Randy si svegliò di soprassalto mentre rischiava di cadere sul selciato. Freddie lo acchiappò prima della sua rovinosa collisione con la terra e, mentre si sforzava di rimetterlo dritto, la sua magnifica e calda pelle si strofinava contro quella brufolosa del ragazzo. La sua acqua di colonia, dal retrogusto di agrumi, era inebriante.
«Oooh — niente contatto fisico, per l'amor di Dio.»
«Randy, che diavolo stai combinando?»
Sforzandosi di combattere il senso di torpore che lo aveva pervaso a ogni estremità, Randy riuscì a mettersi dritto sul sedile. «Ho preso un Quaalude», ammise, utilizzando la manica della felpa per asciugarsi il mento.
«Nel parcheggio della scuola?»
«Volevo rilassarmi per qualche minuto, ma devo essermi addormentato. Oh, merda!» Il display della radio, dalla quale risuonava una canzone dei Ramones, segnava le nove e venti. Frustrato, assestò una manata al volante: «Sono in ritardo.»
Afferrò lo zaino e uscì goffamente dall'auto. Si assicurò che fosse chiusa a chiave, prima di voltarsi per salutare dignitosamente la sua amica. «Sei uno schianto, stamattina!»
Probabilmente era il Quaalude che giocava con la sua libidine, ma Winifred gli pareva la sola fonte di luce in quell'uggiosa mattinata. I suoi vaporosi capelli afro erano legati in uno chignon da una fascia e indossava un paio di orecchini pendenti a forma di spada. Le borchie del suo giubbotto di pelle scintillavano nell'atmosfera grigia. A giudicare dalla risata sguaiata che gli riservò, lo stato alterato di Randy la divertiva un mondo.
«Cazzo, quella roba ti rende il peggiore degli arrapati!» commentò, raccogliendo lo zaino che aveva posato a terra. Insieme, s'incamminarono verso l'edificio scolastico. «Ti prego, dimmi che prima ho allucinato Ricky che scendeva dall'auto di Bryce Hawthorne.»
Randy emise un sibilo di disgusto al ricordo di Rick che zompava sulla Challenger e salutava con la manina come un bambino in partenza per la sua prima gita scolastica.
«È più grave di quanto pensassimo, allora.»
«Che vuoi che ti dica? Evidentemente, preferisce essere Pac-Man in eterno piuttosto che Cirk il Grande.» Imboccarono la rampa che portava all'ingresso del parcheggio e Randy tenne aperta la porta per Freddie. «Non so come, sono riuscito a convincerlo ad aiutarci con l'attrezzatura per quello stupido pep rally.»
«A proposito, perché non salti il resto della prima ora e sali con me nell'AV Room? Ci sono ancora un paio di quei nuovi scatoloni pieni di videocassette da sistemare.»
Randy avrebbe dovuto declinare. Invece, scrollò le spalle, dopo un'ultima occhiata all'orologio digitale che portava al polso. «Perché no?» sospirò. «Mica voglio illudermi che questo sia il mio anno.»
«Quanto sei disfattista», lo punzecchiò lei. «Hai tutto l'anno per alzare la media. Ti prometto che sarai classe 1987 insieme a tutti noi.»
«È il mio ultimatum. O mi diplomo, o trascorrerò la vita a impacchettare polli.»
«Ahimè, da vegetariana non posso permettere che tu subisca un tale destino.»
C'era qualcosa di magico nel camminare per i corridoi silenziosi, quasi addormentati, che si mostravano nella loro reale ampiezza e davano loro la libertà di muoversi senza sentirsi ostruiti o scrutati con disdegno. Le Chuck di Randy e gli anfibi di Freddie scricchiolavano sul linoleum, presto bisognoso di una bella tirata a lucido. Una pace che aiutava Randy a rallentare il flusso sconclusionato di pensieri nella propria testa. Quello e il Quaalude, che aveva assunto mentre cercava di placare l'istinto di prendere a testate il volante.
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Die, Die, Darling | Slasher
HorrorRick Henderson è stato appena promosso da nerd senza speranza a responsabile dell'equipaggiamento degli Hornets, la squadra di football del suo liceo. Certo, gli atleti lo chiamano ancora Pac-Man e la sua mansione principale è quella di lavare la lo...