«theatre and drama» - Jorge Martin

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«oi, tutto apposto?» «sei l'unica persona che viene a chiedermelo, lo sai? No, non sto bene»

Martin mi prese una mano e mi portò via e credo che quel gesto sia uno dei più dolci e carini che qualcuno mi abbia mai fatto in vita mia.

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«Aelia, non metterti in testa strane idee: il teatro è fuori da ogni discussione» in tutte le case, più o meno, c'è una lista di parole proibite. Nella mia la prima fra tutte è il teatro, sin da quando ho sei anni.

Non posso fare sport per maschi, non posso studiare uno strumento, non posso fare teatro. Non mi avrebbero portato a nulla nella vita.

Anche la mia carriera era praticamente già stata decisa, anche se i miei continuavano a litigare su quello: avvocato o chirurgo. Da piccola non volevo dire loro che ho estrema ansia a parlare in pubblico e ho una grave fobia al sangue.

«Margot, può almeno soffiarsi il naso?» «quanto sei divertente»

Nonno Cassian è, ancora adesso che ho vent'anni, tutto quello che ho più a cuore. Il mio migliore amico, la mia spalla, colui che mi ha indirizzato nella vita.

«sono io a decidere della sua vita, non tu» «veramente dovrebbe essere lei»

«ha sei anni, come fa?» «perché dovrebbe deciderlo adesso?»

Nonno è riuscito a liberarmi da quella morsa.

«dai piccola, andiamo via, adesso» mamma avrà sempre rancore con suo padre, ma ora la vedo applaudire in prima fila ai miei spettacoli, che sorride orgogliosa. Questo è ciò che mi ha fatto iniziare a pensare che c'è una possibilità che tutti possiamo cambiare in meglio.

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«chi è Valentino Rossi?» a otto anni, seduta su un tavolo dell'officina del nonno, gli feci questa domanda, mentre guardavo nonna filare un mio maglione.

«Valentino è il più forte motociclista di tutti i tempi» «perché "di tutti i tempi"? Si sono scoperti dei dinosauri andare in moto?»

Sin da piccola, ho amato le parole e mi hanno sempre dovuto spiegare tutti i modi di dire.

«noi non eravamo lì, magari c'erano»

Il mio peluche preferito è un orso su cui nonna Ella ha cucito sopra un cappello di Valentino. È un po' il mio compagno di avventure.

«sei strana a portartelo ovunque» «perché devo essere strana io a farlo e non tu che non lo fai?»

I momenti più belli della mia vita li ho passati in due posti: sul palco di un teatro e negli spalti di una pista a vedere le moto correre.

Poi scopri che nonno e il padre di Vale sono vecchi amici e non ti chiedi neanche il perché.

Una cosa ho notato più di tutte quando sono entrata per la prima volta nel box di Vale: gli occhi di Luca che luccicavano.

Mi avvicinai a lui «tu sei Aelia?» «nessuno mi ha mai detto il contrario» lui ridacchiò. Pensano di essere scortesi a farlo, ma io non tendo a offendermi per così poco.

«La maglia ti sta un po' grande» effettivamente mi arrivava alle ginocchia. «non avevano taglie per bambini allo stand qua fuori. Poi la nonna la sistema»

Alla fine nonna non mi ha mai voluto accorciare la maglia. «ci crescerai dentro e sarà ancora più vissuta» ci ho attaccato spille, si è scolorita, ma è ancora oggi con me ogni volta che entro nel paddock.

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