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pensavo fermamente che sarei rimasto su quella panchina fino alla sera dopo, e invece sono qui, davanti al cancello dell'istituto dove dovrò passare il resto dell'anno scolastico .

perlopiù in tremendo anticipo.

Le lezioni iniziano alle otto.

Stavo fumando ancora, ero passato da un distributore.

6:34.

Tremavo, tremavo tutto.

Le gambe, le braccia, anche il respiro mancava.

Era una sensazione troppo bella per essere vera.

La ferita stava sanguinando, avevo gli occhi rossi e la testa bassa.

Mi ero rimesso gli occhiali, toccavano precisamente il punto dell'occhio in cui ero ferito.

Stavo pensando

Quest'anno non voglio relazionarmi con nessuno.

Anche perchè...

Lasciate perdere.

Ero appoggiato alla ringhiera, avevo le mani martoriate dal freddo e dai miei taglietti "innocui"
che man mano diventavano sempre più ampi e profondi.

Sentivo come una fitta allo stomaco.

Un qualcosa per cui stavo soffrendo su ogni superficie del mio corpo.

Avrei sofferto ancora quell'anno, me lo sentivo come sentivo il dolore in quel momento.

Avevo ferite ovunque, ma dovevo stare calmo.

Dovevo stare calmo, o avrei sprecato la mia unica lama per una cazzata.

Presi un respiro profondo, guardando le nuvole sopra di me.

Il cielo era grigio.

Grigio come il mio colore preferito.

Quando cazzo inizia sta scuola?

E' ancora troppo presto.

Decisamente.

Risate si fanno strada sul marciapiede accanto a me, rivelando un gruppetto di ragazzine delle medie.

Oh, le medie.

Quanto le odiavo.

Sono cinque bambine, schiamazzano in un modo incredibile e urlano.

Solo una è tranquilla.

Riservata.

Esclusa.

E' una biondina, quasi platino.

Tiene un libro in mano, ho già visto quella copertina da qualche parte.

La fodera è rosa, rosa barbie.

Più o meno.

C'è una scritta nera che occupa tutta la copertina.

Questo font è coperto in parte da una linea rossa.

Come faccio a vedere tutte queste cose? lei è a 2 metri da me, dall'altra parte della strada.

Rifletto e la guardo.

Ha un portamento angelico, ma allo stesso tempo strano.

Sembra così candida.

Ma non lo è per niente.

Perchè quelli che sembravano braccialetti fucsia cinti ai suoi piccoli polsi, erano in realtà tagli.

Si, ed il libro che aveva in mano era "E poi ci sono io".

So la trama.

Ad un certo punto non le vedo più, hanno svoltato l'angolo.

Quella ragazza mi somiglia.

Anche troppo.

Sono ancora le 6:45

Tra una sigaretta e l'altra non ci stavo capendo più nulla.

Avevo perso il senso dell'orientamento.

Non potevo assolutamente svenire.

Non in quel posto, almeno.

Il mio telefono non squilla nemmeno più, ormai ringhia.

Le chiamate e i messaggi di mia sorella mi stanno facendo venire i brividi lungo la schiena.

Anche se non li guardo.

Solo la vibrazione del telefono mi ammazza il cervello.

Perchè ho ancora un cellulare?

Ah giusto.

Per la droga.

Bhe, non posso farne a meno per una volta?

Non voglio cambiare.

Farmi male mi serve.

Non riuscirò.

O forse...

Mi arriva un'altra chiamata.

Basta.

Se continuano mi ammazzo qui, adesso.

Se continua. se lei, continua.

Chissà quante urla può aver tirato.

Ma tanto ormai lo sa che non rispondo.

Mi arrivano palate di messaggi, non ce la faccio più.

Tiro fuori il telefono dalla tasca.

La ferita sulla mia faccia è ancora aperta, prendo un pò di sangue da lì e lo spalmo con foga sullo schermo.

Lancio violentemente il dispositivo a terra, poi inizio a spegnerci la sigaretta sopra, devo dire che i vetrini rotti funzionano bene.

Poggio il tallone sulla fotocamera, e faccio in modo che si rompa completamente.

Il cellulare smette di suonare, faccio un sospiro di sollievo.

Mi siedo a terra, ricordandomi che ero davanti ad una scuola, e in poco tempo ci sarei dovuto anche entrare.

Cazzo.

Ora si che la ferita è un problema.

Cerco le mie bende in tasca.

Le uso quando mi taglio di proposito, ma ora è un eccezione.

Fascio lo sfregio sull'occhio, poi mi rimetto gli occhiali.

Spero che nessuno si chiederà nulla.

Vabbè anche se se ne accorgessero non importa.

Tanto non la ho più una famiglia.

Lo dimostra il mio bellissimo capolavoro posato a terra, quel rottame del mio vecchio telefono.

Adoro quella vista, nessuno sbatti in più di quelli che ho già.

Aspetta, ma io che sbatti ho, ora?

"𝑆𝐸 𝑇𝐼 𝑂𝐷𝐼𝑂 𝑇𝑈 𝑀𝐼 𝑂𝐷𝐼𝐸𝑅𝐴𝐼?" (ᵇᵒʸxᵇᵒʸ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora