Ormai è passata una settimana, una settimana che sono chiusa nella mia stanza e in me stessa, rimpiangendo di non aver approfondito la cosa perchè troppo preoccupata dalle conseguenze.
Mi porto le ginocchia al petto, cerco di trovare conforto, quello che non ho da un po' di tempo. Gli occhi spenti, l'anima fragile, un'espressione vuota, ma che ciela dolore.
Mi sentivo a pezzi, tutto intorno a me si è spento.
Le lacrime non scendevano nemmeno più, come se si fossero prosciugate.
Improvvisamente sentii dei passi farsi sempre più vicini alla mia stanza, potevo riconoscere mia madre.
Bussa dolcemente sulla porta chiusa, "Oi.. c'è una sorpresa per te." disse, con voce tremolante.
Non rispondo. Faccio finta di niente, c'è una pausa di silenzio per un po', per poi ripetere ciò che aveva detto, questa volta le parole risultavano più intense.
"Non mi interessa." Sussurro, non avevo le forze neanche per parlare.
Mi raggomitolo nella coperta, cercando di trovare conforto.
Socchiudo gli occhi, potevo sentirla sospirare dall'altro lato della porta.
D'improvviso sento una voce familiare.
"Hey, dai. Sono io. Voglio solo vedere come stai."
Sgranai gli occhi.
Era la voce di Zach, non ci sentivamo dall'accaduto.
Subito sento una sensazione non molto piacevole al petto.
Il respiro mi si affanna, diventando ingombrante.
In quel momento non volevo vedere nessuno. Non me la sentivo proprio di dover interagire con qualcuno in quel momento, tutto ciò di cui avevo bisogno era una pausa da tutto, non volevo essere percepita in quel momento. Ero forse troppo vulnerabile e non mentalmente pronta a dover parlare con qualcuno.
Vedo la porta aprirsi un po', dove Zach s'infila leggermente tra lo spiffero con la testa, dando una rapida occhiata nella stanza.
Potevo sentire mia madre allontanarsi, lui si gira un momento per controllare che se ne fosse andata, per poi posare i suoi occhi su di me.
In quel momento volevo solo sparire.
"Per favore.." mormora, col suo solito ghigno sulla faccia.
Annuisco lentamente, alzandomi, mettendomi seduta sul letto.
Zach apre la porta facendosi spazio per entrare, per poi chiudersela alle spalle.
C'è un momento di silenzio fra di noi, ma che poi fu subito interrotto.
Zach mi guarda profondamente negli occhi. Mi sentivo così debole in quel momento, mentre lui scrutava la mia fragile anima.
"Come stai?" disse, col fiato sospeso.
Rimango un momento in silenzio guardando giù, non volevo vederlo, decisi di evitare di fare eyecontact per ora.
"Come dovrei stare?" rispondo, con la voce rotta e il cuore in gola. Non volevo piangere ora, non davanti a lui. Non voglio sembrare più debole di quanto lo sia già.
"So che è un momento difficile per te, e ti capisco. Mi dispiace..."
Rimango in silenzio. Cerco di trattenere le lacrime dal cadere.
C'è questa atmosfera soffocante nell'aria che mi fa sentire peggio di prima.
Improvvisamente lui si tende verso di me, sedendosi, cercando di abbracciarmi.
Mi avvolge il corpo con le braccia e subito sento una sensazione di conforto.
Lo sento mormorare "Se hai bisogno, io sono qui."
Sorrido tristemente, per poi ricambiare il suo abbraccio. Zach poteva notare che la mia presa non era forte quanto la sua, ma non avendo le forze mi era difficile in quel momento stringerlo a me. Decise comunque di fare finta di nulla.
Quella notte dormì qui, a casa mia, nel mio letto.
Non sapevo perchè, ma quella notte faticai a dormire. Era come se qualcosa di ingombrante me lo impediva. C'è da contare che da quando ho saputo dell'accaduto, soprattutto la prima notte, avevo faticato moltissimo a dormire, anzi non dormii per niente. Ma dopo qualche giorno trovai un po' di pace per riuscire a riposare per un po', per cui pensai che il peggio fosse passato, più o meno. Ma quando lui dormii qui con me... sentivo come se ci fosse qualcosa di troppo. Non mi sentivo più a mio agio come prima, non mi sentivo più protetta, ma forse erano solo le mille paranoie che mi facevo per via del trauma che ho elaborato.
Lo ricordo ancora, mi sentivo ansiosa, paralizzata, la mente che vagava, il cuore che correva e il sudore freddo in corpo.
Eravamo entrambi sdraiati nel letto, con la coperta che copriva solo una metà dei nostri corpi.
La finestra era aperta, aveva solo la zanzariera giù. Era buio pesto fuori, si vedevano solo le luci giallastre dei lampioni di sfuggita. Mi ricordo che per la maggior parte del tempo rimasi incantata a fissare la finestra.
Dai buchetti della zanzariera si poteva sentire l'arietta fresca che entrava, accarezzandomi il corpo.
Fu lei a tenermi compagnia durante la notte.
Io avevo il corpo rivolto verso di essa, mentre lui tenne fisso le mani avvolte alla mia vita, con la faccia nascosta dietro la mia schiena. Era come se non volesse lasciarmi andare.
In realtà non sapevo se lui abbia effettivamente dormito, ma non mi importa.
So solo che quella fu una notte eterna.
Dormii circa due ore, credo.
Appena vidi che il cielo cominciava a schiarirsi sorrisi, capendo che stava effettivamente facendo giorno.
Non vedevo l'ora di potermi alzare da quel letto e stare un po' di tempo da sola, ma forse sarà stata la prima volta in una settimana che finalmente lascerò la mia stanza, solo per non sentire l'ingombrante presenza di Zach.
Però, quando il sole cominciò a sorgere, la presa di Zach su di me diventava sempre più stretta e possessiva. Mi sentivo incatenata, bloccata, come se ora fosse lui in possesso di me e del mio corpo.
Ultimamente lo percepivo come più possessivo, qualche volta aggressivo, non era mai stato così.. così.
Cercai di non farci troppo caso, e continuai a pregare che presto mia mamma potesse venire a chiamarci per andare a fare colazione.
Volevo staccarmi da quella situazione. Volevo stare sola, nella mia bolla, senza nessuno che potesse disturbare questo stato in cui ero. Ma lui ha deciso comunque di far scoppiare la mia bolla protettiva, disturbando la mia quiete.
Potevo capirlo però.
Dopotutto, era una settimana che non ci sentivamo.
Mi mandò una miriade di messaggi, a cui però non ho mai risposto. Non perchè non volessi rispondergli, sia chiaro. Non ho risposto a nessuno, perchè non volevo rispondere a nessuno. Non volevo sentire nessuno. Il telefono non lo usai proprio. Non volevo essere percepita, avevo solo bisogno di scomparire per un po'.Mentre mi persi nei pensieri, sentivo la presa di Zach diventare più avvolgente, più calda.
Era diversa dalla presa di prima. Questa era più sincera.
Poco dopo sentii dei passi provenire dal corridoio, riconoscendo mia madre, che bussò dolcemente sulla porta.
"È pronta la colazione, ve la lascio sul tavolo in cucina... io ora esco che vado a lavorare. Scrivimi perfavore... Ci sentiamo 'sta sera."
Sospirai. Almeno ora ho una scusa per alzarmi e cercare di placare questi pensieri negativi.
Poco dopo sentii dei passi allontanarsi, e la porta chiudersi. Era appena uscita.
Questo significava che sarei stata tutto il giorno a casa da sola, con Zach?
Questo potrebbe solo migliorare o peggiorare le cose.
Sentii Zach stringermi ancora, portandomi più verso di lui, facendomi capire che era sveglio.
Provai ad iniziare una conversazione.
"Ei... vogliamo andare a fare colazione?" dissi, quasi mormorando.
Zach non rispose subito, passarono un paio di secondi prima che disse qualcosa.
Sospira.
"Come vuoi tu, non sono abituato a magiare la mattina."
Subito sentii un velo di tristezza assalirmi.
Mi sarebbe sembrato scortese se non avessimo nemmeno toccato ciò che mia madre aveva preparato apposta per noi, inoltre, avevo bisogno di sgranchirmi un po' le gambe.
"Vorrei... se per te va bene." fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Zach non disse niente, ma si alzò lentamente, lasciando andare finalmente la presa che aveva su di me.
Mi alzai anche io, sedendomi sull'orlo del letto, stiracchiandomi un po'.
Zach continuava a guardarmi, come se volesse chiedermi qualcosa.
Lo ignorai, mi alzai dal letto dirigendomi verso la porta.
Prima che potessi uscire, Zach mi chiese "Hai dormito 'sta notte?"
Mi fermai, avrei dovuto aspettarmela questa domanda.
"Non proprio, da quando è venuta a mancare ho sempre faticato a dormire." gli dissi, dopotutto era la verità.
Zach sospirò, dirigendosi verso di me, abbracciandomi.
Era un abbraccio di conforto, avvolgente, puro.
Ricambiai anche io, quando poi finalmente uscimmo dalla stanza.
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- choke
ChickLitUn amore passionale, vero e puro, travolto da ossessione. Un giallo un po' insolito.