Verde. Verde e ancora verde. Dalle palpebre chiuse sembrava di essere su un altro pianeta. La luce del sole filtrava dai rami degli alberi, a tratti illuminando il suo viso e a tratti lasciandolo in ombra. Lo sbalzo fra luce e ombra era così repentino che sembrava il flash di una fotocamera. Talmente forte da risvegliarla.
Alice si trovava su quel treno ormai da ore. Era salita alla stazione di Verona dopo aver fatto due cambi e si era addormentata. Dalla quantità di vegetazione che attraversò i suoi occhi appena svegli, capì che il suo viaggio era ormai terminato. La destinazione era vicina, il suo cuore iniziò a battere forte. Non appena il treno superò quel tratto di vegetazione, la finestra del suo vagone sembrò diventare lo schermo di un cinema. Ma era tutto vero.
Prati infiniti, colline morbide e sullo sfondo numerose, imponenti montagne. Alcune erano grigie, altre molto più chiare con delle caratteristiche sfumature rosacee. Alice non riusciva a credere ai suoi occhi. Aveva sempre sognato di visitare quella regione d'Italia, tra le sue preferite, ma gli studi e la sua famiglia non erano mai state molto d'accordo sui viaggi. Finche' non si è presentata questa occasione...
Mentre osservava il paesaggio snodarsi di fronte a lei, non riuscì a fare a meno di notare i numerosi masi e le case completamente in legno che si potevano trovare solo qui. Piccoli paesini si alternavano ad aziende isolate, con piccoli appezzamenti di terreno e mandrie libere al pascolo. Mancavano solo i cavalli e quel panorama sarebbe stato perfetto...
"Siamo in arrivo a Bolzano! Stazione di Bolzano - Bozen!" L'annuncio del treno la fece tornare alla realtà. Finalmente quel viaggio era giunto al termine e avrebbe potuto poggiare i piedi per terra.
La stazione di Bolzano si trovava immersa nella città, ma le dolomiti continuavano ad incorniciare il tutto. Scesa dalle scale del convoglio, i suoi polmoni furono inondati di aria fresca, un'aria mai respirata prima. Sospirò a pieni polmoni e proseguì verso l'uscita. La stazione era gremita di turisti, sebbene l'estate fosse ancora lontana.
Rimase per qualche minuto davanti all'ingresso, in attesa. L'auto del suo tutor avrebbe dovuto essere già lì da un pezzo, ma fino ad allora non si era ancora fatto vivo nessuno. Non le avevano nemmeno lasciato un recapito telefonico, ma per fortuna loro avevano il suo.
Ne approfittò per poggiare a terra le valige e guardarsi attorno: per strada c'era lo stesso traffico di ogni qualunque città, ma in quel contesto sembrava tutto diverso, surreale. Era come se l'unico posto dove le auto potessero circolare era all'interno, mentre intorno era tutto molto più tranquillo. Le montagne sembravano lontane anche se non lo erano e gli edifici intorno alla stazione sembravano molto estranei allo stile tirolese. La stessa stazione, costituita da alte colonne, sembrava quasi un municipio. Forse nel centro storico avranno conservato un certo stile... «Signorina Belluni! Come è andato il viaggio?» Fu Rudy ad interrompere tutti i suoi pensieri. «Molto bene, grazie. Lei deve essere Rudy...» «Benvenuta in Alto - Adige!» Il signore sembrava talmente entusiasta che non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere. «Sono sicuro che adorerà lavorare nei nostri uffici... Non faccia caso a Bolzano, il viaggio è ancora lungo!» Allungò una mano con fare eloquente e un sorrisino soddisfatto. Alice, imbarazzata, non fece altro che annuire e seguirlo. «Vede le nostre montagne? Si abituerà alla loro presenza, le vedrà ogni mattina! E poi ogni giorno, in ufficio, per strada...» Continuava a parlare mentre Alice lo seguiva, di fianco a lui, lungo una fila di auto parcheggiate. «Come ti sembra la nostra aria, eh? Senti già l'odore dei Wurstel? E dei canederli?» «Ehm... Magnifico! Non vedo l'ora di assaggiare...» «Oh, ecco qua la mia auto!» Esclamò, aprendo la portiera di una vecchia auto rossa. «Con questa arriveremo a destinazione, ancora un paio di ore!»
Il viaggio sembrò interminabile. Rudy non smise di parlare nemmeno per un secondo: continuava a ripetere di essere felice di questo nuovo progetto, di aver conosciuto la nuova stagista e che sicuramente sua madre le avrebbe preparato dei canederli per il suo primo giorno di lavoro. La testa di Alice stava quasi per esplodere, per fortuna c'era il paesaggio più bello che avesse mai visto a farla sentire meglio. Forse ne sarebbe valsa la pena di sopportare Rudy e questo nuovo lavoro.
La strada continuava a snodarsi lungo i pendii delle colline, alcune più ripide di altre, con un sacco di stalle e bestiame. Ma ancora niente cavalli... Il viaggio durò quasi due ore, oltrepassando diversi paesini e cittadine, tutti con i loro campanili e abiti caratteristici. Alice capì che si stavano avvicinando al confine con l'Austria dai cartelli scritti in due lingue e dall'odore di birra nell'aria.
«Eccoci arrivati!» Alice non fu più felice di sentire quelle parole. «Benvenuta nel tuo nuovo posto di lavoro! Adesso ti porterò agli uffici e poi ti farò vedere il tuo alloggio.» Alice gli sorrise, terrorizzata all'idea di dire qualcosa che avrebbe portato alla nascita di possibili lunghe ed infinite conversazioni. Scese dalla macchina e scortata da Rudy si incamminò nel sentiero che portava agli uffici. Si trovavano nel paesino di Monguelfo, molto più caratteristico di Bolzano. La stazione era molto piccola, sicuramente un treno di lunga tratta come quello su cui aveva viaggiato non sarebbe arrivato fino a lì. Avrebbe dovuto fare un altro cambio ma almeno si sarebbe risparmiata un lungo viaggio in quell'auto... «Prego, si accomodi!» Rudy spalancò una porta a vetro dinnanzi a sé. «Ragazzi! Salutate la nuova stagista!» Un'ondata di facce allegre e sorridenti fece capolino dalle porte dei diversi uffici. «Benvenuta!» «Ciao tesoro!» Esordì la portinaia. «Posso offrirti una tazza di cioccolata calda? Siamo ad Aprile, è vero, ma non fa così caldo... Non te ne pentirai!» Alice accettò e la signora scomparve dietro ad una porta. «Mentre aspetti la cioccolata di Marie ti faccio fare un breve tour, ti va?» Rudy accompagnò la ragazza dietro ogni ufficio e gli presentò tutti i suoi dipendenti. Dal modo gentile con cui li guardava, Rudy doveva essere un buon capo. I suoi colleghi erano tutti molto gentili e sembravano molto professionali: chi faceva il geologo, chi l'interior-designer, segretari, geometri, esperti in energie rinnovabili, falegnami e ingegneri edili... E lei, che cosa avrebbe fatto lì dentro?
Aveva quasi 20 anni, l'anno prima si era diplomata ad un istituto di geometri e si trovava alla prima esperienza di lavoro. Aveva scelto quella scuola perché le piaceva arredare gli interni. Trovare quel tirocinio di sei mesi era stata una gran fortuna: avrebbe potuto lavorare mettendo in pratica ciò che aveva studiato e soprattutto si sarebbe trasferita per quel periodo nella regione che avrebbe sempre voluto visitare, il Trentino Alto - Adige. Cosa poteva desiderare di più?
«Questo sarà il tuo ufficio. Ti ho riservato la stanza migliore...» Alice varcò la soglia della porta in legno e non riuscì a trattenere un sussulto. La stanza era un grande laboratorio con una grande scrivania e una finestra gigantesca con vista sulle dolomiti. Le pareti erano completamente rivestite in legno, così come i pavimenti. Dal soffitto pendeva una grossa lampada a led moderna, sospesa, di forma rotonda. Nonostante la modernità dello studio, le sedie morbide e le tende alle finestre conferivano un'aria accogliente alla stanza. Dall'altro lato dell'ingresso, una ragazza mora con i capelli raccolti stava rovistando di spalle in una borsa. «Oh, quella è Lara! Neoassunta. Ha studiato alla tua stessa scuola ed è in prova per un anno... Lavorerete molto insieme!» La ragazza sembrò un po' infastidita ma rinunciò alle sue mansioni per andarle a stringere la mano. «Piacere.» «Alice, piacere mio!» «Lara.» Così dicendo accennò appena un sorriso e tornò a fare quello che stava facendo. «Bene!» Tuonò Rudy a voce alta. «Domani inizierai da zero e avrete modo di conoscervi e capire cosa farete insieme. Avrete un sacco di cose nuove da imparare...» "Toc, toc." «E' permesso? La cioccolata è servita!» «Marie, mia cara! La signorina Alice ha tanta voglia di conoscerla, non è vero?» «Ehm... Certamente!» Alice non sapeva più che cosa rispondere. «Bevi pure mia cara!»
Mentre gustava la cioccolata più buona della sua vita, Alice ascoltava le parole di Marie e capì che quella signora un po' robusta con i capelli grigi e gli occhiali appesi al collo la avrebbe trattata come una figlia. Oppure una nipote. «Ecco qua, ottima. Molte grazie!» «Uh, sarà la prima di tante non temere!» Si allontanò, prendendo la tazza vuota e facendole l'occhiolino. «Ci vediamo domani!» Marie uscì dalla stanza e Rudy si rivolse ad Alice con un sorriso. In tutto questo, Lara era rimasta in disparte, ignorando completamente i presenti. «Andiamo, mia cara! La porterò nel suo alloggio!»
STAI LEGGENDO
Portami più in alto
RomanceAlice è una ragazza semplice, innamorata dei cavalli. I suoi genitori però hanno sempre scelto al posto suo, costringendola a studiare e vedendo i cavalli come una perdita di tempo. Ma adesso, a 19 anni, le si presenta l'occasione di spiccare il vol...