta non sarebbe piaciuta all’amica, così cambiò domanda. Si sentì in colpa per quel lato di lei, profondamente cinico, che la stava recriminando.
<<Quanto… insomma…>>
<<I medici mi hanno detto un paio di mesi>> alzò le spalle e con un filo di voce aggiunse: <<Le cose sono degenerate all’improvviso>>. 
Non c’era molto altro da chiedere, perciò Clara si prese del tempo. Cosa avrebbe potuto dire alla sua amica? Che infondo aveva una bella cera, perciò non doveva pensarci? Lei stessa stava facendo fatica a realizzare.
Marisol era una No Class, ossia faceva parte di una categoria molto ristretta di persone, che avevano rifiutato di mutare il proprio DNA a discapito di una vita più lunga e prospera. Nel 2231 si erano debellate così moltissime malattie, tant’è che l’uomo del ventitreesimo secolo poteva morire fondamentalmente per ben poche cose, grazie ai progressi della medicina. Anche perire per mano della vecchiaia stava diventando una faccenda per pochi. Infatti, di recente erano affiorati trattamenti rivoluzionari – nonché molto costosi - che ringiovanivano le cellule con una semplicità tale che, messa a paragone, una corsa sul autociclo risultava più faticosa.
Marisol era quel che era per principio - o per fede, come avrebbe detto lei – perché era prima di tutto una Cristiana Cattolica del Vecchio Secolo. Cioè aderiva ad una religione quasi del tutto estinta, con ben pochi riferimenti, che aveva perso i suoi luoghi di culto come le vecchie e dimenticate Chiese. Clara, quella eccentricità, tipica dell’amica, l’aveva rispettata fin dal principio e non solo perché sua madre era di quella stessa religione. Piuttosto perché, alcuni fatti capitategli nella vita le avevano insegnato a sentenziare su ben poche cose. Ma in quel momento, sotto l’effetto di quel triste aggiornamento, pensò che i principi che muovevano l’animo nobile di Marisol erano più che altro un problema. Ed ecco, con quel ragionamento, arrivò nel cuore di Clara la consapevolezza forte, pesante, agghiacciante, che avrebbe perso un’amica fidata. E di colpo non seppe se piangere o gridare. Strinse la mano di Marisol nella sua e lasciò che fosse lei ad iniziare.

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