Capitolo 4

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"Signorina, dovremmo ritardare il suo ritorno a casa perchè i suoi genitori arriveranno domani e solo loro possono firmare per farla rilasciare" mi informa il dottore.
Genitori? Ma di che sta parlando? Io non ho genitori, vivo con Louis da quando sono piccola.
"Dottore ci deve essere uno sbaglio, io non ho i genitori" dico confusa.
"Questo dovrei spiegartelo io" compare Louis sull'uscio della porta.
Il dottore mi guarda compiaciuto ed esce lasciandoci soli.
Louis mi ha trovato fuori da casa mia, da sola, abbandonata.
Avevo solo due anni, e lui ne aveva diciotto.
Ora ha da poco compiuto trentuno anni, è un uomo molto maturo, ma con un passato poco chiaro.
Al liceo era quel ragazzo a cui non devi avvicinarti, un tipo tosto.
Non vuole una ragazza, dice che non è interessato a rapporti seri, sono abbastanza sicura che non coltivi tendenze omosessuali comunque.
Da quando ha iniziato ad occuparsi di me è cambiato, si prende cura di me con molta responsabilità e non avrei potuto chiedere di meglio.
È strano si, vivere con un ragazzo così giovane per tutta la mia infanzia è stato sempre un problema quando dovevo presentarlo alle mie amiche.
Molte si sono innamorate di lui, ed è comprensibile.
Una addirittura ha cercato di essere mia amica solo per arrivare a lui.
Louis ha gli occhi verdi, un verde smeraldo tendente al blu a volte, è biondo e riccio, una persona affascinante, attraente, ma per me è assolutamente impensabile guardarlo come altro apparte il mio fratellone.
"Lou che succede? Che cos'è quella faccia?"
"Cami, ho cercato di sistemare la situazione, ma non ho potuto fare niente.
Le autorità ti hanno trovato una famiglia adottiva.."
Lou sapeva che non avrebbe potuto tenermi, e infatti dopo poco più di un paio di anni che ci stabilivamo in una città, lui mi portava via.
È sempre stato così per noi, solo lui ed io, in giro per il mondo, contro tutti e tutto.
Io non posso vivere senza Louis, è tutto ciò che ho sempre avuto, l'unica persona che non si sa come mi ha sempre capita, lui c'è sempre stato.
"Louis, cosa stai dicendo?" chiedo con gli occhi spalancati.
"Non possi tenerti, ci cercano da tanto, e stavolta ci hanno trovati. È arrivato il momento di lascarci andare...".
La sua voce è spezzata, se non lo conoscessi così bene sarei convinta che è sul punto di piangere.
Sono sconcertata.
Vuota, arrabbiata, delusa, confusa, sono tutti questi aggettivi.
Mi è appena salita una strana sensazione alla gola.
Chi mi metterà fretta quando dorvò uscire?
Chi mi dirà adesso di andare a dormire? Non voglio una nuova famiglia adottiva! Io voglio Louis!
Voglio solo Louis!
"Ma Lou, noi siamo insieme da sempre, come..come può...come è possibile?" chiedo gesticolando vivacemente.
"Non posso più fare niente, e non è tutto."
"Cosa vuoi dire Lou?!"
"Mi hanno arrestato. Sapevi che sarebbe successo. Lo sapevamo entrambi.
Ho solo un quarto d'ora per parlarti e poi mi buttano dentro"
"Che cosa? Ma Louis per poco vero? Poi esci e mi vieni a trovare no?"
"No, no Cami, portare una bambina senza essere nessuno in giro è un reato gravissimo"
Scoppio a piangere. Tutto il mio mondo è andato in frantumi, tutto ciò che è sempre stato stabile si è spezzato, l'unica cosa sicura della mia vita è distrutta.
Certo era difficile, quando mi guardavano tutti male perchè non avevo i genitori, ma a me andava bene così.
Lui non mi mancherà ad ondate, sarà un dolore costante, continuo.
Louis si getta tra le mie braccie e per la prima volta dopo tutti questi anni, piange.
Piange come un bambino a cui è stata strappata la mamma.
Piange, singhiozza.
"Louis dimmi che è tutto un fottuto scherzo!" urlo contro la sua spalla.
Nel mezzo del nostro abbraccio, arrivano due uomini che interrompono voracemente, entrando nella nostra stanza.
"Basta, dobbiamo andare" dice uno dei due.
Sono enormi e mi incutono terrore solo a guardarli.
Louis mi guarda dritta negli occhi, i suoi colmi di dolore.
"Io e te piccola, per sempre."
"Io e te Lou, per sempre."

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