COME UMILIARE UNA BRAVA RAGAZZA

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Kal ed io stiamo insieme da quasi quattro anni.

Ovvero, da quando ne avevo diciassette.

Ovvero, da quando sono diventata bella.

Avevo perso quei fastidiosi chili di troppo che mi afflosciavano i fianchi e mi facevano stare male in costume, avevo scoperto i prodotti D.E.V. e il contouring, mi ero schiarita un po' i capelli già biondi e non avevo mai più permesso a un paio di forbici di tagliarli. E avevo...be', iniziato a usare i social con assiduità. Seriamente. Per lavoro, intendo.

Eppure, nonostante abbia un "bonbon" biondo sempre pronto da sfoggiare davanti ai suoi amici, Kal ha sempre avuto un debole per le brune.

Lo guardo di sottecchi mentre parla con la ragazzina dietro lo stand, chiedendole come funziona il gioco. Si tratta di colpire i bersagli con i fucili, sai che novità. Che c'è da capire?

Con un sospiro infastidito, ripenso a come siamo finiti qui.

Dopo dieci minuti di esitazione di fronte alla massa di gente in attesa davanti a Bed&Shiver, un'attrazione con l'aspetto di un hotel da film horror di serie b, ci siamo arresi. Il Parco è gigantesco e non è detto che riusciremo a vedere tutto, il che mi scoccia, perché con quello che ci sono costati i biglietti, abbiamo potuto acquistare l'ingresso per una sola notte.

Ad ogni modo.

Tornando allo stand, i "bersagli" sono dei brutti goblin col cappello a punta, le orecchie pelose e degli agghiaccianti occhi rossi che mi ricordano tanto i Gremlins dopo che hanno mangiato fuori pasto. Sono stipati sugli scaffali di legno, dietro la ragazza.

Lo stand ha la forma di una grossa lapide; dai ciuffi d'erba sotto di noi sale una leggera nube rossastra. I fucili sono disposti con ordine, alle sue spalle. Sono tanti e di varie grandezze. Li osservo, poi osservo i premi: cuscini a forma di zucca fatti a mano, peluche a grandezza umana, tazze, portachiavi, calamite e altri souvenir a tema Gruselgärten. Sempre le solite pacchianerie...però il portachiavi a forma di carosello non è male.

La parte più competitiva di me s'infiamma e un ghigno mi illumina il viso.

Io so sparare. Ho un'ottima mira. Ho praticato tiro con l'arco per anni e mio padre era un poliziotto: mi portava spesso con lui al poligono e si può dire che sia una semi-professionista.

Mio padre andava anche a caccia. Quel pensiero s'intrufola nella mia testa con prepotenza, non chiamato. La ragazza porge un fucile di plastica a Kal, che lo passa a me. Nel momento in cui lo afferro si fa più grande, pesante, rigido e freddo. Sto stringendo tra le mani il fucile di mio padre.

È primavera e gli animali sono affamati, stremati dall'inverno; hanno bisogno di mangiare e per questo sono meno cauti. C'è un tasso da qualche parte, non lo vedo, ma lo sento scavare. Poi scorgo un coniglio. Va come un fulmine e lo perdo subito di vista. Ma mio padre non si arrabbia...a lui non interessano i conigli. Preferisce prede più grosse.

Mi si avvicina.

"Sta arrivando qualcosa di magnifico..." mi sussurra all'orecchio, e la paura mi congela gli organi.

So cosa significa quella frase.

Tra pochi istanti dovrò uccidere.

"Ehi. Dormi?" la voce di Kal mi riscuote e stringo a me il fucile. Batto le palpebre e torno alla realtà. Sono a Gruselgärten e mio padre non è qui. Non è qui.

Mi guardo intorno, mentre la ragazza dall'altra parte del banco mi scruta con curiosità.

"Devi solo premere il grilletto", mi spiega, come se fossi scema, "sei tiri a disposizione, cento punti per ogni colpo a segno, per un totale di seicento punti. Un premio in palio ogni duecento punti. E un altro premio speciale a chi riesce a collezionare un punteggio perfetto."

T R A P P E D ⛓️ a dark novelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora