Capitolo 2

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Il viaggio durò pochi minuti. Questa volta, la strada sembrava restringersi tra due alti rilievi che sembravano la porta del paradiso. Dopo aver attraversato un piccolo bosco di abeti e un rettilineo fra i campi, la valle sembrò allargarsi fino a sfociare in un diamante turchino. Quello che si presentò dinanzi ad Alice sembrava troppo bello per essere reale. Un lago dalle acque limpide, talmente limpide da riflettere l'azzurro del cielo. Turchese, azzurro, ciano, celeste, non riusciva a definire il colore dell'acqua. Un miracolo della natura. Era incastonato nel mezzo delle montagne, come una pietra preziosa. Talmente bello da sembrare finto. «Davvero il mio alloggio si trova qui?» «Sì, mia cara. L'unico alloggio rimasto disponibile in zona, ehm... Spero sia di suo gradimento!» Alice non stava più nella pelle. «Con questa vista come potrei non essere soddisfatta?» Rudy sorrise, e continuò a camminare con la ragazza al seguito. Stavano percorrendo un piccolo sentiero che circondava il lago, e il riflesso delle montagne nell'acqua sembrava dipinto.

Pochi istanti dopo ed ecco un piccolo edificio biancastro, con rinforzi di legno scuro e tetto di piastre davanti a loro. L'odore era inconfondibile. Alice non riuscì a crederci. «Eccoci arrivati! Spero le piacciano i cavalli...»

Cavalli? Finalmente li aveva trovati! Quel piccolo edificio era una scuderia, e proprio di fronte ad essa c'era un recinto, vicino alla spiaggia del lago. In quel paddock c'erano alcuni cavalli liberi, non troppo alti, dal manto sauro quasi dorato e la criniera bianca. Erano i cavalli che Alice ammirava di più, gli Haflinger. Si avvicinò al recinto e tentò di avvicinarlo. «Vedo che abbiamo fatto la scelta giusta! Lara ci ha consigliato bene...» «Lara?» Questa volta fu Alice ad interromperlo. «Beh, Lara è una cavallerizza da tempo, pratica qui il suo sport!» Alice fu incredula della notizia, ma i suoi pensieri furono interrotti. «Buonasera, Rudy! Buonasera, signorina...» «Alice. Può chiamarmi Alice.» Lei allungò la mano verso il suo interlocutore e si ritrovò a stringere la pelle rugosa di un gran lavoratore. «Molto piacere, io sono Gustav, il proprietario della scuderia.» La bocca di Alice si trasformò in un ampio sorriso. Gustav sembrava saperla lunga sul suo lavoro, il suo caldo vocione e la barba castana gli davano l'aspetto di un bonaccione. «Signorina Alice, Gustav è il proprietario dell'appartamento dove alloggerai. Vuoi vederlo?» Alice non staccò gli occhi dall'edificio. «Con molto piacere!» Gustav fece strada su delle ripide scale esterne alla scuderia che conducevano al piano superiore. Il corrimano era dello stesso legno dei pilastri dell'edificio, ma aveva dei dettagli caratteristici intagliati nei piantoni. Non appena si aprì la stretta porta scura del piano superiore, l'odore del legno invase i polmoni dei presenti. L'appartamento era stato ricavato nella mansarda delle stalle ed era stato ristrutturato di recente. «Come vi sembra, signorina?» Il tono di Gustav era quello di chi sa già la risposta. Alice era rimasta a bocca aperta nell'osservare la stanza: subito dopo la porta si trovava un piccolo disimpegno che separava l'ingresso dal salone principale. La parte in basso era in legno chiaro, mentre la metà superiore era in vetro. Il pavimento scricchiolò leggermente sotto ai suoi passi, era un parquet dello stesso colore del rivestimento delle pareti. Il salone combinava perfettamente lo stile rustico a quello moderno, con un bel divano ad elle di pelle marrone che dava su un televisore a schermo piatto. Le pareti erano bianche e rivestite nella metà inferiore in legno. Le finestre laterali erano piccole ma luminose, e il centro del salone era percorso da pilastri di legno posti alla stessa distanza che sorreggevano il tetto. Anche il tetto era meraviglioso, costituito di travi di legno chiaro a vista. A destra del salone si apriva una piccola cucina e di fronte ad essa un tavolo in legno con quattro sedie. L'illuminazione era fornita da eleganti lampade che scendevano dal soffitto. La sensazione di accoglienza e calore fece sentire Alice come a casa. O forse anche meglio. Il fondo della stanza era chiuso da una parete con due diverse porte. Una conduceva al bagno e l'altra alla camera da letto, la quale aveva una finestra enorme che comprendeva tutta la parete corta del lato dell'edificio e apriva su un piccolo terrazzo. La vista sul lago e una parte del maneggio era impagabile. «Signorina, tutto bene?» Alice era rimasta a bocca aperta e in silenzio. «Ehm, sì, certo. La casa più bella che abbia mai visto. Complimenti!» Gustav e Rudy si guardarono soddisfatti. «D'altronde, è stata la mia agenzia a disegnarla e ristrutturarla... Vedrai quante cose imparerai, signorina Alice!» I due continuarono a sghignazzare mentre lei iniziava a capire molte cose. Lara, il lavoro, l'agenzia di bio-edilizia... «Perfetto, direi che siamo a posto! La signorina può sistemarsi.» Alice assunse un'aria pensante. Rudy eliminò ogni dubbio: «Domani mattina alle 9 ci troviamo in ufficio. Tutto chiaro?» Alice stava per confermare ma fu interrotta. «Preferisce prendere l'autobus o farsi accompagnare dal signor Gustav?» Alice non voleva scomodare nessuno ed essere indipendente. «Non è possibile noleggiare un mezzo di trasporto autonomo? A mie spese, ovviamente...» «Ma non si preoccupi! Ha la patente, giusto?» Alice annuì. «Allora potrà utilizzare il mio autocarro. Il suo lavoro si svolgerà per lo più in estate, per cui la neve non sarà un problema.» «Va benissimo, grazie. Penserò io al carburante...» «Non se ne parla! Lei faccia il suo lavoro, Alice. Non si preoccupi!» Alice annuì imbarazzata. Ci fu un istante di silenzio. «Bene, bene, bene,» riprese Rudy «direi che posso andarmene tranquillo, lasciamo sistemare questa ragazza!» Gustav annuì e fece un cenno di saluto. «A domani mattina, signorina!» Alice ricambiò il saluto e rimase sola con il proprietario dell'appartamento.

«Allora, Alice... posso darti del tu?» La ragazza annuì. «Ti lascio sistemare, allora. Il pomeriggio è ancora lungo... Se vuoi cenare con noi, ci trovi nelle scuderie verso le 20. Può andare bene?» Alice annuì. «Ho sempre sognato di dormire sopra ad una stalla piena di cavalli.» Gustav sembrò colpito. «Sei appassionata? Sai andare a cavallo?» Alice non aspettava domanda migliore. «Ho iniziato ad andare a cavallo all'età di nove anni. Montavo solo in estate, facevo passeggiate...» «E poi? Hai smesso?» «Beh...» Cercò di misurare le parole. «A causa degli studi e di opinioni contrarie, riuscivo ad andarci solo una volta ogni tanto.» Gustav sembrò capirla. «Qualche anno fa, cambiai scuola di equitazione e imparai a saltare gli ostacoli, ma niente di più. Dovevo concentrami su gli studi, prendere il diploma... Così non ho mai avuto un cavallo tutto mio.» Gustav sorrise. «Sono felice di avere una cavallerizza combattente nel mio appartamento!» «Combattente?» «Sì, mia cara. Nonostante le difficoltà hai continuato. Sei stata fortunata a trovare questo alloggio, un terno al lotto!» Alice sorrise. «Ringrazia la tua collega Lara, ha proprio indovinato. A proposito, se mai volessi farti una cavalcata, non esitare a chiedere!» «Grazie molte Gustav, veramente» Gustav annuì e la lasciò sola, con un cenno di saluto. 

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