Statele vicino per me

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‹‹Vi prego, statele vicino come io non stato in grado di fare...››

Non aggiunsi altro, tornando a casa sulle mie gambe e anestetizzato da ogni cosa, conscio di aver perso la mia anima dietro ad una porta chiusa.

Non dissero nulla, si limitarono ad annuire ed io uscii sul terrazzo, una sigaretta mezza finita fra le mani che iniziavano a tremare.

Statele vicino come io non sono stato in grado di fare...

Continuo a pensarlo mentre riduco i miei polmoni, boccata dopo boccata, ad un ammasso di nicotina senza più uno scopo, proprio come me.

La amavo, la amavo come si ama una brioche appena sfornata, come si ama una doccia dopo aver corso per ore.

La amo anche ora come si ama la vita dopo averla quasi persa in un incidente.

Ormai è tardi, me lo dico da quando si è chiusa quella porta, ma non posso farci nulla.

La amo più di me stesso, più dei miei ideali, più di qualsiasi cosa io possa pensare.

Una melodia tragicamente ovattata risuona nella mia testa mentre l'ennesima sigaretta sparisce nel porta cenere.

È così che ci si sente quando si butta via la propria anima per paura?

Sì, è proprio così e non si può fare altro che chinare la testa e canticchiare quel pianoforte interiore che suonerà per giorni e giorni, finché il misterioso musicista non avrà le dita ridotte ad osso e i tasti non saranno completamente intrisi di vischioso rosso, consumati anche loro, consumati come me.

La amo come si ama la stessa musica malinconica che risuona nella testa dopo aver perso tutto, dopo aver perso la propria vita per un tiro di dadi sfortunato.

La amo come si ama uno schiaffo in pieno volto e un bacio subito dopo.

Ho paura che non tornerà, questa volta, che non mi lascerà parlare e spiegare dei comportamenti che fraintendeva.

Ho paura che non mi ascolterà quando le vorrò dire che il mio sguardo non era disgusto, ma era la mia anima che cadeva in briciole secondo dopo secondo, che l'unica cosa che avrei voluto dirle in quel momento era...Ti amo, ti aspetto e accetto le tue condizioni.

Ho paura che di me non resteranno che dei ricordi di una vita che non ci sarà, un sentimento forte che non potrò dimostrare di ricambiare.

Venderei l'anima per cancellare la mattina, ma non ho più nulla con cui scambiare la mia richiesta, solo uno spartito e un pianoforte dalle note tragiche che si prodiga a fare da sottofondo a qualcosa che non comprendo, delle emozioni così forti da rendermi spaventato, immobile come una pianta.

Non ho mai amato come in questo esatto momento, mentre i tasti si bagnano di liquido salato senza che io possa controllarlo e nella testa pensi solo...

Cinque minuti, ti prego dammi ancora solo cinque minuti...

Ma non lo dirò ad alta voce, lascerò che tutto il bisogno che ho dentro muoia ipnotizzato dalle note che egli stesso sta componendo.

La amo come non si ama nemmeno i propri figli, come non si ama nemmeno il proprio respiro dopo minuti di apnea sott'acqua.

Non riuscirò a dirle nulla, come sempre, come ogni volta che volevo ma qualcosa di invisibile mi premeva una mano sulla bocca.

Mi ricordo la doccia che le facevo, mentre la accarezzavo, seduta...

Era lì che riuscivi a trasmettere tutto, come quando la guardavi negli occhi durante la vostra canzone, ma l'hai persa, non c'è più...

E nella testa quel motivetto si mescola ad una canzone che ho paura a riascoltare, la nostra canzone, il mio più grande desiderio e sentimento espressi in musica, perché non so parlare se non così, se non sotto note non mie che esprimono il mio obbligato silenzio...

Passerò tutta la vita

Con chi amo e poi

Conterò i momenti in cui ho vissuto così.

Arrivati all'età

In cui penso sempre che

Non potrò amare più

Perché ho amato te...

Partono le parole con in sottofondo il piano malinconico e sento sulla pelle le sue mani, nel mio cuore il suo cuore.

Ancora cinque minuti, ancora cinque minuti vorrei urlare, come un bambino che deve andare a letto ma non ha finito ciò che sta facendo, come quando si parla con un terminale che non vuole restare solo.

Mi ha chiesto di leggere qualcosa di mio per molto tempo, ma non le ho mai fatto leggere nulla perché volevo fosse un testo solo suo, solo per lei.

Un insieme di parole e anima persa riversati per lei su dei fogli che segnano tutto ciò che provo per lei.

Ci provai per settimane, a scrivere quelle pagine, ma le cestinavo sempre.

Come si può mettere su carta ciò che scatena un miracolo della termodinamica senza trovarsi a dire scontatezze o banalità riduttive?

Non lo so ancora, non lo saprò mai...

L'hai persa, non ci saranno più quei cinque minuti in cui potevi parlare al posto di guardarla negli occhi sperando che lei vedesse cosa avevi dentro...

E pure sento le sue mani sul viso e la amo come non mi amo nemmeno io, come non amo nemmeno la libertà.

Dovevo dirle, queste cose, al posto di restare terrorizzato in un angolo sperando in un miracolo.

Vi prego, prendetevi cura di lei come io non sono stato in grado di fare io, Ti amo...

Il bacio del saliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora