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Non posso negare a me stesso che sia bellissimo. Strano, ma bellissimo.

Posa una mano paffuta sul cuore.

"Io sono Michael." sorride.

→→→→→→→→

"I-io sono..." non riesco più a parlare, le mie corde vocali si pietrificano alla vista di tanta bellezza racchiusa in un essere umano.

Non proprio umano, è apparso da una nuvola, è come un' angelo che porta il marchio del divino impresso nelle linee e nei colori del suo corpo.

È al contempo demoniaco,  la pelle lattea fa invidia ai raggi della luna che lo illuminavano scivolando sulle morbide curve del suo profilo, quando eravamo nella soffitta. I capelli rossi come il fuoco, uniti alle labbra scarlatte, e gli occhi penetranti.

E proprio quegli occhi mi sorridono, mentre le labbra scarlatte pronunciano queste parole:"So come ti chiami, Luke Hemmings. So tutto di te, forse più di quanto ne sappia tu. So quanto soffri ogni giorno, so quanto hai paura di tuo padre, so quante volte ti hanno picchiato, so quanti tagli hai sul tuo corpo e so quante volte hai tentato il suicidio."

Abbasso gli occhi, intimorito.

Vedo con la coda dell'occhio le sue labbra aprirsi in un sorriso:"So anche cosa pensi adesso. Non aver paura."
Mi stringe la mano tra le sue, così morbide, così piccole.

"E, comunque, anche tu sei bellissimo."sussurra baciandomi la mano.

Il mio cuore fa una capriola, sento tutto il corpo riempirsi di calore, che sale poi alle mie guance, facendole diventare rosa. Nessuno mi aveva mai detto che fossi bello.

La mia labbra si curvano involontariamente in un sorriso appena accennato. Alzo gli occhi, incontrando quelli di Michael.

"Che ne dici di iniziare? Esprimi il tuo primo desiderio."

I miei occhi blu scorrono sulla sua figura, memorizzandone ogni centimetro.
Le parole di Michael riecheggiano nella mia mente, distorte, aliene.

Un desiderio.

Esprimo così tanti desideri ogni giorno, la mia vita è come una montagna russa.
Che scende sempre giù, ma non velocemente. Lentamente.
Così lentamente da non farti provare nessuna sensazione adrenalinica, è solo una semplice, infinita ed estenuante discesa verso l'ignoto più infimo.

Scene quotidiane si susseguono nella mia testa, una bufera di pensieri grigi si impossessa del mio cuore e, ancora una volta, sprofondo nel nulla.

Fisso il verde indefinito che ci circonda, finché i miei occhi non si soffermano su Michael.

È così bello, gli occhi verdi come tutto quello che ci circonda, l'unica cosa che è per me bella nell'intero mondo.

"Desidero che tu stia con me. Desidero che tu, non so come,  rimanga con me a scuola, a casa, in strada. Ovunque io vada,  desidero che tu sia con me." gli rivolgo un piccolo sorriso. "La mia vita fa così schifo, voglio un po' di bellezza."

Le iridi color smeraldo si illuminano, se gli occhi potessero sorridere, questo sarebbe il sorriso più bello che io abbia mai visto.

"È un desiderio bellissimo. Soprattutto per me, mi piacerà molto. Grazie."

Arrossisco leggermente.

Percepisco le sue dita sfiorare delicatamente la mia mano. Una scossa elettrica si irradia per tutto il mio corpo, facendo increspare la mia pelle in brividi.

Le sue morbide labbra si posano sulla punta del mio naso.

Abbasso gli occhi, anche se è un gesto così piccolo, mi fa sentire bene.

"Andiamo. "

Queste parole paiono provenire da un' altra dimensione, ero completamente perso in lui.

Mi scuoto e annuisco.

Una leggera brezza ci scompiglia i capelli, mentre i raggi lunari ci illuminano e la vecchia soffita polverosa si materializza intorno a noi.

"Torniamo a casa?"

Chiude lentamente le palpebre, in quello che sembra un cenno di assenso.

Attraversiamo la porticina di legno, per poi chiudercela alle spalle. 
Le scale cigolano sotto i nostri passi, mentre le nostre mani percorrono l'antico legno del corrimano.

Corriamo nella notte; i nostri passi che riecheggiano nelle strade, la luna che ci segue, un sorriso sui nostri volti.

I rami del siliquastro* si stagliano sulla scrostata facciata della casa, arrivando fino a una piccola finestra al terzo e ultimo piano.

È aperta, come sempre.

Ci intrufoliamo nel giardino, avvicinandoci alla base dell'albero.

Rivolgo uno sguardo a Michael, per poi percorrere tutto il tronco della pianta, fino ad arrivare alla finestrella. I suoi occhi seguono attentamente i miei.

Sorride.

Appoggia le mani ai rami più bassi e inizia ad arrampicarsi con una destrezza felina. Lo seguo, con le pupille puntate verso di lui, che è già arrivato al davanzale della finestra.

Sembra un gatto quando si arrampica. In realtà, sembra sempre un gatto.

Lo raggiungo e mi ranicchio affianco a lui sul davanzale, le nostre ginocchia si toccano mentre guardiamo la luna brillare tra i rami del siliquastro.

Respiro profondamente e l'odore di bosco mi riempie i polmoni.

Mi sento bene e, finalmente, la mia bocca si apre in un sorriso vero.

Dopo un tempo indeterminato entriamo nella mia stanza, cercando di fare meno rumore possibile e muovendoci con passi felpati sull' assito.

Sono sfinito, mi sfilo le scarpe e gli skinny, per poi infilarmi sotto il caldo piumone.

Mentre scivolo nel sonno, sento le piume frusciare e un corpo aderire al mio.

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*il siliquastro è detto l'albero dell' amore.

Bene simpatici ragazzuoli, ho sonno. Vado anche io nel piumone. Scusate il disagio di questa storia.

AVVISI REALLY IMPORTANTI:

◆votate la storia, ma soprattutto commentate. Voglio sapere cosa ne pensate e se credete che io abbia problemi mentali.

◆dato che sono molto creativa,  so già che non riuscirò ad elaborare 100 fantastici desideri (sperando di continuare questa storia fino alla fine, sappiate che sono pigra) QUINDI CONSIGLIATEMI DEI DESIDERI PER LUKE QUI→

◆so che questa storia è molto lenta e tutto, ma volevo ricreare un'atmosfera (???) più eterea (??anche se sono gay??) più halseyana (chi la ascolta capirà)

◆so che alcuni periodi sono piuttosto strani e magari sbagliati, quindi se c'è qualcosa di errato ditemelo

La smetto con le parentesi e la smetto di sparare cose a caso e vado☆

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2016 ⏰

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