CAPITOLO 4

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"Una storia triste"

È mattino, e sono ancora qui, avvolta dal calore del morbido fieno; ad un tratto però veniamo svegliati dal canto del gallo e dal rumoroso abbaiare di George.

K: "Coraggio dormiglioni è l'ora di svegliarsi!"

I: "Klaus, è l'alba!" - esclamo ancora addormentata.

K: "Un famoso detto dice: la mattina ha l'oro in bocca! Quindi preparatevi, oggi si parte per una nuova avventura!".

I: "Si, hai ragione andiamo!"

R: "Aspetta Klaus: credo che ci sia un altro motivo ben preciso per cui la volpe vuole partire e non è solo per il cibo", Imy c'è qualcosa che noi dobbiamo sapere?" – domanda Rouge per capire le mie vere intenzioni.

I: "Voglio scoprire com'è il mondo lì fuori. Sono stufa di starmene nel bosco rinchiusa dove non posso uscire e stare obbedire alle regole. Voglio essere felice nella mia vita e soprattutto vorrei trovare un mio familiare che ho perso" - abbasso lo sguardo e le orecchie, asciugandomi con la zampa una goccia di lacrima che mi scende sul viso.

Non vedo mio padre da un anno e mi sono sempre chiesta il motivo per cui se ne fosse andato e dov'è fosse. Mia madre dice sempre che lui è morto ma non le credo per il semplice fatto che sento che è ancora vivo e sarà sicuramente andato da qualche parte.

L: "Sicuramente lo troveremo il prima possibile" - mi rassicura Lezie facendomi l'occhiolino.

R: "Tu sai dove sia?"

I: "Non lo so precisamente"

G: "Lo cercheremo comunque insieme e ti aiuteremo"

K: "Sicuramente tuo padre non sarà molto lontano".

Mentre scendiamo per la collina, a ogni animale che incontriamo, gli chiediamo di ospitarci nelle loro tane e darci del cibo:

B: "Scusa amico, conosci un posto dove potete ospitarci e darci da mangiare?" - si rivolge Barry ad uno scoiattolo.

S: "In città non è sicuro: c'è molto inquinamento, è pieno di umani egoisti che tendono a rubarci e a rovinano tutto e le ghiande non crescono più sugli alberi e quindi non possiamo nemmeno prepararci per il letargo".

Dopo queste parole iniziamo a guardarci intorno e lo spettacolo che ci troviamo davanti è davvero tetro; le foglie cadono, le ghiande si seccano fino a marcire, gli uccelli non trovano più posti per fare il nido e anche i loro i piccoli hanno sempre meno possibilità per sopravvivere. Questa città e questi boschi non potranno essere più gli stessi senza questi animali e questa natura contaminata; se noi ci estinguiamo anche l'uomo e tutta la terra sarà completamente vuota.

L' uomo sta sprecando il cibo ma sta anche distruggendo sé stesso, gli altri e la natura; usa gli animali per farne carne e pellicce in quantità, disbosca intere foreste, appicca fuochi, così consumerà e distruggerà tutto quello che abbiamo costruito sul nostro bel pianeta.

Camminando per la città troviamo una casetta con il camino da cui fuoriesce una bella quantità di fumo; entriamo di nascosto e vediamo l'uomo con la pipa in bocca, con lo sguardo rivolto verso il fuoco ardente. Improvvisamente, il nostro sguardo cade su un dettaglio macabro: sotto la poltrona è collocato un gran tappeto di pelliccia di lupo mentre alle pareti sono affisse le teste di vari animali, di una volpe, di un cervo e di leopardo delle nevi. Tremo dalla paura e penso:

I: "Questo signore ne avrà fatto di belle".

Intanto mi guardo intorno e subito noto che Klaus tenta disperatamente di non orientare lo sguardo verso quell'uomo, cercando di contenere la paura che ha dentro. Lezie si aggrappa dietro alla coda di Rouge, Barry si rifugia nel manto di George mentre io e Klaus rimaniamo in prima fila e comunque spaventati e terrorizzati.

R: "Dai Lezie, lasciami la coda mi stai facendo male!" –lagna Rouge.

L: "Ho talmente paura di quell'uomo!" –sussurra lei.

I&K: "Shhhh" – le zittiamo noi.

Spontaneamente, sfioro con la mia coda un comodino, mi giro e vedo un vaso muoversi che fermo subito con delicatezza.

I:" Fiuuu" -sospiro, pensando tra me e me: "C'è mancato poco che non cadesse!".

Tutto ad un tratto sentiamo degli strani lamenti provenire dalla porta buia; scendiamo e ci ritroviamo a guardare uno spettacolo orrendo:

In quella stanza sono rinchiusi tutti gli animali.

R: "Siamo qui per liberarvi!" - li rassicura Rouge – "Non vi preoccupate veniamo a salvarvi".

Non passa neanche un secondo dal momento in cui Rouge smette di parlare che appare dalla soglia della porta l'uomo.

x: "Ehi voi, venite nelle vostre gabbie!"

Noi scappiamo frettolosamente e troviamo una via d'uscita fino a quando l'uomo non prende Klaus.

R: "Ha preso Klaus!" - urla Rouge.

I: "Ci penso io!".

Mi avvicino a quel l'uomo e gli do un morso sul braccio;

x: "Ahi!".

Barry s'infila nei suoi pantaloni, lo morde dove non gli batte il sole e l'uomo inizia immediatamente ad agitarsi per il dolore, ma grazie a quel morso Klaus riesce a scappare.

Appena Klaus ci raggiunge iniziamo a correre.

R: "Klaus, cosa voleva quell'uomo?"

K: "Non lo so; mi ha preso per il manto, dietro la testa che stava per poco strangolarmi il collo"

I: "Lo conosci?" - gli chiedo.

K: "Si, mi ricorda l'uomo del gattile"

- "Gattile?" - domandiamo in coro.

K: "Si, il gattile. Dove vengono portati tutti gatti randagi."

L: "Non eri stato cacciato 13 volte dalla famiglia?"

R: "Si, Lezie" - risponde Rouge

L:"Nel senso, insomma, non eri un gatto randagio e il padrone ti aveva spedito lì?"

K: "Non ci voglio nemmeno pensare. Scusate ragazzi ma ho bisogno di riflettere."

Cacciato di casa? Tredici volte? Cosa significa?

Dev'essere stata dura per lui.

Salgo sul tetto dove trovo Klaus lì fermo, con lo sguardo rivolto verso il basso e le orecchie abbassate; gli vado vicino e chiedendogli:

I: "Che intendi dire cacciato di casa? E perché il padrone ti voleva spedire al gattile?"

K: "Quando ero un gattino di circa due mesi, ero sempre stato il "buono annulla" della famiglia e nemmeno dai padroni venivo considerato; tra tutti i quindici dei miei fratelli ero sempre io il gattino ignorato. Mio padre voleva che stessi per strada a cacciare i topi e mia madre non mostrava alcun amore materno verso di me, fin quando il giorno in cui stavo per essere spedito al gattile lei mi disse: - "Vai per la tua strada piccolo mio, ce la puoi fare! Questa famiglia non ti merita."- Al termine di quelle parole venni sbattuto fuori di casa e mi ritrovai da solo per strada sotto una pioggia interminabile. Quando venni portato al gattile mi misero questo marchio, è un orrendo ricordo che non dimenticherò mai."

Mentre sono lì completamente assorbita da questa storia vedo Klaus con gli occhi ricolmi di lacrime che cerca di camuffarle strofinandosi con le zampe; sono veramente colpita da questa storia orribile, talmente tanto che quasi scoppio in lacrime al punto che l'unica cosa che riesco a fare è quella di abbracciarlo forte. 

Imy: la storia di una volpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora