Capitolo 6

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Sabato arrivò molto velocemente. E con esso, la tanto attesa passeggiata a cavallo. Pietro si fece trovare puntuale al portone d'ingresso delle stalle, con i capelli tutti schiacciati sotto ad un capello di paglia e una camicia logora a quadri verde, che probabilmente era appartenuta a suo padre. «Buongiorno!» Alice scese le scale dell'appartamento e si sorprese a trovare il ragazzo così presto. «Benvenuto alle scuderie!» lo incitò, appena gli fu di fronte. Sembrava un po' un pesce fuor d'acqua. «Buongiorno e molte grazie. Questo posto è magnifico.» «Sono felice che ti piaccia. Mentre aspettiamo Lara, ti faccio vedere i cavalli. Vieni con me!» Pietro annuì e la seguì all'interno delle scuderie.

«Come vedi non sono molti, ma stanno molto bene. Qui c'è Ibiza, accanto a lei Biscotto,» proseguì, avviandosi verso il corridoio «qua in mezzo trovi gli armadietti con le attrezzature. Sarà meglio che ti metti un casco, non si sa mai!» Gli sorrise, arraffando il primo casco dall'armadietto e allungandolo verso di lui con fare scherzoso. «Gli ultimi due box invece sono di Stella e di Oliver. Lui è il mio preferito!» Pietro sorrise con il casco fra le mani. Alice stava accarezzando il muso morbido di Oliver. «Sono arrivata!» La voce di Lara fece trasalire anche i cavalli che si girarono all'unisono. «Eccoti!» Rispose Alice, dirigendosi verso l'uscita. Pietro, intimidito, accennò appena un saluto. «Ah, c'è anche lui oggi...» Pietro annuì. «Sì, gli insegneremo tutto. E ora andiamo, il signor Gustav ci assegnerà i cavalli!»

Oliver venne assegnato ad Alice, come sempre. Pietro ebbe Stella, mentre Lara dovette accontentarsi di Biscotto. Controvoglia, aveva iniziato a preparare il cavallo, legandolo in disparte. Biscotto era il più basso delle scuderie, un Haflinger corto e robusto, con la criniera tagliata a spazzola. Aveva tutte e quattro le balzane alte e una palla in fronte. Stella, invece, era una slanciata cavallina, anch'essa Haflinger. Aveva il mantello più chiaro rispetto agli altri e solo una stella sulla fronte. Era alta quanto Oliver, forse leggermente di più, ed era molto esperta del territorio.

Alice aiutò Pietro a pulire il cavallo, facendo prima vedere il modo giusto su Oliver e poi facendolo provare direttamente su Stella. Piano piano, la timidezza iniziale del ragazzo si stava trasformando in curiosità. «Molto bene, è il momento della sella! Prima metti il sottosella in posizione, esatto, quel tappetino colorato. Poi prendi la sella e la poggi delicatamente sulla schiena, così...» Alice sembrava molto premurosa. Lara aveva già finito di sellare da un pezzo e li osservava in modo scocciato. «Ecco qua! Ora fai passare la cinghia sotto alla sua pancia e stringi dall'altro lato, così la sella resterà ferma. Tranquillo, se tutto è sistemato nel modo giusto, non gli farai male!» Pietro era uno studente modello ed imparò molto in fretta. Una vera soddisfazione. «Andiamo! Quanto vi manca?» Lara era sempre più scontrosa. «Abbiamo finito, manca solo la testiera!» Alice mise personalmente la testiera ad entrambi i cavalli, facendo vedere il procedimento. Promise al ragazzo che glielo avrebbe insegnato con calma in seguito. Adesso, era arrivato il momento di salire in sella.

Lara salì da sola e si avviò lungo il percorso. Alice la osservò confusa, ma non si fece influenzare. «Allora, vediamo un po'...» Pietro sembrava terrorizzato. «Avvicinati al suo fianco sinistro... tranquillo, non si sposterà. Adesso metti il piede sinistro nella staffa.» Il ragazzo prese una boccata d'aria e proseguì. «Va tutto bene, vedrai che ti piacerà. Adesso aiutati con le mani, poggiati alla sella e datti la spinta con l'altra gamba. Aspetta ti aiuto io... Al tre. Uno, due e...» Pietro si ritrovò sulla sella di Stella. Si guardò attorno per qualche istante e sorrise. «E' stupendo quassù. Davvero.» «Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto! Adesso metti anche l'altro piede nella staffa e porta il peso sui talloni. Adesso salgo in sella e partiamo. Ah, e non dimenticare di stringere le gambe!» Pietro annuì e continuò ad osservarla mentre si allontanava. Alice salì fluidamente e carezzò Oliver sul collo. «Impugna le redini in questo modo, guarda, con i pollici in alto. Non devi strattonarle ma non perdere mai il contatto!» Il ragazzo impugnò le redini e alzò di nuovo lo sguardo. «Sono pronto.» «Bene, io starò di fianco a te. Premi il costato della cavalla con entrambe le gambe per farla avanzare. Partiamo!» Il ragazzo obbedì e i cavalli si misero in marcia.

Quella mattina si erano accordate di prendere il secondo percorso, quello panoramico. Si allontanava dal lago e saliva in quota. Nonostante alcuni punti più ripidi, il percorso era sicuro e i cavalli lo conoscevano bene. Pietro non smetteva di guardarsi attorno, sorrideva. Si sentiva sul tetto del mondo e sul più bello dei troni. Respirava a pieni polmoni e sentì qualcosa di mai sentito prima: la libertà. Lara era proprio davanti a loro, Biscotto aveva un passo molto lento. «Eccoci arrivati, questo è il mio posto preferito.» «Wow!» Esclamò il ragazzo, fermando la cavalla. Oliver aveva già iniziato a brucare l'erba. «Cosa ne pensi?» «Beh, Alice... Penso che sia l'esperienza migliore che abbia mai fatto. Non avevo mai visto questo luogo!» «Che ti avevo detto?» Si sorrisero. «Allora tornerai, vero?» «Non vedo l'ora che sia di nuovo sabato!» Scoppiarono entrambi a ridere.

 «Rientriamo?» Chiese Lara, mezz'ora dopo. «Va bene.» Alice sorrise a Pietro e ripresero la passeggiata. «Vedi, di solito questo tratto lo facciamo al galoppo, ma oggi....» Alice osservò Lara mentre diceva questo, per vedere la sua espressione. Poi disse: «Oggi è meglio farlo al passo, Pietro non è ancora pronto. Non possiamo correre troppo!» Pietro annuì. «Fate come volete, io galoppo.» Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che era già scomparsa dietro agli alberi. «Sapevo che avrebbe reagito così.» Alice sospirò. «C'è qualcosa che non va?» «E' lei, ultimamente è strana, non la capisco. Sembra che io le abbia fatto qualcosa, ma non capisco che cosa.» Pietro sospirò. «Perché non ne parlate?» «Beh, sai come è fatta, non credo mi risponderebbe. E' troppo orgogliosa.» Fece una pausa. «Ma ora andiamo, dai. Non pensiamo a cose negative!»

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