One Last Time - Arthur Leclerc

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lucreziasstories

Oggi Stringo nervosamente il foglietto tra le mani mentre osservo l’ammasso di persone che si sono presentate oggi. Vorrei smettere di piangere, sono stanca di piangere. Sono tre giorni che i miei occhi continuano a versare lacrime, sembrano quasi un fiume in piena.

Come si fa a lasciare andare una persona con cui hai vissuto così tanto?
Come si fa ad andare avanti con la propria vita?
Come si fa a riprendere una routine quando una parte di essa manca?
Come si fa?
Come diavolo si fa?

Se qualcuno conosce la risposta, lo prego con tutte le mie forze, lo prego con l’ultimo filo di voce che mi è rimasto e lo prego con tutte le lacrime del mondo di dirmi come diavolo si fa?
Come è possibile vivere senza la persona che per due anni ti è stata vicino e che ha sopportato le tue stesse gioie e dolori?
Prendo un respiro ed entro.

Due anni prima

-Quante volte ti devo dire che non ci vengo? Non voglio partecipare a un cavolo di speed date nel bar più in di Montecarlo. Grazie ma no grazie, Kate!- strillo mentre la mia migliore amica sta rovistando nel mio armadio alla ricerca di un qualche vestito che a detta sua dovrebbe farmi apparire come “la donna più sexy di Montecarlo”.

-Dai! Perchè non andiamo in giro a far vedere quanto sei bella? Sei sempre chiusa in casa a leggere manoscritti e in quei vestiti sformati. Fai un favore al mondo della moda ed esci a mostrare quanto sei gnocca- dice Kate mentre tira fuori l’ennesimo capo di abbigliamento del mio armadio per poi rimetterlo all’interno.

Non fraintendetemi, voglio un bene dell’anima a Kate ma quando si mette in testa una cosa è abbastanza difficile schiodarla dalla sua idea.

Ho chiuso la mia storia precedente da circa sei mesi e dal giorno in cui Romain ha voluto chiudere con me non sono più uscita di casa se non per cose essenziali, come la spesa o pagare le bollette.

Dato che lavoro come correttrice di bozze per una casa editrice, passo la maggior parte del mio tempo, se non tutto, a leggere quelli che sono i lavori di giovani e promettenti scrittori.

Il fatto che io possa svolgere il mio lavoro anche in modalità telematica è stato un toccasana per il primo mese post rottura. La mia giornata tipo era composta nel modo seguente.
7.00 Sveglia.
7.30 Scendi dal letto.
7.30-7.40 Colazione veloce.
7.50 Torna a letto.
7.55 Prendi il tablet.
8.00-13.00 Leggi.
13.00 Dimenticati il pranzo.
13.00-19.30 Continua a leggere.
19.30-20.00 Prepara una cena veloce.
20.00-22.30 Leggi.
22.30-22.35 Lavati i denti.
22.35-23.00 Leggi.
23.00 Vai a dormire.

Ed eccovi qui l’intera routine di una ragazza con la depressione post rottura che si trova costretta a leggere manoscritti di storie d’amore.
Come direbbe Alberto Angela: è una tragedia nella tragedia.
Tanto per dire, eh.

-Dio mio, Kate. Ti tirerei in testa un macigno ma so che sarebbe un tentativo vano, non cambierai mai idea- mi lamento, sdraiata di schiena sul letto e osservo il soffitto cercando un modo per scappare da questa situazione che mi sembro più surreale che altro.

-Suuu, sai chi ci sarà a questo speed date?- chiede la mia migliore amica con gli occhi che luccicano. Anche se preferirei non saperlo le domando di rimando:-No, Kate. Non lo so--Romain- dice lei, in un tono misto tra lo schifato e l’emozionato.

-Oh, con quella riccia rossa è finita di già?- domando spostando lo sguardo dal soffitto alla schiena della mia amica che sta ancora cercando nel mio armadio il vestito più sexy che io abbia.

Testa dura.

-A quanto ho capito, lei è riuscita a trovarsi di meglio e l’ha piantato così su due piedi- ride lei mentre affonda la mano nell’armadio e ne estrae un lungo abito aderente nero.

con te||one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora