Capitolo 3

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La mattina dopo andò tutto come previsto. Si risvegliò in un morbido letto moderno, con la testata di legno e il materasso alto, circondata da legno e ancora legno. La luce dell'alba si rifletteva nell'acqua cristallina del lago. Dopo aver fatto colazione, scese nelle scuderie e non riuscì a resistere dal dargli un'occhiata. I box erano pochi, su una fila unica e davano sul corridoio d'entrata. I pavimenti erano in lastre di pietra simili a quelle del tetto, le pareti di intonaco bianco. Le travi del soffitto di legno scuro, lo stesso legno dei portoni e dei pilastri dell'edificio, mentre i box avevano un legno più chiaro, porte scorrevoli e grate in ferro. Si soffermò ad osservare il cavallo nell'ultimo box. Di fronte ad esso, nell'angolo, c'era un cavalletto con una sella inglese poggiata sopra. Ogni box aveva una capezza verde appesa vicino alla porta. L'ultimo cavallo era un Haflinger, esattamente come tutti gli altri di quella scuderia, ma era lo stesso cavallo che il giorno prima aveva visto al pascolo. Non era altissimo, ma era slanciato e sembrava essere molto agile. Aveva una balzana a ginocchio su una zampa posteriore e una lista in fronte, sottile, che terminava in rosa sulla narice sinistra. I suoi occhi erano calmi e gentili. Si avvicinò e si lasciò annusare le mani. Il cavallo sembrava molto incuriosito. Purtroppo, quell'incontro durò poco: Alice dovette salire sull'autocarro di Gustav e guidare fino al lavoro.

La giornata trascorse velocemente, fra un sorriso di Agata e una cioccolata di Marie. Rudy era fuori città per delle riunioni e lasciò a Lara il compito di spiegare alla nuova arrivata ad usare il software di progettazione d'interni. La collega, inspiegabilmente assente, non sembrava avere voglia di interagire con Alice. Tanto meno di conoscerla. Avrebbero lavorato accanto per sei lunghi mesi, possibile che non riuscissero ad andare d'accordo almeno un po'?

Alice continuava a pensare al fatto che anche lei era appassionata di cavalli e che aveva scelto lei il suo alloggio per lo stage. Possibile che non fosse incuriosita di sapere se ad Alice fosse piaciuto? Così, la nostra ragazza si rese conto che se voleva conoscere Lara, avrebbe dovuto fare lei il primo passo.

«Ehi!» Esordì educatamente. Lara nemmeno la degnò di attenzione, intenta a scrivere un report al computer. Arrivò al sodo. «Gustav mi ha detto che hai scelto tu l'alloggio. E che sai andare a cavallo.» Sentendo quelle parole, Lara smise di scrivere, ma non di fissare lo schermo. «Volevo ringraziarti, sai, l'appartamento è stupendo e anch'io vado a cavallo; quindi, hai azzeccato...» Lara alzò gli occhi dallo schermo e si girò verso di lei. «Davvero?» Alice annuì. Felicemente sorpresa, Lara sorrise ed improvvisamente sembrò un'altra persona. «Allora dovresti assolutamente venire con me questo week-end! Ogni volta vado a fare una cavalcata intorno al lago, ti piacerà!» Alice acconsentì, entusiasta. Finalmente aveva trovato qualcuno della sua età con cui passare il tempo. Ma Lara le sembrava così misteriosa... Forse non la aveva trovata interessante fino a che non aveva scoperto di avere una passione in comune? Chissà...

Il suo turno finiva ogni giorno alle 6 di sera. Arrivava a casa, riceveva la consueta chiamata da Rudy che si accertava del lavoro svolto, faceva una doccia e poi aspettava la cena nelle scuderie, insieme all'anziano padre di Gustav. Erano delle brave persone, ma programmava di andare a fare la spesa in paese quanto prima. Dopotutto, l'appartamento aveva una cucina. Sentirsi libera ed indipendente era uno dei suoi obbiettivi. I suoi genitori non l'avevano mai fatta sentire autonoma e così, dopo averli convinti ad accettare il tirocinio in Alto- Adige, aveva intenzione di viverlo appieno.

Dopo cena, tornò a visitare le scuderie e vide di nuovo quel cavallo nel suo box. Sembrava molto rilassato. Nella penombra, riuscì a intravedere una piccola targhetta posta vicino alla maniglia. Ma era troppo buio perché riuscisse a leggerla. Cerco di avvicinarsi e lesse ad alta voce «O...i...» «Oliver!» Tuonò Gustav alle sue spalle. «Grazie, non riuscivo a leggere!» Gustav sorrise compiaciuto. «Ti piace quel cavallo, vero?» «Ho sempre avuto un debole per gli Haflinger e lui lo avevo visto in paddock, appena arrivata...» «Se vorrai potrai cavalcarlo! Lara mi ha detto che avete intenzione di uscire questo week-end!» Alice si sentì scoperta. «Cavoli, glielo ha già detto!» rispose, imbarazzata. «Lara non perde tempo!» Così dicendo, si allontanò sorridendo. Alice tornò ad accarezzare il cavallo, pensierosa. «E così ti chiami Oliver, eh? Mi piace.» Il cavallo le diede un colpetto con il muso. «A te invece sembrano piacere le coccole!» Continuò ad accarezzarlo per qualche minuto, poi la stanchezza iniziò a farsi sentire. «Vado a dormire, non preoccuparti. Sono proprio qui, sopra alla tua testa!» Sorrise e lasciò tranquillo il cavallo.

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