Appuntamento al buio

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Elena era sicura di avere già visto quell'uomo. Non tanto per il portamento austero o per il modo in cui si appoggiava a quell'anacronistico bastone da passeggio, quanto per lo sguardo torbido che le aveva rivolto. Un lampo fugace, che difficilmente avrebbe notato, se la sua curiosità non si fosse incagliata in quel guizzo profondo, irriverente, che aveva sentito infilarsi dentro di lei di soppiatto, per scrutarle l'anima. Ma era stato solo un istante, e forse lei aveva trattenuto il fiato inutilmente, perché l'uomo aveva sollevato il braccio e aveva salutato qualcuno nella frenesia dei passeggeri che scendevano dal Frecciarossa arrivato al binario. Adesso non era più sicura che lui l'avesse davvero guardata. Non in quel modo. Eppure, sapeva che non era la prima volta che un lampo fugace l'aggrediva e prendeva possesso di lei, delle sue emozioni e della sua apprensione. Era già accaduto un'altra volta. E anche se non poteva dirlo con certezza, l'impressione che la turbava era quella che l'aveva scossa fin dall'inizio: lei quell'uomo lo aveva già visto. 

(incipit di un concorso)

Ma non era quello il momento di perdersi in futili pensieri che non avrebbero fatto altro che peggiorare il continuo stato di ansia in cui Elena viveva ormai da qualche anno a questa parte. La trepidazione l'aveva assalita già di prima mattina, da quando aveva messo piede nella carrozza dell'intercity, l'aveva costretta in uno stato burnout per tutta la durata del viaggio. Nonostante si fosse portata assieme l'ultimo libro di Joel Dicker, dal quale non era riuscita a distaccarsene per più di una settimana, quella mattina non lesse neanche un capitolo. Aveva alternato momenti in cui si perdeva in un infinito scrollare di inutili contenuti sul cellulare, ad attimi in cui osservava il panorama cambiare sotto i suoi occhi dal finestrino, passando da mare a pianura e da pianura a collina, da collina ad una fitta nube che oscurava le campagne lombarde.

Scelse di non farci caso, di non lasciar divagare ansie e paranoia ma di vivere il presente e di andare avanti, un po' come gli aveva insegnato la psicologa dalla quale si recava mensilmente per cercare di gestire la sua ipocondria. Quella mattina era arrivata in ritardo alla stazione di Milano Centrale a causa di un guasto sulla linea, un guasto che per mezz'ora aveva bloccato l'Intercity nelle campagne toscane, una mezz'ora che la ragazza aveva percepito come un'infinità ma che per molti era parso come semplice routine. Avrebbe dovuto incontrare il "Dottore" all'uscita Ovest dieci minuti dopo il presunto arrivo del treno, non aveva idea di come avrebbe potuto reagire ad un ritardo ti tale portata.

Il "Dottore", l'uomo di cui Elena non aveva mai visto in volto, ma con cui messaggiava quotidianamente su Telegram, l'aveva invitata a passare un week-end col suo gruppo di lavoro sul lago di Como. Oltre a pagarle la permanenza temporanea in uno dei più lussuosi Hotel di Milano, lo sconosciuto si era offerto di coprire le spese dei tanto ambiti studi per l'università in una qualsiasi metropoli europea. Il sogno della giovane, infatti, era quello di trasferirsi dal suo piccolo paesino, di fuggire da quel microstato fatto di desolazione e pregiudizi per ricominciare da capo e costruirsi una vita come ha sempre sognato.

Benché conversassero ogni giorno telematicamente, di lui conosceva poco, quasi niente. Sapeva solo che era un tipo preciso, puntuale, che non sopportava quando le scriveva un messaggio nel cuore della notte per poi ricevere la risposta al mattino seguente. Era abituata a lasciare la suoneria a volume alto anche durante la notte così che potesse svegliarla e rispondergli in tempo. Non importava quanto difficile, non importava quanto costoso, il Dottore esigeva tutto e subito. Non sapeva neanche se si trattasse di un vero dottore, lo chiamava così perché "Dottore86" era il nickname con il quale l'uomo effettuava l'acquisto di foto di nudo della ragazza. Era un suo cliente abituale, il più assiduo tra i suoi fan, ogni volta che lei pubblicava un annuncio di nuovi contenuti "hot", lui era lì pronto ad acquistarli, tutti, anche i più costosi. Notando quella quantità di denaro che andava quotidianamente aumentando sul suo conto, Elena decise di cavalcare l'onda trasformando la creazione di contenuti intimi in un vero e proprio lavoro. Secondo i suoi calcoli, continuando di quel passo, nel giro di un anno avrebbe dovuto raggiungere la somma necessaria per pagarsi tre anni di tasse universitarie e affitto. Quando poi arrivò la proposta con cui sperava di svoltare per sempre la sua vita, Elena non aveva neanche battuto ciglio che subito iniziò a preparare la valigia, finalmente poteva smetterla di mettersi a nudo per cercare di svoltare la propria vita. Non avvisò neanche la madre, sapeva già quanto poco le sarebbe importato non averla per un po' fra i piedi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13, 2023 ⏰

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