Diana, Elena e Fulvio

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Ti avevo chiesto di ritirare la roba stesa. Potevi almeno controllare se stesse piovendo invece di startene lì a giocare".

Elena, visibilmente irritata stava rimproverando il suo compagno, Fulvio.

Erano una coppia di quarantenni senza figli, perché come diceva lui: -sono già io il figlio di me stesso-, mentre a lei semplicemente non interessava averne. I genitori di lei avevano spesso insistito su questo punto senza riuscire ad avere successo. Da parte di lui invece, l'unica parente era una zia, Diana, che lo aveva cresciuto come un figlio. I genitori di Flavio erano mancati quando era molto piccolo e la zia Diana lo aveva preso con se, prendendosi cura di lui. Diana si ritrovò poco più che ventenne a dover accudire un ragazzino di poco meno di 10 anni il quale si dimostrò essere una vera peste. Questo portò la zia a dover ricorrere a metodi di educazione molto severi per far rigar dritto il suo protetto. Flavio, dal canto suo, aveva imparato a rispettare sua zia e ad obbedire senza discutere, cosa che gli era rimasta ben impressa e faceva ancora adesso. Nonostante ciò, la convivenza con la ben più accomodante Elena e il distacco dalla zia lo avevano portato ad impigrirsi notevolmente. Le due donne si conoscevano, passandosi poco più di una decina di anni di differenza e, nei loro discorsi non era certo mancato l'argomento Fulvio e di come si comportasse e fosse stato educato.

Fu proprio la conoscenza di tali retroscena che portò Elena, stanca delle mancanze del suo compagno e del vederlo poltrire mentre lei sgobbava per casa a contattare Diana per aiutarla a migliorare quella situazione. Così, un pomeriggio, Elena telefonò a Diana approfittando del fatto che Fulvio fosse fuori casa.

2

Quel giorno il cielo non prometteva nulla di buono. Dense nubi cariche di pioggia si erano accumulate a perdita d'occhio. Fulvio doveva uscire per vedersi con un suo amico ed Elena stava aspettando uscisse di casa per telefonare a Diana.

Le due donne andavano molto d'accordo. Elena conobbe Diana poco dopo aver iniziato a frequentare Fulvio quando i due ragazzi erano appena ventenni. La zia del ragazzo aveva voluto conoscere la persona con la quale usciva suo nipote che considerava come un figlio. Un comportamento che di solito erano i genitori della ragazza a manifestare. Dopo averla conosciuta andarono subito d'accordo nonostante Elena fosse una persona molto accomodante, mentre Diana non fece mai segreto della sua inflessibilità e autorevolezza. Complice anche la poca differenza di età e i buoni sentimenti che entrambe provavano verso Fulvio. Quando erano tutti insieme, Diana si rivolgeva sempre amorevolmente verso i due ragazzi ma, Fulvio non mancava mai una virgola di ciò che la zia diceva, dimostrando una riverenza ed educazione nei suoi confronti a volte eccessiva. O almeno questo è ciò che Elena pensava. Fu così che un giorno la ragazza, mentre era con Diana a fare shopping, chiese del perché il suo ragazzo fosse così riverente nei suoi confronti. Diana non si fece troppi problemi a raccontarle di come la sua vita col piccolo Fulvio fosse stata difficile a causa dei comportamenti avventati del nipote. Di conseguenza adottò metodi piuttosto incisivi per tenerlo a bada ed educarlo a dovere. Approfondendo l'argomento, Elena scoprí che Diana non mancava di mettersi Fulvio sulle ginocchia e fargli bruciare il sedere per bene e nei casi più gravi di utilizzare diversi strumenti per metterlo in riga come il battipanni o le sue ciabatte. Ciò che Elena fu però stupita di sentire è che tutto ciò non era un qualcosa relegato all'infanzia del suo ragazzo ma, che accadeva ancora e nemmeno troppo raramente.

Elena non fece mai parola con Fulvio di ciò che era venuta a sapere. Anzi, a memoria di ciò si sentì in dovere di essere più gentile e meno pretenziosa nei confronti del ragazzo. Tutto ciò, fino al giorno in cui andarono a convivere.

Non avendo più la zia a metterlo in riga e con Elena molto permissiva, dopo un paio di anni dove tutto procedeva a meraviglia, Fulvio inizio a dare segni di impigrimento e di poco rispetto nei confronti di chi ogni giorno si prendeva cura della casa e delle sue cose. Dopo l'ennesima mancanza di rispetto, Elena si decise a chiamare Diana e di raccontarle ciò che stava accadendo, sperando che la donna potesse rimettere in riga suo nipote, o almeno darle qualche buon consiglio.

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