Sofia
Sono passati ormai tre giorni dall'annuncio della recita e non abbiamo ancora scelto la trama mentre i personaggi sono tutti decisi. Oltre a quelli già scelti sono stati aggiunti: Sara sarà Pandora, Kevin sarà Zeus, Carola sarà Circe mentre Marco sarà Orfeo. Sono tutti personaggi che li rispecchiano perfettamente, i professori saranno fieri di noi.Oggi dobbiamo iniziare a scrivere un pezzo di trama, ma l'unico problema è come collegare ogni personaggio con un senso logico. Alcuni sono fattibili come Orfeo, Athena, Ares, Zeus e Ermes ma per gli altri bisogna scervellarsi per trovare una soluzione.
Il primo a parlare, ma con una soluzione pessima, è Edoardo:
<Potremmo uccidere qualcuno e poi fingere che sono tutti in lutto per lui> commenta in modo ovvio ricevendo delle occhiate dalla sottoscritta e dai suoi amici.<Non credo sarà molto bello interpretare una morte e poi non ha senso> mi ritrovo a dire per fargli capire che abbiamo bisogno di qualcosa di fattibile.
Possiamo dire che in tre giorni siamo riusciti a collaborare e a socializzare in modo attivo, salvo per alcuni.
<Anche se non troviamo oggi una trama non è un problema> sento dire da Carola.
<Tanto abbiamo fino alla fine dell'anno scolastico> si unisce Andrea.
<Non è questo il punto> mi ritrovo a dire <i professori la vogliono entro la fine dell'anno, ma non quello scolastico, è lì il problema. Perché se continuiamo così per i prossimi mesi non avremo la recita pronta> mi lamento.
<Strano ma vero ha ragione Sofia> sento dire dall'ultima persona che mi avrebbe difeso. Alessandro dopo aver detto quelle parole sembra tornato nel suo mondo perché inizia a guardarmi male e io non faccio da meno.
<Potremmo trovare un ambientazione e poi partire da quella> spiego.Nel giro di minuti troviamo un ambientazione logica e fattibile.
<L'Olimpo è un'ottima idea> dico fiera della scelta.Oggi abbiamo fatto abbastanza e mentre mi dirigo a casa penso e spero che riusciremo a trovare una trama in tempo.
Carola
Tutti credono che io sia quella pesante, quella che se la tira ma non sanno che quattro anni fa non ero la ragazza che sono ora.
Sono seduta sul letto dopo una giornata stancante di scuola, fortuna che oggi non c'è l'incontro per la recita, e mi ritrovo a pensare a quel periodo.4 anni fa
Sto tremando, sono seduta sulla sedia in salotto e sto tremando. Mio padre mi guarda come se volesse mangiarmi viva.Sono appena tornata a casa da scuola e sono stata espulsa per aver dato una sberla a una mia compagna di classe, aveva detto qualcosa di troppo su mia sorella.
<Ti senti forte? Pensi di potercela fare continuando così? Sei lo schifo di questa famiglia> grida mio padre facendomi iniziare a piangere.
Sono abituata a sentirmi sgridare da mia madre ma lui non l'aveva mai fatto, aveva solo iniziato a non parlarmi più.
È passato un anno dalla morte di mia sorella e mio padre pensa ancora che c'entro io.
Mia sorella è morta per un incidente avvenuto quando sul sedile del passeggero ero seduta io. Io sono stata miracolata pk ho riportato solo una frattura al braccio e una botta violente in testa ma lei no.
Mio padre pensa che questo incidente sia avvenuto pk io ho distratto Marta e l'ho fatta schiantare contro un albero. Ma così non è, di quel giorno ricordo solo Marta che mi guardava con un sorriso stampato in faccia e mi diceva che c'è la potevo fare, che sarei riuscita ad affrontare tutto e poi... il vuoto.
Da ciò ho sempre dubitato che mia sorella avesse pianificato questo incidente pk molte volte l'avevo sentita parlare al telefono con il suo fidanzato e dire che non sopportava più nulla e che voleva andarsene di casa.
La mia famiglia gli ha sempre fatto pesare di non aver continuato gli studi pk a detta loro aveva una mente brillante a differenza mia.
Assorta dai miei pensieri non mi ero accorta che mio padre era andato in camera mia. Mi alzo e di corsa, ancora con le lacrime agli occhi, mi fiondo da lui.
Appena entro lo vedo strappare i miei poster e iniziare a mettere in disordine la stanza buttando cose da tutti i lati.
Mi metto a gridare, grido come se una parte di me fosse stata strappata via, grido come se il ricordo di quel giorno si fosse rifatto vivo, grido come non ho mai fatto fino ad ora e grido fin quando non ho aria in corpo.
Mio padre inizia a tapparmi la bocca ma senza ricevere silenzio mi prende e cerca di stringermi ma io inizio a sbracciarmi da tutte le parti. Mi arrendo e prendo la valigia, la riempio con tutto ciò che mi trovo davanti.
Ho deciso, mi trasferirò dai miei nonni materni, loro ci sono sempre stati per me, spero che anche questa volta sarà così e che questa notizia non gli sconvolga.
Ho appena chiuso la valigia e mi sto dirigendo verso la porta. "È tutto finito" mi ripeto in testa consapevole che non sia così.
Presente
Ho le lacrime agli occhi e penso che questo pensiero si possa chiudere qui anche se non era tutto finito. Non voglio continuare a pensare a quel giorno pk i ricordi in me sono ancora vivi e, anche se mi mostro forte, non è così. Nessuno sa di quest'accaduto e non voglio che ciò accade, sanno solo che abito dai nonni ma non il perché.Sono cambiata da quel giorno, ho messo la maschera della ragazza che se la tira, della ragazza che si vanta di se stessa ma che sotto sotto sa che non è così.
Dopo questi pensieri mi addormento consapevole che prima o poi la maschera che indosso cadrà e che tutti conosceranno la vera me, la vera Carola.
Eccoci qui con un capitolo abbastanza forte.
Spero vi sia piaciuto e se vi va mettete una stellina 📖🤍
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Everyone has their own style
General FictionDurante i primi giorni di scuola la professoressa di lettere annuncia a nove studenti, che non si sono mai conosciuti, che dovranno partecipare a una recita scolastica sulla mitologia greca. Per loro la scelta del personaggio che gli rispecchia non...