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Blake

<<Non vuoi scoparmi?>> chiese mentre mi seguiva.

<<Rose... >> dissi in un tono di avvertimento. Andammo in cucina e trovammo la colazione già pronta. Avevo chiesto che nessuno si facesse vedere finche eravamo lì, così potevamo stare in pace e lontani dal resto del mondo. Ogni cosa veniva preparata prima e così era successo anche con la colazione. C'era un profumo delizioso e andai subito a prendere un croissant alla ciliegia.

<<Allora, che gusto preferisci?>> chiesi, nel frattempo morsi il mio croissant.

<<Non cambiare argomento! Perché non vuoi scoparmi? Rispondi>> disse.
Incurvai le sopracciglia e quando la guardai meglio dissi: <<O mio Dio... ma tu sei seria>>  Posai il croissant e mi avvicinai.
<<Sei tu la fastidiosa adesso, lo sai?>>
<<Tranquillo, nessuno può superarti in questo.>> disse facendo un ghigno.
Alzai gli occhi al cielo <<Comunque sia... non posso scoparti Rose. Non ha senso quello che mi stai chiedendo.>> dissi. Lei abbassò lo sguardo e le accarezzai la spalla. <<Ti chiedo una cosa. Hai mai avuto la possibilità di fare sesso con qualcuno in tutti questi anni?>>
Ci pensò un secondo poi annuì.
<<E perché non l'hai fatto quando ne avevi la possibilità?>>
<<Perché... perché non ero sicura e quando si fa sesso per la prima volta si deve essere sicuri no?>>
<<Esatto, ma la cosa più importante è farlo con la persona che ami.>> dissi facendo un piccolo sorriso.
Inarcò le sopracciglia e abbasso di nuovo lo sguado.
<<C'è tempo, Rose. Ma se desideri provare piacere potresti farlo anche da sola in altri modi.>>
<<In realtà non mi sono mai toccata da sola.>> disse lasciandomi di sasso.
<<Davvero?>> chiesi sorpreso
<<Perché sei così sorpreso? Insomma hai detto che c'è tempo, giusto?>>disse dandomi un picchiettio sul naso come avevo fatto io quella sera a casa sua. <<Comunque, voglio quello alla ciliegia>>

Sbattei le palpebre più volte. Era incredibile il modo in cui riusciva a gestire le sue emozioni. Il suo umore cambiava dal essere sconfortata a non fregarsene.

<<C'è il latte?>> chiese.
Mi girai e le indicai il latte.

«Non finisci il tuo croissant?» Lo prese in mano e ne morse un boccone. «Delizioso» disse facendomi l'occhiolino.

«Ci sono cavalli qui? Sarebbe bello fare una cavalcata» chiese mentre beveva un sorso del suo latte al cocco.
Mi avvicinai e ripresi il mio croissant rubandoglielo dalle mani. «Hei! Se abbandoni qualcosa qualcun'altro potrebbe rubartelo. Ma siccome potresti metterti a piangere te lo lascio, piccolo» disse stropicciandomi i capelli.
Le misi l'indice davanti. «Mai più» dissi «Non farlo mai più. Non toccarmi i capelli se non sono io a dirtelo e, la cosa più importante, non chiamarmi "piccolo". È imbarazzante, ragazzina.»
«Che storie che fai.» disse sbuffando.
Decisi di ignorarla e dissi che saremmo andati a fare una passeggiata verso il lago qui vicino.
«Come desidera signor Black.» disse facendomi un inchino e se ne andò al piano di sopra.

Ho detto ai tuoi genitori che ti avrei insegnato come comportarti bene, ma l'ho fatto per salvarti da quella prigione. Credo che dovrò mantenere la parola, ragazzina.

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