-Ehy, Fredrik, guarda chi c'è.-
-Ma che piacere Hemmings, quanto ci hai portato oggi?-
Cammina. Cammina. Non li guardare. Tieni la testa bassa e passa avanti. Dai Hemmings, ce la puoi fare.-Ehy frocio, ci senti? Ho detto- qualcuno mi prende per il colletto della divisa e mi sbatte contro il muro con violenza. Fredrik mi guarda dall' alto con il suo faccione tondo e pieno di brufoli, gli occhi spalancati di un marrone fottutamente uniforme, senza sfumature. Sento il suo fiato sulla fronte. -Ho. Detto. Quanto ci hai portato oggi?-
Merda. Merda. Cosa gli dico? Non ho nemmeno un centesimo. A casa mangiamo a stento. Cosa. Devo. Fare. Se non gli do niente mi ammazza.Fredrik incurva la schiena e si abbassa -Testa di cazzo, dico proprio a te. Quanto hai oggi? Sgancia.-
Sento George che si scrocchia le dita.
Fredrik si avvicina ancora di più.
Abbasso lo sguardo.-Muoviti coglione.-
-N-non ho niente. Non ho soldi oggi. -
-Sei così inutile, Hemmings. Così fottutamente inutile.- Fredrik pronuncia queste parole con una calma agghiacciante, quasi fossero una sentenza di morte letta da un giudice annoiato.Mi prende per un braccio e mi spinge verso George.
-Tieni bello, ora è tua la palla.-
Sono morto. Devo chiedere aiuto. Ma a chi? Siamo in un maledettissimo vicolo dimenticato da Dio, nessuno mi aiuterà. Almeno devo provare a difendermi. Ah ah, certo, molto divertente, me stesso.Crollo come un sacco di patate in braccio a George, che mi stringe la cassa toracica e poi mi butta a terra con uno spintone.
Rialzati stupido, rialzati.Non appena tendo le braccia e mi puntello a terra con le mani per alzarmi, Fredrik mi molla un calcio in faccia. Il dolore parte dal naso e si diffonde come una macchia per tutta la testa. Il naso comincia a bruciarmi e gli occhi di conseguenza.
Perché ogni maledetta volta che mi faccio male al naso mi escono lacrime? Devo trattenerle, altrimenti mi picchieranno ancora di più.Sento gli occhi inumidirsi.
Nononono no. No no. No. NO.Una lacrima incomincia a rigarmi il volto.
Merda.-Che c'è, frocio, ora piangi? Ti sei fatto la bua?- Fredrik mi sputa letteralmente addosso queste parole, mentre mi sovrasta con tutta la sua 'massa'. -Vuoi la mammina?- quel coglione lancia uno sguardo a quell'imbecille di George, il quale incomincia a ridere come una foca con l'asma. Continuano a ridere come due ebeti, mentre io osservo scandalizzato la scena.
La massa del loro cervello deve essere inversamente proporzionale alla massa del loro corpo.Tutto d'un tratto si zittiscono e mi rivolgono uno sguardo truce.
Oh.Incominciano ad avvicinarsi. I loro piedi risuonano sull'asfalto e si fanno subito molto vicini alla mia faccia.
Incomincio a indietreggiare, reggendomi sulle braccia tese. Sbatto la testa contro il muro.
Benissimo, ora sono veramente nella merda.I due cominciano nuovamente a sghignazzare, continuando ad avvicinarsi pericolosamente. Fredrik mi preme un piede sul torace, costringendomi a terra. Riesco a stento a respirare.
George mi dà calci ovunque: alla testa, alle costole, al fianco, alle gambe.
Calcia sempre più forte, il dolore si fa sentire sempre più forte.
-Sei inutile, Hemmings.-
-Già, sei proprio un essere stupido, piccolo e inutile.-
Un calcio sulla faccia.
-Non riesci nemmeno a portare quatrro spiccioli a noi due...che inutilità.-
Due calci sulla faccia.
-Quanto sei coglione.-
Tre calci sulla faccia.
Le orecchie mi fischiano e ad un tratto vedo tutto nero, poi perdo conoscenza.*****************************************
Stilettate di dolore partono dagli stinchi e dalle costole e si ripercuotono per tutto il corpo. Non mi sento più il volto, è completamente insensibile, per fortuna.
Mi hanno sistemato per bene e, a giudicare dalla poca luce che illumina il vicolo, dovrebbe essere quasi sera.Come al solito non tornerò a casa, ormai è tardi e non posso farmi vedere conciato in questo modo.
*****************************************
Salgo le scale di legno ormai vecchissime, per ogni passo si sente uno schricchiolio.
Mi tiro su, aiutandomi con il corrimano instabile di legno.Mi sento un nodo alla gola, l'aria fa fatica a passare. So che quel maledettissimo nodo si scioglierebbe se piangessi.
Ma non ci riesco.
Sono anni che non riesco a piangere.
Sono come prosciugato, ogni volta sento gli occhi gonfiarsi, ma rimanere asciutti.Continuo a trascinarmi alla cieca su per la ormai familiare rampa.
Il buio mi avvolge, non percepisco niente, tranne gli scricchiolii e quel groppo in gola.Quarantacinque, quarantasei, quarantasette, quarantotto, quarantanove.
Dal rumore dell'assito capisco di essere arrivato davanti alla porticina.
Frugo nella tasca posteriore degli skinny ed estraggo la piccola chiave arrugginita, la infilo nella toppa, dopo aver tastato il legno della porta con le dita, e giro.La porticina si apre con un cigolio.
Raggi di luna filtrano attraverso la polvere sospesa nell'aria e illuminano un lenzuolo bianco, posato sopra chissà quale mobile.
L'assito consumato e opaco è coperto di polvere bianca, sopra di esso sono riposti vari soprammobili di ceramica, ammucchiati in un angolo.
Attaccata alla parete di fronte, un'enorme cassettiera torreggia su tutto.
Un piccolo lucernario fora il tetto a spioventi, lasciando scorgere una pallida luna.Scorgo una piccola parte di pavimento priva di polvere e mi dirigo in quella direzione, poi mi siedo a terra, incrociando le gambe.
Mi inclino verso sinistra per prendere il cellulare e le cuffie dalla tasca.
Collego le cuffie e le infilo nelle orecchie.
La polvere bianca continua a muoversi pigramente nel fascio di luce lunare.
Le note di Lullaby cominciano a fluire attraverso gli auricolari e ad arrivarmi dritto al cuore."Well I know the feeling
Of finding yourself stuck out on the ledge-
estraggo la lametta dalla manica e la rigiro tra le dita, osservando la luce riflettersi sul metallo freddo.
Almeno così mi si scioglierà il groppo in gola. Dato che non posso piangere, faccio piangere qualcos'altro al posto degli occhi.-And there ain't no healing
From cutting yourself with the jagged edge-
Sono veramente inutile. Fredrik e George hanno ragione. Sono l'essere umano più inutile sulla faccia di questa stupidissima Terra. Non servo a niente.
Appoggio la lama sull'avambraccio e la premo contro la pelle.
La pelle si apre, come la 'pellicola' dell'acqua quando poggi leggermente la mano sulla superficie, cede e la lama tagliente passa oltre, intaccando la carne e le vene.-I'm telling you that
It's never that bad
Take it from someone whose been where you're at-
Il sangue comincia a uscire uniformemente dal taglio, ma si formano dei piccoli accumuli dove si trovano le vene.
Continuo a premere la lametta su tutto il braccio.
Il sangue scorre fino al polso e gocciola sul pavimento, formando una piccola chiazza rossastra, resa nera dall'assenza di luce.-Laid out on the floor
And you're not sure
You can take this anymore"
Mi sento così stupido, piccolo e inutile.
Mi abbandono sulle antiche assi di legno, allargando le braccia.
Il braccio sinistro brucia ed è bollente.
Non ce la faccio più. Non posso più sopportarlo.Mi trascino carponi per tutta la stanza, strascicando le gambe sulla polvere e mi dirigo verso quel piccolo cerchio di luce.
Arrivato sotto i raggi di luna, mi inginocchio di fronte al mobile coperto dal lenzuolo bianco.
Ne prendo un lembo consunto e lo tiro leggermente verso il basso.
Il lenzuolo scivola giù e si affloscia per terra, rivelando uno specchio antichissimo e coperto da una patina di polvere finissima. La cornice è dorata e con motivi floreali.Fisso la mia immagine sfocata nello specchio.
"Specchio, specchio,
delle mie brame,
chi è il più inutile del reame?"Abbasso lo sguardo.
Sono così patetico.
Rivolgo lo sguardo al mio braccio sanguinante e vi passo una mano sopra."Lo diventerai tu, se continui così."

STAI LEGGENDO
mirror||muke
RandomMirror, mirror, on the wall, who's the most useless of them all? Specchio, specchio, delle mie brame, chi è il più inutile del reame?